55 eurodeputati hanno chiesto alla Commissione di esaminare la fusione Bayer-Monsanto, esprimendo la loro preoccupazione per la nascita di un gigante dell’agrochimica. Gli eurodeputati (in gran parte della sinistra europea) hanno sollecitato la DG Concorrenza dell’esecutivo europeo ad affrontare rapidamente il tema, se non altro perché il fatturato da 23 miliardi della nuova società supererebbe la soglia di 5 miliardi prevista per il controllo della Commissione.
Le preoccupazioni partono da uno studio del 2013 del Centro americano per la sicurezza alimentare, che ha concluso che i prezzi del cibo sarebbero inevitabilmente destinati ad aumentare se la fusione andasse in porto. Una fusione, giova ricordarlo che consegnerebbe a Bayer oltre il 30% del semi del mondo e il 24% del mercato globale dei pesticidi.
“Dal momento che sempre più cittadini europei stanno diventando consapevoli che è ormai urgente a spostarsi verso un modello agricolo sostenibile, questa acquisizione andrà contro la loro volontà”, hanno scritto.
La richiesta di un parere da parte della Dg Concorrenza non appare velleitaria, tanto più che già lo scorso giugno la Commissione aveva promesso ai deputati verdi tedeschi Sven Giegold e Martin Häusling che avrebbe indagato in caso di fusione.
CHEF CONTRO IL GIGANTE DELL’AGROCHIMICA
L’europarlamento, però, non è l’unico luogo in cui si discute e ci si divide sulla fusione di Bayer-Monsanto. A schierarsi anche i volti noti delle cucine francesi. Molti dei grandi
chef del paese, tra cui Olivier Roellinger di Cancale, Yannick Alléno del ristorante parigino Pavillon Ledoyen, e i fratelli Bras, che gestiscono un famoso ristorante a Laguiole, in Auvergne, in una lettera aperta “contro l’invasione di agrochimica sulle nostre tavole”, chiamano la fusione “una minaccia per i nostri piatti” E disegnano uno scenario fosco in cui “domani, a causa di Ogm, Roundup, e impatto della chimica in agricoltura, si azzererà la biodioversità”.