Quando si acquista un’auto usata, lo sappiamo, si deve registrare il passaggio di proprietà. Che documenti servono e quanto si spende? Vediamolo in dettaglio
Acquistare un’autovettura usata non è sempre sinonimo di convenienza. È comunque una scelta personale che può abbracciare differenti variabili. L’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) segnala un costante calo dei passaggi di proprietà, quindi di compravendita dell’usato, oltre che delle nuove immatricolazioni. Nei primi tre mesi del 2022 i trasferimenti di proprietà di autovetture sono calati del 9,9%, a 1.157.343 unità rispetto a 1.285.041 dello stesso periodo del 2021. Quasi la metà sceglie il diesel, mentre gli scambi tra privati superano il 50%.
È evidente che il mercato dell’automotive sta cambiando rapidamente. Ma si evolvono anche le modalità di fruizione del mezzo di trasporto. Finora, a salvare questo comparto, sono state le nuove immatricolazioni per le autovetture nel noleggio a lungo termine. Il 2021 in Italia si è chiuso con un +17,98%, rendendo comunque questo segmento il best performer di un mercato che ha chiuso a +5,67% in generale. Il noleggio a lungo termine (Nlt) è risultato il miglior canale anche per i veicoli commerciali leggeri, che chiudono a +20,28%.
Tra le modalità di trasporto utilizzate dagli italiani cresce il car sharing, una formula di condivisione che offre notevoli vantaggi.
Ma allora, conviene pagare il passaggio di proprietà auto investendo in un bene di consumo che rischia di risultare obsoleto e costoso per via degli aumenti dei carburanti? Conviene l’incentivo Bonus Auto per un nuovo acquisto più sostenibile? Oppure optare per un noleggio a lungo termine, risparmiando sul passaggio di proprietà auto e personalizzando meglio l’utilizzo del mezzo?
Le risposte sono personali e si adattano alle proprie esigenze. Le variabili da considerare sono varie. Intanto, sfatiamo un mito: il passaggio di proprietà auto si paga anche in molti Paesi all’estero, ma certamente non così oneroso come in Italia. Si paga come concetto, come diritto.
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Passaggio di proprietà auto e diritto
Prima di rispondere a come e perché pagare il passaggio di proprietà auto, c’è bisogno di un piccolo rispolvero degli elementi base del diritto.
La compravendita, che sia di un’auto o di un immobile, è un contratto disciplinato dagli articoli che vanno dal 1470 fino al 1509 del codice civile, che la chiama semplicemente vendita. L’art. 1470 afferma che “La vendita è il contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasferimento di un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo”.
In questa contrattazione si possono individuare due parti: il venditore (alienante) che trasferisce il diritto e il compratore o acquirente (alienatario), che si obbliga a pagare un prezzo, (espresso in una somma di denaro contante o sotto forma di altri mezzi di pagamento quali carte di credito o di debito assegni e cambiali), come corrispettivo.
Pensate che la prima vendita, scritta su tavoletta d’argilla rinvenuta dagli archeologi, proviene da Ugarit (Siria) ed è datata circa 3.400 anni fa: “Dal presente giorno, davanti a testimoni, Ilya, figlio di Sinya e Padya, suo fratello, hanno venduto 4 iku del loro campo, che si trova tra i campi del villaggio di Sau, per 180 sicli d’argento, a Sharelli, la regina”.
Nel diritto, la proprietà (in latino proprietas da proprius), ha per contenuto la facoltà di godere e di disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi previsti dall’ordinamento giuridico (art. 832 del codice civile italiano). Si parla di proprietà privata, o pubblica, con riferimento allo status – privato o pubblico – del soggetto giuridico cui spetta la titolarità del diritto.
Nel linguaggio comune, il termine “proprietà”, oltre alla situazione giuridica soggettiva designa anche il bene oggetto del diritto. La proprietà stabilisce che “il proprietario ha il diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico”.
In una compravendita di auto usate, quindi quando dobbiamo “passare” la proprietà da un proprietario all’altro, per acquisire questo diritto occorre che lo Stato in cui questo bene ricade certifichi la cessione della proprietà del veicolo dal venditore all’acquirente, dopo la firma del contratto di vendita. Questo “passaggio” è sancito dalla registrazione dell’avvenuta notifica al PRA. Il PRA (acronimo di Pubblico registro automobilistico) è il registro nazionale che raccoglie e controlla gli atti di compravendita dei veicoli. Ogni operazione che comporta cambiamenti nella proprietà del veicolo deve essere registrata al PRA: prima immatricolazione, compravendite, leasing, ipoteche, sequestri, fermi amministrativi, pignoramenti, esportazione, demolizione, radiazione.
Il PRA è lo strumento burocratico attraverso il quale lo Stato ha sotto controllo i movimenti di acquisto e compravendite, per ragioni di trasparenza e di fisco. Quando si acquista un veicolo, infatti, si è soggetti ad una serie di pratiche come il passaggio di proprietà auto, che ha un costo variabile a seconda della natura del veicolo; in più detenendo la proprietà dell’auto, bisogna pagare una tassa annuale e il bollo auto.
Vediamo come avviene questo cambio “passaggio”.
Cambio di proprietà auto
A presentare la richiesta del passaggio di proprietà auto può essere il diretto interessato o un suo incaricato munito di delega. La domanda dev’essere inoltrata a uno Sportello Telematico dell’Automobilista (STA), che si può trovare presso le unità territoriali dell’ACI (PRA), gli uffici provinciali della Motorizzazione Civile, le delegazioni dell’Automobile Club Provinciale e le agenzie pratiche auto abilitate. Si può pure richiedere il passaggio di proprietà in Comune, alternativa poco conosciuta ma tutto sommato vantaggiosa.
Il passaggio di proprietà auto va fatto entro 60 giorni dall’autentica della firma del venditore sull’atto di vendita. In caso di richiesta presentata in ritardo si pagano sanzioni e interessi.
La documentazione da presentare è disponibile sul sito ACI (Linl: https://www.aci.it/i-servizi/guide-utili/guida-pratiche-auto/passaggio-di-proprieta/veicoli-muniti-di-cdp-o-cdpd-o-du.html).
Quanto costa il passaggio di proprietà auto?
Il costo varia. Dipende dall’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT), il cui importa è variabile a seconda del tipo di veicolo e della provincia di residenza. Di solito l’IPT è di 181 euro per le auto fino a 53 kW di potenza, mentre per le auto oltre tale soglia l’aumento è proporzionale ai kW. Tuttavia le province possono aumentare l’importo fino a un massimo del 30%.
Poi ci sono i costi fissi da aggiungere:
- 7 euro di emolumenti ACI;
- 32 euro per l’istanza unificata + 16 euro per il rilascio del documento unico;
- 10,20 euro per diritti DT (Motorizzazione Civile);
- 16 euro di imposta di bollo per l’autentica dell’atto, se viene redatto in forma digitale presso lo STA. Se l’atto invece viene redatto in modalità cartacea, dev’essere apposto un contrassegno di 16,00 euro acquistato in tabaccheria.
- Eventuali costi del servizio per chi si rivolge allo STA di una delegazione ACI o a un’agenzia di pratiche auto.
Come funziona all’estero
Enrico De Vita, editorialista di AutoMoto.it, denuncia un “massacro” contro l’auto usata. “Un’intera lobby – sostiene – voleva favorire la vendite della auto nuove a scapito dell’usato”.
“All’estero – osserva De Vita – in Svizzera, Francia, Inghilterra e Germania, il passaggio di proprietà di un mezzo usato costa meno di 30 euro, mentre da noi in Italia ha un costo per l’imposta di registro proporzionale ai cavalli che la vettura aveva quando era nuova. In Italia si pagano quindi 5 euro ogni kW e quindi una vettura da 100 kW arriva a pagare ben 500 euro anche se ha dieci o venti anni di vita”.
Il crollo delle immatricolazioni e il Bonus Auto
Il governo, intanto ha deciso, in queste ore, di prolungare i termini di tempo entro i quali immatricolare un veicolo, auto o moto, acquistato sfruttando gli incentivi Bonus Auto messi a disposizione per la transizione ecologica e il raggiungimento dell’obiettivo “emissioni zero”. Sul piatto ci sono 650 milioni che saranno destinati tramite Bonus per incentivare l’acquisto di veicoli a emissioni ridotte e ad uso privato. Tre sono le fasce in particolare:
- Auto elettriche (0 a 20 g/km di emissione CO2);
- Auto ibride (21 – 60 g/km di CO2);
- Auto di categoria non inferiore a Euro 6 (61 – 135 g/km di CO2).
Per i veicoli elettrici (prima fascia tra 0-20 grammi di anidride carbonica per chilometro), non inferiori alla categoria Euro 6 e con un prezzo fino a 35mila euro, è previsto un contributo di 4mila euro senza rottamazione di veicolo e di 6mila con rottamazione.
Per le auto ibride (seconda fascia), categoria non inferiore a Euro 6 e prezzo al di sotto di 45mila euro, il contributo minimo sarebbe di 2mila euro, che sale a 4mila con rottamazione.
Per la terza fascia, il Bonus sarà concesso solo con la rottamazione e equivarrebbe a 2mila euro. Ma, il vero dato che emerge da tempo è il tonfo delle immatricolazioni: a marzo 2022 sono crollate del -29,7%.
Il passaggio storico è avvenuto nei giorni scorsi nel Parlamento europeo che ha votato a favore dello stop, a partire dal 2035, alle vendite delle auto a benzina, diesel e endotermiche in generale. In questo contesto bellicoso tra Russia e Ucraina, l’Europa, di fatto, sta tentando di muovere i passi verso una maggiore indipendenza dai produttori di energie inquinanti, talvolta legati al malaffare e alla corruzione, e che realmente compromettono anche la tenuta delle democrazie occidentali, oltre che la salute pubblica e l’ecosistema ambientale.