Si può essere donatori di organi, sangue, tessuti, midollo, sia in vita che dopo la morte. Ma in Italia bisogna ancora esprimere il proprio consenso (o dissenso esplicito). Il principio del silenzio-assenso sulla donazione degli organi, sancito da una legge del 1999, non viene rispettato
La logica dell’amore per il prossimo è fondata sull’etica del dono. Ne parlava persino il padre della logica scientifica, Alber Einstein: “Il valore di una persona – diceva il fisico tedesco – risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere”.
Donare e donarsi non è solo un gesto etico, ma è anche un’equazione perfetta che nei numeri ci consente di salvare vite umane. Ma allora, come si diventa donatori? Grazie alle leggi, anche in Italia si può essere donatori dopo la morte o anche in vita. Vediamo come.
Cosa posso donare in vita
In vita si può essere donatori in tanti modi:
- Donazione del sangue e del plasma;
- Donazione di alcuni organi (rene o porzione di fegato);
- Donazione di cellule staminali emopoietiche. Possono essere donate soltanto durante la nostra vita, soprattutto in ambito familiare, molto raramente tra non consanguinei;
- Donazione del midollo osseo (Associazione Admo);
- Sangue del cordone ombelicale per principi scientifici o etici. (La legge italiana sostiene la donazione solidale).
Cosa posso donare dopo la morte
- Organi quali: cuore, polmoni, rene, fegato, pancreas e intestino.
- Tessuti: pelle, ossa, tendini, cartilagine, cornee, valvole cardiache e vasi sanguigni.
- La legge vieta espressamente la donazione del cervello e delle gonadi.
Come sapere se si è donatori di organi
Ciascuno di noi può esprimere il proprio consenso alla donazione.
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Tutti i cittadini italiani maggiorenni possono esprimere il proprio consenso o dissenso finalizzato alla donazione di organi e tessuti dopo la morte attraverso le seguenti modalità:
- Tramite carta d’identità.
Presso gli uffici anagrafe dei Comuni al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità.
- Compilando il Modulo Aido (Associazione Italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule).
In questo caso è possibile farlo online, se si è in possesso delle credenziali di accesso SPID o della firma digitale.
Ma anche recandosi presso una delle sedi dell’Aido.
- Modulo Asl.
Firmando il modulo presso la propria Azienda Sanitaria Locale (ASL) di riferimento. Qui il modulo ASL in italiano e qui in tedesco.
- Tesserino Blu.
Compilando il tesserino del CNT o il tesserino blu del Ministero della Salute.
Oppure una delle donor card distribuite dalle associazioni di settore, stampando la tessera e conservandola tra i propri documenti personali. Inoltre è opportuno comunicare la propria decisione ai familiari.
- Dichiarazione con data e firma.
Il metodo classico, riportando la propria volontà su un foglio bianco, comprensivo di data e firma. Anche in questo caso è necessario custodire questa dichiarazione tra i propri documenti personali, in modo che sia reperibile in caso di morte improvvisa o accidentale.
Dunque, possiamo sapere se si è donatori di organi e tessuti accedendo ai nostri documenti fisici o esprimendo il consenso nelle forme digitali che abbiamo visto.
Dove si vede se sei donatore di organi
Attraverso la dichiarazione resa all’ASL, al Comune (con la carta d’identità, presso l’ufficio Anagrafe) e all’Aido. I dati sono registrati nel Sistema Informativo Trapianti ed è consultabile dai medici per verificare, in caso di necessità, l’esistenza di un’espressione di volontà sulla donazione. Il donatore può accedere con le credenziali nelle piattaforme sopra citate.
E se non avessi dato alcun consenso alla donazione di organi?
In Italia non è stata ancora attuata la legge numero 91 del primo aprile 1999. Ciò significa che il principio del silenzio assenso sulla donazione degli organi non viene ancora rispettato.
Nel 2019, dopo 20 anni dalla legge, è stato approvato il regolamento con decreto ministeriale del ministero della Salute e firmato dall’ex ministro Giulia Grillo. Ma si è arenato; di conseguenza siamo uno dei pochi paesi civili al mondo dove il principio del silenzio-assenso non è ancora operativo.
Quindi è possibile solo esprimere esplicitamente il proprio consenso, o dissenso.
Nel caso in cui la persona non abbia rilasciato in vita una dichiarazione in merito alla donazione di organi e tessuti, il prelievo è consentito solo se i familiari aventi diritto (nell’ordine: coniuge non separato, convivente more uxorio, figli maggiorenni e genitori) non si oppongono alla donazione. Per i minori sono sempre i genitori a decidere; se anche solo uno dei due è contrario, il prelievo non può essere effettuato.