Cannabis terapeutica, al via il processo a Walter De Benedetto, malato grave che la coltivava per alleviare i dolori

cannabis

Si era appellato al Presidente della Repubblica lo scorso 20 ottobre 2020: Walter De Benedetto, paziente affetto da anni da una gravissima forma di artrite reumatoide, aveva chiesto al Capo dello Stato il rispetto del diritto alle cure riconosciuto dalla Costituzione.  Indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso, De Benedetto era ricorso all’autoproduzione per supplire alle lacune del sistema sanitario, non riuscendo a ottenere la quantità di cannabis medica per la quale era in possesso di regolare prescrizione. Una scelta, quella di coltivare la pianta nel giardino di casa, che lo vedrà imputato in tribunale – dove non potrà essere presente di persona vista la seria invalidità che lo colpisce 23 febbraio, data dell’udienza preliminare presso la Procura di Arezzo.

La storia di Walter

Walter è malato di artrite reumatoide da quasi 35 anni, gli è stata diagnosticata quando ne aveva 16. La malattia comporta una progressiva perdita di mobilità oltre che forti dolori articolari. Fino alla fine degli anni Novanta la cura di base era “empirica”: sali d’oro e potentissimi antimalarici come il Plaquenil, diverse cure tra cui la chemio e gli
immunosoppressori come il Metotrexade e l’Endoxen. Gli effetti collaterali erano tremendi:
“Malessere generale, niente energia, vomito, la cura la facevo il sabato e non mi riprendevo
per tre giorni” ha detto De Benedetto.
Nel 2011 il paziente è riuscito a trovare un certo equilibrio grazie alla cannabis
terapeutica. Con l’ausilio della cannabis, dopo tre mesi, Walter aveva tolto la morfina: “Una volta al mese andavo nella farmacia dell’ospedale e mi davano 6 confezioni da 5 grammi. Mi avevano prescritto 1 grammo al giorno [dal 2019, riesce ad ottenere 2 grammi al giorno n.d.r.] sovvenzionati dal Servizio Sanitario regionale. – racconta – Ora a livello di terapia di base prendo un farmaco chiamato Simponi che costa 1.960 euro per una puntura di 1 cc al mese, mentre a livello sintomatico prendo il Bedrocan che costa al servizio pubblico sanitario circa 1.200 euro al mese.”
A causa del progredire della malattia, la quantità garantita dal servizio sanitario nazionale (1 grammo) è ormai insufficiente e andrebbe triplicata. Nonostante i 30 grammi di cannabis comprata dall’Olanda di tasca propria, Walter è stato costretto a
coltivare cannabis nel proprio giardino, perché la ASL di Arezzo non era in grado di
garantire la quantità a lui necessaria per la sua terapia.
Nell’ottobre 2019, per lui e per un amico che lo aiutava ad annaffiare le piante, è scattata la denuncia dopo che i carabinieri hanno fatto irruzione nella sua abitazione, finendo indagato dalla procura di Arezzo per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso.

La campagna per Walter

Sostenuto dalla campagna Meglio Legale – che da un anno si pone come ponte tra istituzioni e cittadini per aprire un dibattito e discutere i temi riguardanti la legalizzazione della cannabis – lo scorso ottobre erano intervenuti sul caso politici e personaggi noti. Tra loro Emma BoninoRoberto SavianoLuigi Manconi, Marco CappatoIacopo MelioAndrea RiveraBobo RondelliCaterina Licatini. Riccardo Magi, deputato di +Europa/Radicali, pochi giorni dopo l’appello si era recato dal paziente nella sua residenza aretina per cedergli della cannabis da lui coltivata durante la disobbedienza civile #IoColtivo. Cessione per la quale Magi si era autodenunciato, il 19 novembre presso il Commissariato Trevi di Roma, chiedendo di essere processato proprio come sarebbe accaduto De Benedetto, rivendicando l’importanza della propria scelta affinché fosse riconosciuta pubblicamente la rilevanza del problema.

“Non ho più tempo per aspettare”

Non ho più tempo per aspettare i tempi di una giustizia che ha sbagliato il suo obiettivo. Il dolore non aspetta. La mia malattia è andata veloce ed è andata veloce anche la giustizia: così mi trovo indagato per le piante di cannabis coltivate nel mio giardino”: ha più volte ripetuto De Benedetto, spiegando così il suo gesto come frutto di necessità. “Quello che più dispiace è vedere sul banco degli imputati una persona che cercava solo di alleviare il suo dolore.” Ha detto Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale che ha proseguito: “La mancanza di informazione tra gli operatori sanitari in materia di cannabis terapeutica e la burocrazia farraginosa che troppo spesso accompagna le regolari prescrizioni, non permette di rispondere adeguatamente al fabbisogno di cannabis medica in Italia.”

L’appello a Mattarella

“La mia richiesta di aiuto è anche un atto di accusa contro un Paese che viola il mio diritto alla salute, il mio diritto a ricevere cure adeguate per il mio dolore.” ha detto De Benedetto nel suo appello al Presidente Mattarella che, in questi mesi, ha ricevuto circa 20mila firme a sostegno, raccolte tramite i siti di Meglio Legale e dell’Associazione Luca Coscioni. È ancora possibile sottoscrivere la richiesta del paziente sul sito della campagna MeglioLegale.it dove si può visualizzare il video messaggio che Walter ha lanciato dal letto di casa sua dove da anni è ormai costretto.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

La cannabis terapeutica in Italia

Da 14 anni, nel nostro Paese è consentito il ricorso alla Cannabis Terapeutica se in possesso di regolare prescrizione medica, ma il fabbisogno è superiore alla produzione e all’importazione del farmaco. Un fenomeno che, legato alla poca informazione in merito, rende farraginoso e complesso l’approvvigionamento della terapia da parte dei pazienti che molto spesso sono costretti a misure come l’autoproduzione. Secondo il report Estimated World Requirements of Narcotic Drugs 2020 dell’International Narcotics Control Board, l’Italia ha un fabbisogno di 1.950 kg all’anno di cannabis medica. A fronte di tale domanda, sulla base di quanto pubblicato sul sito del Ministero della Salute, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM), nel 2019, ha distribuito alla farmacie cannabis per soli 157 kg. Lo stato italiano, per provare rispondere alla domanda interna, ha dovuto acquistare 252 kg di prodotti importati dall’Olanda.