Ci siamo, o meglio ci risiamo. Per circa metà degli italiani è tornato il periodo di starnuti, ostruzione nasale, tosse, prurito. Insomma è partita la stagione delle allergie. È in questo periodo dell’anno, infatti, che la concentrazione aerea di pollini è più alta, e perciò la stagione in cui le allergie raggiungono il culmine. Chi volesse vedere quali sono quelle dominanti, settimana per settimana, oramai ha a disposizione perfino delle mappe dettagliate come quella del bollettino dei pollini.
COSA SONO LE ALLERGIE
L’allergia altro non è che una reazione eccessiva del sistema immunitario verso una sostanza, detta allergene, che solitamente non dà alcun problema nella maggior parte della popolazione. A provocare le reazioni non sono solo le graminacee dei campi o dei parti o la paritaria in città, ma anche ontano, betulla, nocciolo. Chi soffre di allergie deve poi temere, in questa stagione, il cipresso, considerato come polline emergente.
Tra i vari sintomi delle allergie primaverili, secondo un’indagine condotta da Assosalute, quelli giudicati più fastidiosi sono gli starnuti (56%), seguiti da fastidio agli occhi (53,4%) e prurito nasale/lacrimazione (oltre 45%). Sintomi non solamente fastidiosi al livello fisico ma spesso in grado di limitare fortemente perfino la quotidianità di chi ne soffre: quasi il 40% degli intervistati da Assosalute ha dichiarato di non dormire bene la notte, il 28,3% di avere difficoltà a concentrarsi e il 26% rinuncia a stare all’aria aperta.
COME SI TRATTANO
Il trattamento dell’allergia può avere due fasi: quello dei sintomi e quello delle cause. Essenzialmente i sintomi vengono trattati con diverse classi di farmaci, alcuni generali, altri specifici per l’apparato colpito. La classe di farmaci più utilizzata è quella degli antistaminici. Si tratta di sostanze in grado di bloccare l’effetto dell’istamina rilasciata dopo il contatto con l’allergene e di evitare l’insorgenza di prurito, gonfiori, rinorrea e rash cutanei.
Agli antistaminici vengono abbinati talvolta anche dei cortisonici, potenti antinfiammatori, che però possono avere anche dei gravi effetti collaterali, soprattutto se somministrati nel lungo termine. Poi ci sono i farmaci da banco cui fa ricorso, sempre secondo Assosalute, il 42,5% di chi soffre di allergie primaverili. Tra questi, i medicinali a cui si fa ricorso spinti più dal sollievo che promettono che da una reale riflessione tra benefici e rischi, c’è la grande famiglia degli spray e delle gocce nasali che abbiamo valutato qui accanto sulla base dei pareri di medici ed esperti.
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I FARMACI DA USARE CON CAUTELA
L’armadietto dei medicinali di un allergico in questo periodo si riempie di medicinali che promettono un po’ di sollievo. Non tutti però riescono ad assicurarlo senza controindicazioni, a volte per nulla trascurabili. Vediamo quali sono le famiglie di medicinali utilizzate e il loro rapporto rischio/beneficio.
CORTICOSTEROIDEI. I corticosteroidi (cortisonici), che aiutano a prevenire e a trattare l’infiammazione bloccando le reazioni allergiche, richiedono spesso una prescrizione medica. Questi farmaci fanno effetto in poco tempo e per questo sono adatti per gli attacchi acuti. I corticosteroidi possono provocare: ipertensione; ritenzione idrica; iperglicemia; perdita di potassio; osteoporosi; ipotrofia muscolare; fragilità capillare; ritardata guarigione delle ferite; iperlipidemia; accumulo di tessuto adiposo a livello di viso, collo e addome; ulcera gastroduodenale; aumento della coagulabilità del sangue; alterazioni ematologiche; euforia e insonnia.
L’elenco non esaustivo rende evidente come il medico debba valutare attentamente il rapporto tra benefici e rischi. Attualmente sono disponibili diversi farmaci di questo tipo che trovano impieghi diversi a seconda della durata d’azione e della via di somministrazione. I gruppi, elencati secondo durata d’azione crescente, sono:
Gruppo A: cortisone, prednisone, prednisolone e metilprednisolone.
Gruppo B: triamcinolone, mometasone, budesonide, fluocinonide, alcinonide.
Gruppo C: betametasone, desametasone.
Gruppo D: idrocortisone butirrato, idrocortisone acetato, fluocortolone.
Nelle riniti attenuano in modo consistente la sensazione di naso chiuso, la frequenza degli starnuti, lo scolo nasale e il prurito. Nel trattamento dell’asma, invece, riducendo l’infiammazione delle vie aeree, migliorano la funzione respiratoria. I nomi commerciali più diffusi sono: Deltacortene, Medrol, Aircort, Rinoclenil.
ANTISTAMINICI. Bloccano l’azione dell’istamina che viene liberata dai mastociti a seguito della reazione allergica ed è la principale responsabile dei fastidiosi disturbi. Sono farmaci efficaci contro gli starnuti, il naso che cola, il prurito al naso e agli occhi, ma non alleviano la sensazione di naso chiuso. In genere si assumono per bocca. Gli antistaminici di più vecchia generazione spesso provocano sonnolenza, che viene potenziata dall’assunzione contemporanea di bevande alcoliche o di altri farmaci con effetti sedativi sul sistema nervoso. Possono inoltre causare secchezza alla bocca, disturbi alla vista, stitichezza e ritenzione urinaria. Sono controindicati nelle persone che soffrono di ipertrofia prostatica o di glaucoma.
Gli antistaminici attualmente più prescritti appartengono a una nuova generazione: complessivamente sono meglio tollerati e soprattutto provocano minore sedazione, cosa importante se si deve guidare o usare macchinari che richiedono prontezza dei riflessi. Le molecole più diffuse sono: loratadina, desloratadina, cetirizina, ebastina e clorfeniramina. I nomi commerciali più diffusi sono: Clarityn, Aerius, Zirtec.
BRONCODILATATORI. Aumentano il diametro dei bronchi quando è ristretto a causa del broncospasmo che rende difficoltosa la respirazione. Questo consente un maggiore afflusso di aria ai polmoni e facilita la respirazione, attenua la tosse e l’affanno. La via di somministrazione più idonea è quella inalatoria, in spray dosati (bombolette pressurizzate); le compresse e gli sciroppi vengono poco utilizzati per la maggiore incidenza di effetti indesiderati (per esempio tremori, aumento della frequenza cardiaca, palpitazioni).
Proprio in virtù della loro azione immediata, alcuni broncodilatatori (es. Ventolin, Broncovaleas) vengono usati “al bisogno”, cioè per risolvere una crisi asmatica in atto (indipendentemente dalle sue cause), oppure prima di sottoporsi a uno sforzo che può scatenare un attacco asmatico. Altri composti di questa classe possiedono un’azione prolungata (es. Serevent, Foradil) e sono utilizzati per controllare i sintomi notturni.
IMMUNOTERAPIA (VACCINI DESENSIBILIZZANTI). L’immunoterapia consiste nell’iniettare sottocute quantità gradualmente crescenti dell’allergene specifico, per modificare nel tempo la risposta immunitaria della persona allergica. Lo scopo è quello di diminuire la reattività del paziente, di “desensibilizzarlo” progressivamente nei confronti dell’allergene così da rendere meno disturbanti i sintomi che si manifestano alla successiva esposizione naturale. Non tutti gli allergici traggono vantaggi da questo tipo di terapia; miglioramenti dei sintomi si osservano soprattutto nelle forme allergiche stagionali (oculoriniti), quando è implicato un solo allergene.
La via dell’omeopatia
Completamente diverso, invece, l’approccio dell’omeopatia. In questo caso il medico si basa sulle reazioni soggettive del paziente, non prescrive sempre lo stesso farmaco e non cura il sintomo se non come segnale di un malessere interno. Che la manifestazione allergica si presenti di notte o di giorno, si acuisca con il sole, il caldo o le correnti d’aria, tutto per l’omeopata è un segnale di una causa che va trattata individualmente. La prima visita va fatta tenendo in buon conto la durata del trattamento, che varia in relazione allo stato generale del paziente e ai trattamenti farmacologici che ha già ricevuto. Prima di passare alla cura vera e propria, infatti, l’omeopata deve prevedere una “disintossicazione” dalle sostanze chimiche accumulate. Per chi ha già fatto uso di cortisonici o antibiotici, quindi, il consiglio è di preventivare una visita già da ottobre. Per un bambino, invece, l’approccio può essere fatto anche a febbraio con ottimi risultati. In tutti i casi l’omeopata dispone anche della possibilità di rimedi sintomatici che limitano gli effetti della prima, inevitabile, fase di peggioramento ma rallentano la cura.
Una buona notizia, infine, per chi ha fiducia in questa medicina e si appresta ad avere un figlio: gli esperti sostengono che le cure omeopatiche contro le allergie sono eugenetiche, eliminano, cioè, la possibilità di trasmettere la patologia per asse ereditario
Gli alleati naturali
Forse è bene considerare che ci sono alcuni alimenti che per le loro qualità sono ritenuti dei veri e propri antistaminici naturali. Tra questi, innanzitutto, quelli ricchi di vitamina C come gli agrumi, le carote, broccoli e cavolfiori, fragole, banane, kiwi, ribes nigrum,
pomodori e lattuga. Anche i flavonoidi, con particolare riferimento alla quercitina, rappresentano degli antistaminici naturali. Li troviamo ancora negli agrumi, nella
lattuga e nel pomodoro, ma anche in cipolle, mele e legumi. Ricchi di quercitina sono anche il tè verde e l’ortica (da assumere ad esempio sotto forma di decotto).
Gli omega 3, contenuti ad esempio nelle noci e nel salmone, hanno invece proprietà antinfiammatorie, e tra le erbe aromatiche e le piante officinali possiamo ricorrere all’aiuto di zenzero, camomilla, aglio, ginkgo biloba, alga spirulina e basilico.
TISANA DI MENTA PIPERITA E ORTICA. Con la menta piperita e l’ortica si può preparare una tisana da bere due volte al giorno: mettiamo in una tazza 1 cucchiaino di menta secca (oppure ¼ di tazza di menta fresca) e 1 cucchiaino di foglie di ortica essiccate; copriamo con acqua bollente e lasciamo in infusione 15 minuti. Per addolcire un pò il gusto possiamo aggiungere un
cucchiaino di miele.
SUCCO DI CIPOLLA. Poco appetitoso ma efficace contro la rinite allergica è il succo di cipolla. Per prepararlo tagliamo una cipolla rossa e mettiamo in infusione in un litro d’acqua per 8-12 ore. Il rimedio è pronto da bere una o due volte al giorno (anche in questo caso possiamo rendere migliore il gusto aggiungendo un cucchiaino di miele in ogni bicchiere). Il succo può essere conservato in frigorifero per un massimo di quattro giorni.
Come distinguerle dal Covid 19
Chi non ha mai sofferto di allergia, alla sua comparsa potrebbe facilmente equivocare, specie in questo periodo. Allora vale la pena capire come distinguerle dai sintomi del Covid.
L’allergia respiratoria può manifestarsi con sintomi a carico delle alte e basse vie aeree. I sintomi della rinite allergica tipicamente sono rappresentati da ostruzione nasale, rinorrea, starnutazione e congiuntivite. L’asma bronchiale può presentarsi principalmente con tosse, respiro sibilante e fiato corto. La febbre non è un sintomo attribuibile alle allergie. Secondo quanto recentemente dichiarato dalla Oms, l’infezione da coronavirus si manifesta nel 90% dei casi con febbre e tosse secca (68%), astenia, di stress respiratorio, faringite, mialgia e meno frequentemente con diarrea. La congestione nasale sembrerebbe essere presente solo nel 5% dei pazienti infetti, mentre la congiuntivite nello 0,8% dei casi.