Un’associazione tra sintomi del disturbo da deficit di attenzione e iperattività avanzata (Adhd) e la dieta prenatale ad alto contenuto di grassi e zucchero è stata trovata in uno studio effettuato da ricercatori britannici, come riporta il portale FoodNavigator. Secondo lo studio, una ‘dieta prenatale non sana’ è fortemente collegata alla metilazione (modificazione) del fattore di crescita insulinico di tipo 2 (IGF2) alla nascita per i bambini con un disturbo psicotico ad esordio precoce persistente (Eop) e problemi comportamentali consistenti (CP). Questo tipo di processo, secondo lo studio, aumenta i sintomi di Adhd nel figlio.  Così come l’effetto che il sale e lo zucchero possono avere sulla funzione cardiovascolare, le scelte alimentari della madre durante questo periodo possono anche essere di beneficio per la sua prole.
Lo studio
Lo studio, pubblicato sul Journal of Child Psychology and Psychiatry ha raccolto 164 soggetti, di cui 83 hanno mostrato l’Eop. La squadra, da Leiden University in Olanda, e la King’s University di Londra, ha preso campioni di sangue per misurare il Dna genomico alla nascita e quando i bambini avevano sette anni. Inoltre, sintomi di Adhd sono stati ripetutamente valutati alle età di sette, 10 e 13 anni. I “bambini  con Eop hanno mostrato livelli più elevati di sintomi Adhd rispetto ai bambini a basso Cp”.  In precedenti studi, carenze di IGF2 sono stati collegati con disturbi psichiatrici come la depressione e la schizofrenia. La ricerca ha sofferto per aver testato un gruppo di bambini abbastanza piccolo, e le sue conclusioni potrebbero non essere applicabili alla popolazione Adhd più ampia.