La guardia medica garantisce un’assistenza medica ai cittadini quando il proprio medico di base non è reperibile. Tuttavia la sua azione ha dei limiti ben precisi: ad esempio, non sempre si reca a casa del paziente
Quando il medico di base è fuori servizio è la guardia medica ad assicurare ai cittadini la continuità assistenziale. Il primo, infatti, presta servizio nei giorni feriali dalle 8 alle 20 e normalmente riceve nello studio in determinati orari; non è raggiungibile durante la notte o nei giorni festivi in quanto la sua prestazione, non prevede la reperibilità. Per sopperire alla mancanza del medico di base è stata istituita, appunto, la guardia medica, un dottore che assicura la continuità delle prestazioni mediche, negli orari in cui il medico di base, non è reperibile. Lo sostituisce al di fuori degli orari di assistenza stabiliti e per tutti quei casi in cui non c’è gravità, come ad esempio, dolori di lievi entità, eritemi ed eruzioni cutanee, punture di insetti, mal di denti, in poche parole, disturbi che non necessitano il ricorso al pronto soccorso.
Di cosa si occupa il servizio di continuità assistenziale
Come abbiamo già detto, la guardia medica fornisce un’assistenza di base e solo negli orari in cui il medico generico non è in servizio.
L’assistenza è garantita nelle ore notturne (dalle 20.00 alle 8.00) tutti i giorni e nei festivi, e dalle ore 10.00 del sabato o di ogni altro giorni prefestivo, alle ore 8.00 del lunedì o del giorno successivo al festivo.
Visita ed eventuali cure sono gratuite, come presso il proprio medico di base, eccetto per i non residenti, che si possono avvalere delle prestazioni della guardia medica, ma come vedremo più avanti, pagando il ticket.
Ma quali sono i compiti effettivi, cosa può e cosa non può fare il medico di guardia quando è in servizio? In linea generale, la guardia medica permette di ricevere il primo soccorso in casi di non gravità (per i quali c’è il pronto soccorso). Non è paragonabile in tutto e per tutto al medico di base, perché rispetto a questo ha meno libertà di azione e compiti ben definiti.
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Ad esempio, può prescrivere solo i farmaci di prima necessità ma non può rilasciare ricette per terapie croniche; può richiedere esami e visite specialistiche urgenti, proporre il ricovero in ospedale, rilasciare certificati di malattia ma solo per un periodo massimo di tre giorni.
Non può, invece, erogare prestazioni infermieristiche non correlate alla visita medica; ad esempio non può fare iniezioni, flebo, cambi di catetere o eseguire punti di sutura; non può rilasciare certificati per attività sportiva, certificati per rientro scolastico, non può prescrivere esami diagnostico-strumentali e ricoveri programmati che rimangono di esclusiva pertinenza del medico di famiglia e non può sostituire quest’ultimo, se assente. In questo caso, infatti, dev’essere il medico di famiglia a nominare un sostituto che assolve le funzioni in sua assenza.
Dove si trovano gli ambulatori di continuità assistenziale
Normalmente i presidi della guardia medica, hanno sede nei pressi dei servizi di pronto soccorso di maggiori dimensioni. In generale, comunque, l’attività di guardia medica è organizzata nell’ambito della programmazione regionale in modo tale da rispondere alle diverse esigenze demografiche di una determinata area (ad esempio, la presenza di ospedali nella zona o l’incidenza dei flussi turistici che interessano l’intero paese), per questo non tutti i comuni hanno un ambulatorio di guardia medica. Ma può verificarsi che un unico presidio, abbracci più comuni.
Di solito è stabilito che il numero dei medici inseribili nei servizi di continuità assistenziale di ciascuna Asl è definito in rapporto di 1 medico ogni 5000 abitanti residenti.
C’è da fare una distinzione tra residenti e non residenti, il servizio di continuità assistenziale nasce per fornire prestazioni mediche ai residenti, ma allo stesso tempo, la guardia medica ha l’obbligo di garantire un’assistenza sanitaria di base, anche alle persone non residenti e nelle zone di villeggiatura, ai turisti.
A tal proposito, le regioni istituiscono nelle località di villeggiatura un servizio stagionale di guardia medica turistica le cui prestazioni, al contrario di quanto accade per il servizio di guardia medica tradizionale, sono in parte a carico dell’assistito.
Ai non residenti, infatti, è applicato un ticket differenziato a seconda delle prestazioni erogate:
- per le visite ambulatoriali, il ticket varia dai 15 ai 20 euro;
- per le visite domiciliari, qualora il medico reputi opportuno recarsi al domicilio del paziente, il ticket che va comunque pagato alla Regione e non al medico, è di 25 – 30 euro;
- per le prescrizioni di ricette, ammonta agli 8 euro circa fino ad un massimo di 10 euro.
La visita domiciliare non è garantita
La guardia medica non si reca quasi mai a casa del paziente. Anzi in alcuni casi può limitarsi a fornire esclusivamente un consulto telefonico. Può prescrivere una terapia farmacologica anche a distanza, senza visitare il paziente. La visita domiciliare non è obbligatoria, tanto che se dovesse rifiutarsi, il medico non incorre neanche nel reato di rifiuto di atti d’ufficio. In sostanza, è il medico che decide, di volta in volta, se il caso necessita o meno della sua presenza fisica.
Le cure che presta la guardia medica sono, come detto, effettuate in regime d’urgenza, purché non si tratti di patologie o problematiche molto gravi per cui si verrà rimandati alle prestazioni sanitarie di un pronto soccorso.
L’importanza di avere un presidio della guardia medica
Il servizio di guardia medica deve essere inteso anche come una prestazione sanitaria necessaria a non caricare i pronto soccorsi. Per i disturbi di lieve entità, infatti, è sempre non consigliabile recarsi in ospedale. Mal di testa, mal di denti o dolori articolari o semplicemente il dubbio di un calo di pressione, sono tutte situazioni che possono essere trattate tranquillamente in ambulatorio, recandosi nei presidi istituiti per la guardia medica.
In generale, possiamo affermare che quest’ultimo, gestisce tutti quei casi per i quali, normalmente, ci si reca dal medico di base; mentre il pronto soccorso, deve gestire emergenze come traumi, forti dolori e tutte quelle situazioni che prevedono ulteriori indagini o cure infermieristiche specifiche. Ma sicuramente può fornire una prima assistenza e decidere l’entità del disturbo e se vi è la necessità o meno, di recarsi al pronto soccorso.
La guardia medica turistica
Come il medico di libera scelta anche la guardia medica di fatto, sarebbe un servizio dedicato ai residenti ma ci sono alcune eccezioni.
Nelle località turistiche, vengono istituite durante l’estate, presidi di guardia medica rivolti ai villeggianti. Ma ci sono differenze fra la guardia medica turistica e quella tradizionale? In sostanza no, entrambe hanno gli stessi obblighi ed erogano gli stessi servizi.
Anche nei posti di villeggiatura, questi presidi nascono per assicurare la continuità assistenziale ed è un servizio rivolto ai turisti. A differenza di quelli tradizionali, nelle località di villeggiatura, la guardia medica turistica, effettua prestazioni ambulatoriali secondo orario diurno, compreso festivi e prefestivi.
La continuità assistenziale turistica viene istituita in tutte quelle località dove è stato rilevato un certo flusso turistico, in modo da garantire anche ai non residenti un servizio sanitario di base. In questo caso, le prestazioni, però, non sono in regime assistenziale.
Per avvalersi della guardia medica turistica, bisogna versare una quota ticket al sistema Sanitario che varia da regione a regione. Si tratta di un contributo per le prestazioni erogate.
Il pagamento del ticket, varia al variare della prestazione erogata ed è di 15-20 euro per la visita, dagli 8 ai 10 euro per le prescrizioni mediche e dalle 25 ai 30 euro, per una visita a domicilio.
A proposito di visite a domicilio, va detto che la guardia medica turistica, come quella per residenti, non è tenuta a fare visite a domicilio, può, a sua discrezione, limitarsi a prescrivere una terapia per telefono.