Due catene della Gdo sostituiscono la scadenza con il Termine minimo di conservazione per ridurre lo spreco alimentare. Ma quanto dura lo yogurt? Le nostre analisi svelano che i fermenti lattici già dopo qualche giorno nel banco frigo diminuiscono drasticamente
Dopo la catena Morrisons, è la volta della Co-op che in Gran Bretagna sostituirà negli yogurt la data di scadenza (“da consumare entro“) con il Tmc, il Termine minimo di conservazione (“da consumare preferibilmente entro”) per ridurre lo spreco alimentare. C’è da dire che a fare da apripista è stata la Danone che un anno fa a fatto partire questa “rivoluzione” in etichetta dal Belgio.
Una scelta che se da un lato aiuta a ridurre gli sprechi alimentari dall’altro aiuta i produttori e distributori che possono puntare su “scadenze” più lunghe e dunque gestire meglio scorte, approvvigionamenti e limitare gli scarti.
Quanto dura lo yogurt? Le nostre analisi
Ma quale potrebbe essere la conseguenza sulla qualità dei prodotti? Per i produttori anche 40 giorni e abbiamo imparato che si può consumare per settimane senza rischi. Le nostre analisi, però, scoprono che già dopo qualche giorno sugli scaffali i fermenti lattici non assicurano alcun beneficio.
Il nostro studio mostra ovviamente che la concentrazione di batteri lattici diminuisce al trascorrere dei giorni, passando da una concentrazione di miliardi di microrganismi vivi a qualche centinaia di migliaia alla data di scadenza dello yogurt. Tre giorni dopo la scadenza, i batteri lattici sono diminuiti ancora, raggiungendo la concentrazione di poche decine di migliaia di unità per grammo. Dallo studio che abbiamo effettuato con la collaborazione del Gruppo Maurizi, dunque, appare evidente che alla scadenza i prodotti avevano un numero di microrganismi non in grado di assicurare l’azione benefica su cui fa affidamento il consumatore.