Una panoramica dei sintomi più frequenti che segnalano un principio di avvelenamento del cane
Chiunque abbia un amico a 4 zampe sa bene che la sua innata curiosità lo spinge ad annusare e assaggiare qualsiasi cosa incontri, tanto in casa quanto durante la passeggiata quotidiana. Uno dei rischi di questo spirito avventuroso è quello di incappare nell’avvelenamento, ingerendo o entrando in contatto con una sostanza tossica.
Iniziamo col dire che la causa più comune di avvelenamento del cane è rappresentata da pesticidi e diserbanti utilizzati in agricoltura, da alcuni prodotti per il giardinaggio e da determinate specie di piante e funghi.
Più rare sono le intossicazioni alimentari, provocate dall’assunzione di cibi tabù per Fido (ad esempio, cioccolato, uva, noci, aglio e cipolla). Ancora troppo numerose sono invece le segnalazioni di avvelenamento doloso, con il ricorso ai tristemente noti bocconcini di cibo riempiti di stricnica o altri composti letali.
Mai sostituirsi al veterinario
Riuscire a identificare prontamente i sintomi dell’avvelenamento può segnare il confine tra la vita e la morte del nostro cane: più rapidamente si interviene, maggiori sono le possibilità di contrastare gli effetti del veleno ed evitare danni irreparabili.
Di seguito forniamo un quadro generale dei segnali che, in caso di avvelenamento, si possono cogliere nel comportamento dell’animale. È doveroso, tuttavia, chiarire che queste indicazioni non sostituiscono il consulto del veterinario, l’unico in grado di eseguire una diagnosi ponderata.
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I sintomi più frequenti
La tempistica e la gravità dei sintomi dipendono dal tipo di veleno e dalla quantità ingerita: alcune sostanze hanno un rilascio immediato e scatenano la reazione avversa in pochi minuti; altre tossine necessitano di essere metabolizzate, per cui il malessere del cane può verificarsi anche a distanza di giorni.
Secondo la vulgata accademica, si possono distinguere tre tipologie di veleni: quelli che agiscono sul sistema nervoso, quelli che inibiscono i processi della coagulazione e quelli che impattano sul sistema gastrointestinale.
Nel primo caso, rientrano i (diserbanti, pesticidi o antiparassitari): agiscono rapidamente e i sintomi compaiono entro due ore dall’ingestione. Il cane può manifestare irrigidimento degli arti e difficoltà nella deambulazione, pupille dilatate, spasmi muscolari e crisi convulsive.
Il veleno per topi, viceversa, interferendo con la coagulazione del sangue, viene assimilato più lentamente e, mediamente, dispiega i suoi effetti in un lasso di tempo compreso tra 1 e 7 giorni. I campanelli d’allarme a cui prestare attenzione sono vomito e diarrea, emorragie esterne (ossia presenza di sangue nelle urine e nelle feci o episodi di epistasia), debolezza improvvisa e inappetenza prolungata.
Le sostanze tossiche che colpiscono il sistema gastrointestinale – come quelle contenute in certe varietà di piante e funghi – si diffondono velocemente nell’organismo: nel giro di qualche minuto dall’ingestione, possono palesarsi abbondante salivazione, vomito e diarrea accompagnata da dolore addominale acuto.
Altre avvisaglie più generiche che potrebbero suggerire un probabile avvelenamento sono:
– gengive scure e lingua violacea;
– difficoltà respiratoria (respiro affannoso e ansimante che si protrae per più di 20 minuti);
– disorientamento (il cane ha difficoltà a reggersi in piedi o cammina barcollando).
Come comportarsi
L’unica cosa da fare in caso di avvelenamento del cane è contattare il veterinario il prima possibile o recarsi in ambulatorio.
Qualora si conosca la causa dell’intossicazione, è utile comunicarne tutte le specifiche, in modo da consentire la somministrazione di terapie mirate e quindi più efficaci.
Se la fonte è incerta, le informazioni essenziali da annotare sono il luogo in cui è avvenuto il possibile contatto (casa o luogo all’aperto) e il tempo trascorso tra l’ingestione e la comparsa dei sintomi.
In situazioni di estrema emergenza, e solo previo parere medico, si può provare a far rigurgitare il cane, al fine di limitare l’assorbimento della tossina. È importante, in ogni caso, non far bere latte o altri liquidi, poiché si rischia di accelerare la diffusione del veleno.