“Il cancro negli animali esposti al glifosato? Un caso”. Così la Ue può dare il via libera all’erbicida

GLIFOSATO

Le relazioni presentate dalle multinazionali agrochimiche dimostrano che il glifosato può causare il cancro e quindi è pericoloso per la salute umana. Eppure l’Ue continua a basarsi principalmente sulle argomentazioni dell’industria che definiscono questi tumori “casuali” e li ignorano come dimostra il rapporto Heal

La presunta cancerogenicità del glifosato non è dimostrata solo da studi indipendenti ma anche dalle ricerche presentate dall’industria agrochimica. È la conclusione cui giunge un nuovo rapporto di HEAL secondo cui la valutazione scientifica dell’Ue – che al momento è orientata verso l’assoluzione dell’erbicida – presenta gravi carenze scientifiche: “Il mancato riconoscimento del potenziale cancerogeno della sostanza segnerebbe un passo indietro nella lotta europea contro il cancro” avverte l’organizzazione.

Un passo indietro

Il gruppo di valutazione sul glifosato (AGG), formato da rappresentanti degli Stati membri di Francia, Paesi Bassi, Ungheria e Svezia e in qualità di relatore congiunto per il dossier di rinnovo, ha recentemente concluso che il glifosato non è cancerogeno e quindi soddisfa i criteri di approvazione previsti dal diritto dell’Ue. La licenza all’uso in Europa del glifosato scade a dicembre di quest’anno ma molto probabilmente ci sarà una proroga di un anno dal momento che l’Ue non si esprimerà della fine del prossimo anno. L’Efsa – che deve fornire la base scientifica per la valutazione – ha da poco annunciato di essere in ritardo sulle sue conclusioni che non saranno pronte prima dell’estate 2023.

Il glifosato è cancerogeno (lo dicono anche le aziende)

Nonostante anche l’Echa si sia espressa di recente sulla non cancerogenicità del glifosato, HEAL ha esaminato da vicino gli 11 studi sugli animali forniti dalle aziende di pesticidi nel 2019 come parte del dossier di domanda. Insieme a due rinomati esperti, HEAL ha riscontrato la presenza di tumori statisticamente significativi, il che supporta chiaramente la classificazione del glifosato dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) come “probabile cancerogeno” .

Christopher Portier, un esperto indipendente nella progettazione, analisi e interpretazione dei dati sulla salute ambientale con particolare attenzione alla cancerogenicità, ha affermato: “Linfomi maligni, tumori del rene e del fegato, cheratoacantomi della pelle. Non ci sono dubbi sul fatto che il glifosato alimenta il cancro e l’elenco potrebbe continuare. In dieci degli 11 studi sugli animali che facevano parte del dossier di riapprovazione del glifosato, vediamo che gli animali hanno sviluppato tumori. Non importa come la si guardi, ci sono prove più che sufficienti di cancerogenicità e queste prove soddisfano i criteri per classificare il glifosato come una sostanza che si presume abbia un potenziale cancerogeno per l’uomo”.

Cosa dice la normativa europea

Secondo la normativa dell’Ue sui pesticidi, le sostanze che soddisfano i criteri per la classificazione come presunte cancerogene per la salute umana (categoria 1B nell’Ue) dovrebbero essere rimosse dal mercato dell’Ue. Perché il glifosato continua ad essere autorizzato?

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Peter Clausing, tossicologo e coautore del rapporto, ha affermato: “Gli animali esposti al glifosato hanno sviluppato tumori con incidenze significativamente più elevate rispetto al loro gruppo di controllo non esposto, un effetto considerato come prova di cancerogenicità dalle linee guida internazionali ed europee. Tuttavia, i valutatori del rischio dell’UE hanno respinto tutti i risultati dei tumori dalla loro analisi, concludendo che si sono verificati tutti per caso e che nessuno di essi era effettivamente correlato all’esposizione al glifosato”.

Angeliki Lyssimachou, Senior Science Policy Officer presso HEAL e coautrice del rapporto, ha dichiarato: “Le prove scientifiche che dimostrano che il glifosato può causare il cancro e quindi è pericoloso per la salute umana continuano ad accumularsi, ma la valutazione dell’UE continua a basarsi principalmente sulle argomentazioni dell’industria, con il risultato che sostanze chimiche nocive come il glifosato vengono commercializzate come sicure. Le istituzioni dell’UE e gli Stati membri non possono più fare affidamento su questa valutazione scientifica disfunzionale per prendere le loro decisioni. La missione dell’UE per sconfiggere il cancro inizia qui e ora con il divieto del glifosato”.