Elezioni 2022: come votare e cosa prevede la legge elettorale

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Come si vota il 25 settembre 2022. Ecco la guida facile e veloce con tutte le novità per affrontare le prossime elezioni

 

Ci siamo, il 25 settembre 2022 si apriranno le urne elettorali per eleggere i prossimi rappresentanti politici del Parlamento italiano. Le elezioni politiche 2022, indette dopo la caduta del governo Draghi, sono alle porte e dobbiamo farci trovare pronti all’appuntamento con il più importante dei diritti politici conquistati nella storia d’Italia: il diritto di voto. Si vota solo domenica 25 settembre dalle ore 7 alle ore 23.

Per la prossima legislatura ci saranno importanti novità. Le elenchiamo in sintesi, con la guida al voto.

Il 25 settembre voteranno per il Senato anche i 18enni

Fino al 2021 per l’elezione del Senato era richiesta l’età minima di 25 anni. L’8 luglio 2021 il parlamento ha approvato in via definitiva il disegno di legge costituzionale di modifica all’articolo 58 della Costituzione che regola l’elezione del Senato. La riforma approvata ha modificato l’età necessaria per eleggere i senatori, portandola da 25 a 18 anni di età. È la cosiddetta estensione dell’elettorato attivo. Pertanto, chiunque abbia compiuto la maggiore età può votare sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica.

Il Parlamento italiano sarà quasi dimezzato

La legge costituzionale del 19 ottobre 2020 ha apportato “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”. Significa che dalla prossima legislatura i parlamentari eletti saranno la metà. La legge costituzionale prevede la riduzione del numero dei parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi, per un totale di 600 parlamentari, anziché 945.

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Tessera elettorale smarrita: come fare

Il seggio dove dobbiamo recarci per esercitare il nostro diritto di voto è assegnato dall’Ufficio del nostro Comune di residenza ed è riportato sulla tessera elettorale che possiamo richiedere o rinnovare all’Ufficio elettorale del Comune o Municipio di appartenenza.

In caso di smarrimento, furto, deterioramento o cambio di residenza, è possibile richiedere un duplicato della tessera elettorale presentando apposita domanda presso l’Ufficio elettorale comunale di residenza, allegando un documento in corso di validità. In caso di furto o smarrimento è necessario presentare denuncia presso polizia o carabinieri ed esibirla al personale dell’Ufficio elettorale comunale.

Il dipartimento Affari interni e territoriali raccomanda:

“È opportuno che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso tale ufficio al fine di evitare una concentrazione delle domande nei giorni immediatamente antecedenti ed in quelli della votazione”.

Si può votare senza tessera elettorale?

È possibile votare anche senza tessera elettorale, ma solo nel caso eccezionale in cui “i Comuni non siano riusciti a consegnare all’elettore né la tessera, né il suo duplicato”.

Come funziona il sistema elettorale

Dal 2017 è in vigore un sistema elettorale misto a separazione completa, ribattezzato Rosatellum bis. In ciascuno dei due rami del Parlamento, (Camera e Senato), il 37% dei seggi assembleari è attribuito con un sistema maggioritario uninominale a turno unico, mentre il 61% degli scranni viene ripartito fra le liste concorrenti mediante un meccanismo proporzionale corretto con diverse clausole di sbarramento.

Le candidature per quel 61% di scranni da assegnare sono presentate nell’ambito di collegi plurinominali, a ognuno dei quali spetta un numero prefissato di seggi. L’elettore non può scegliere poiché non dispone del voto di preferenza, né del voto disgiunto. La Costituzione stabilisce inoltre che 8 deputati e 4 senatori debbano essere prescelti dai cittadini italiani residenti all’estero.

Come si compone il Parlamento                                                                             

Dunque il Parlamento è suddiviso in 2 rami: il primo è la Camera dei Deputati con sede a Palazzo Montecitorio. Il secondo è il Senato della Repubblica, con sede a Palazzo Madama.

Attraverso le elezioni del 25 settembre Camera e Senato si comporranno con il seguente metodo.

 

Camera dei deputati    
Metodo di elezione Seggi Percentuale
Maggioritario uninominale a turno unico 148 37%
Proporzionale con sbarramento al 3% 244 61%
Voto degli italiani residenti all’estero 8 2%

 

 

Camera della Repubblica    
Metodo di elezione Seggi Percentuale
Maggioritario uninominale a turno unico 74 37%
Proporzionale con sbarramento al 3% 122 61%
Voto degli italiani residenti all’estero 4 2%

 

Metodo elettorale uninominale

La caratteristica dei sistemi uninominali è quella di suddividere il territorio in tanti collegi quanti sono i seggi da coprire, esprimendo un unico candidato per partito. Per vincere basta un voto in più in quel collegio.

Metodo elettorale proporzionale

Nella parte proporzionale ogni partito politico presenta una lista di candidati. Gli elettori scelgono una lista. La forma a liste aperte permette all’elettore di influenzare l’elezione dei candidati individuali all’interno della lista.

Come si vota: la guida facile e completa

Una volta arrivati al seggio, saranno consegnate due schede: quella per la Camera dei deputati e la scheda per il Senato della Repubblica.

Le schede riportano all’interno un grande blocco rettangolare che rappresenta il candidato uninominale. Tra i tanti nomi viene eletto chi riceve più voti nel nostro collegio di appartenenza. Basta un solo voto in più per vincere.

Invece i nomi scritti vicini ai simboli dei partiti sono i candidati “bloccati” proporzionali. Sono le cosiddette liste bloccate, con nomi che saranno eletti in proporzione ai voti ricevuti nel collegio e in ordine di lista.

Il voto è valido quando:

  • Segniamo con una “X” il nome del candidato uninominale che si presenta con un partito o con una coalizione di essi. Così facendo, il voto andrà al candidato e alla lista collegata. Nel caso in cui il candidato dovesse presentarsi con una coalizione, il voto andrebbe sia al candidato stesso nella parte uninominale, sia distribuito tra le liste che lo sostengono nella parte proporzionale.
  • Al voto proporzionale possiamo anche scegliere un partito specifico all’interno di una colazione. In tal caso, basterà segnare con una “X” la lista desiderata, così da favorire i candidati di quella specifica lista. Il voto andrà in automatico anche al candidato della parte uninominale che il partito votato sostiene, anche se non sarà segnata alcuna “X” sul nome presente nella scheda.
  • Il sistema elettorale attuale è il Rosatellum che non ammette il voto disgiunto. Significa che, una volta scelto un candidato uninominale, non si potrà dare il voto proporzionale a un partito diverso. Non possono essere segnate preferenze sui nomi proporzionali presenti vicini ai simboli dei partiti.

La questione delle liste bloccate

Nella parte in cui i candidate sono eletti con sistema proporzionale succede che partiti o coalizioni non presentano un solo candidato, come invece avviene nei collegi uninominali della parte maggioritaria. Per questo troverete sulla scheda una serie di candidati elencati in una lista bloccata.

Quindi, i votanti non potranno esprimere preferenze; non possono decidere il nome del candidato o della candidata che preferiscono. Di fatto, noi elettori potremo votare solo le persone già scelte dalle segreterie dei partiti e inserite nelle liste bloccate. Nei giorni scorsi i partiti erano non a caso indaffarati a piazzare questo o quel personaggio ritenuto vincente, anche in collegi e province che con quel candidato non c’entrano nulla. Insomma, un lavoro certosino per assicurarsi un seggio. Il rischio è che in questo modo si amplifica ulteriormente la distanza tra politica e cittadini.

Perché gli italiani non scelgono il capo del governo

“Da anni abbiamo governi tecnici mai scelti dagli italiani”. Oppure: “Da anni governa il partito X che non ha vinto le elezioni”. Quante volte avrete sentito queste affermazioni nel corso dei dibattiti televisivi, dei comizi o durante la propaganda elettorale? Bene, è giunto il momento di fare chiarezza, Costituzione alla mano.

Gli italiani non scelgono, non hanno mai scelto e mai (per ora) potrebbero scegliere il presidente del Consiglio, anche detto premier, capo del governo, o presidente del Consiglio dei Ministri. Funziona così ed è tutto scritto nella Costituzione italiana.

La carica di premier non è elettiva ma viene assegnata dal presidente della Repubblica ai sensi dell’articolo 92 della Costituzione, che tra l’altro non richiede particolari requisiti necessari per tale nomina. Il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta di esso nomina i ministri della Repubblica. Il governo quindi deve ricevere la fiducia di entrambe le Camere del Parlamento.

Con il nostro voto scegliamo i membri del Parlamento. La maggioranza degli eletti esprime un premier e spetta poi al presidente della Repubblica nominarlo, proporre altri nomi o sciogliere le Camere nel caso non vi sia più una maggioranza numericamente stabile o in caso di crisi politica. In realtà, come abbiamo visto, anche nell’elezione dei deputati e senatori, la nostra scelta di fatto è limitata e le liste sono bloccate.

Non a caso la Seconda Repubblica, dagli attentati del 1992 in poi, ha segnato una profonda crisi istituzionale non ancora risolta. Secondo i sondaggi, il 25 settembre 2022 l’astensione potrebbe raggiungere livelli record da quando è nata la Repubblica italiana. Il dato di astensionismo previsto oscilla attorno al 35%.

Differenza tra scheda bianca e scheda nulla

Una scheda bianca rappresenta una forma di astensionismo e di protesta, tuttavia viene calcolata nel dato dell’affluenza.

Una scheda nulla invece è un voto nullo o sbagliato, che presenta segni, sbavature e scritte che la rendono irriconoscibile. Oppure che non risponda alle modalità di voto valido sopra elencate.

Altre forme di protesta: l’astensione attiva

Molti non sanno che la legge ammette la possibilità di rifiutare la scheda motivando però la scelta. A quel punto l’elettore può richiedere al presidente di seggio di riportare a verbale le motivazioni del suo “non voto”. Il presidente della sezione elettorale non può opporsi ma spesso lo fanno perché questa modalità di espressione del voto è piuttosto sconosciuta a tanti. Ha una maggiore legittimità e forza rispetto a chi preferisce astenersi boicottando le urne.