La più grande azienda di lavorazione della carne al mondo, proprietaria anche del marchio italiano Rigamonti, ha ammesso di aver attinto da allevamenti in aree deforestate illegalmente. Nel frattempo, un’inchiesta rivela che il colosso ha usato lavoratori bambini per i servizi di pulizia in alcuni suoi stabilimenti
L’azienda brasiliana, la più grande di lavorazione della carne al mondo, che in Italia possiede il marchio Rigamonti, è stata coinvolta da due grossi “guai” che ne minano l’immagine, già al centro di polemiche da anni.
L’ordine restrittivo negli Usa
In Usa, secondo il giudice federale John M. Gerrard, nello stato del Nebraska, ha firmato un ordine restrittivo temporaneo contro Packers Sanitation Services, ha un appalto con cui fornisce a Jbs “servizi di pulizia e igiene”, in cui sono impiegati lavoratori minorenni. L’ordine riguarda esplicitamente Jbs Foods a Grand Island, in Nebraska e Worthington, Minnesota. Le prove su cui si basa l’ingiunzione del tribunale sono state fornite dal segretario al lavoro degli Stati Uniti Martin J. Walsh. I suoi investigatori hanno costruito il loro caso utilizzando registri scolastici ed eseguito mandati di perquisizione presso le strutture sanitarie JBS e Packers.
Under 16 impiegati per pulire macchinari nel mattatoio
“Gli investigatori del segretario hanno intervistato adolescenti che hanno riferito di lavorare per Packers Sanitation di età inferiore ai 16 anni“, afferma l’ordinanza del tribunale, riportata dal sito Food Safety News. I bambini hanno raccontato di lavorare per molte ore e nei turni notturni. Altri hanno riferito di aver lavorato su macchine a motore o al mattatoio.
In Brasile, Jbs ammette: oltre 8mila capi da deforestazione selvaggia
Come se non bastasse, Jbs ha ammesso di aver acquistato 8.785 capi di bestiame da tre allevamenti che hanno disboscato l’Amazzonia in Rondônia e che, secondo Uol.com, “appartengono al più famoso gruppo di criminali ambientali dello stato, il cui leader, Chaules Volban Pozzebon, è in carcere per estrazione illegale di legname ed è considerato il più grande disboscatore del Paese”. Questo è ciò che rivela un’indagine senza precedenti condotta da Repórter Brasil, in collaborazione con Greenpeace Brasil e Unearthed, il braccio giornalistico di Greenpeace.
Anche qui una questione di subappalti
JBS ha confermato i dati ottenuti dal rapporto e ha ammesso non solo gli acquisti irregolari ma anche la partecipazione dei suoi dipendenti al programma. Le transazioni sono avvenute per almeno quattro anni, tra il 2018 e il 2022, senza che i sistemi di monitoraggio della società bloccassero il business. Secondo Jbs, questi acquisti sono stati registrati nel suo sistema come provenienti da un’altra azienda agricola, appartenente allo stesso gruppo, che era “pulita” secondo criteri socio-ambientali. In una nota, JBS ha affermato che, “dalle informazioni presentate da Repórter Brasil, era chiaro che il suddetto gruppo stava, in malafede, usando la connivenza dei dipendenti di Friboi (che appartiene a Jbs, ndr) per aggirare il sistema”.
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