Nanoparticelle nelle creme solari, perché di recente spuntano anche nelle formule bio?

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Quest’estate, le nanoparticelle fanno capolino nell’elenco degli ingredienti degli oli e delle creme solari biologiche, anche se non cambiano le formule. La spiegazione è da ricercarsi in un cambio di normativa.

Come racconta 60 millions de consommateurs, i filtri solari biologici sono spesso considerati “privi di nanoparticelle”. Infatti, gli standard del bio generalmente rifiutano le nanoparticelle, componenti sospettati di avere effetti nocivi per l’ambiente e la salute. E nonostante ciò, spiega il mensile francese, sta crescendo la menzione negli elenchi degli ingredienti dei prodotti per la protezione solare contenenti biossido di titanio e ossido di zinco.

Il regolamento europeo

A cambiare non è la formula ma l’adeguamento, estremamente lento, a dire il vero, all‘imposizione nell’etichettatura della presenza dei nanomateriali, secondo un regolamento europeo dall’11 luglio 2013. “Dobbiamo accogliere con favore il fatto che i marchi stiano facendo il grande passo e lo applichino nel 2022″, ha ironizzato con 60 millions Mathilde Detcheverry, dell’Associazione per il monitoraggio e l’informazione civica sulle sfide delle nanoscienze e delle nanotecnologie (Avicenn).

La nuova tecnica di analisi

Per il Collettivo dei filtri solari biologici, questa etichettatura risulterebbe da una lettura molto francese delle normative europee e dall’utilizzo di una nuova tecnica di analisi che, scomponendo gli aggregati, farebbe apparire le nanoparticelle. Cosmed – l’associazione delle piccole e medie imprese del settore cosmetico – assicura che su materiali come il biossido di titanio (considerati dannoso per la salute) e l’ossido di zinco, il metodo in questione non sia abbastanza potente da rompere una particella in due. In altre parole, non crea nano dove non ce n’è.

L’interpretazione

Ed è per porre fine a tutte le divergenze interpretative o applicative dei testi che la Repressione delle frodi e l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali (ANSM) – entrambe preposte alla sorveglianza dei prodotti cosmetici in Francia– hanno chiarito con una nota informativa nell’estate 2021, che ha portato i produttori a iniziare a indicare le nanoparticelle in etichetta.