Pari opportunità, l’Autorità francese: l’algoritmo Facebook per gli annunci di lavoro è sessista

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Il garante francese per le pari opportunità ha stabilito che l’algoritmo di Facebook per l’inserimento degli annunci di lavoro è sessista. Alcuni annunci, come quelli per meccanici, vengono mostrati prevalentemente agli uomini (alle donne, i posti nella scuola per l’infanzia)

Il garante francese per le pari opportunità ha stabilito che l’algoritmo di Facebook per l’inserimento degli annunci di lavoro è sessista. Alcuni annunci, come quelli per meccanici, vengono mostrati prevalentemente agli uomini (alle donne, i posti nella scuola per l’infanzia.

Il target differenziato

Il “Défenseur des Droits” ha affermato che il “sistema implementato per la diffusione delle offerte di lavoro tratta gli utenti della piattaforma Facebook in modo differenziato in base al sesso e costituisce una discriminazione indiretta legata al sesso”. L’autorità ha raccomandato a Facebook e alla sua società madre, Meta, di adottare misure per garantire che gli annunci non siano discriminatori, dando all’azienda tre mesi di tempo per comunicare le azioni intraprese.

Le prove della discriminazione

Come spiega il Guardian che riporta la notizia, la decisione arriva dopo che Global Witness, un’organizzazione che si occupa anche dell’impatto delle big tech sui diritti umani, ha pubblicato su Facebook annunci contenenti link a varie posizioni lavorative in Paesi tra cui Francia, Regno Unito, Irlanda e Sudafrica. Lo studio ha rilevato che, in Francia, nove persone su dieci a cui veniva mostrato un annuncio per posizioni da meccanico erano uomini, mentre la stessa proporzione di destinatari degli annunci per insegnanti della scuola dell’infanzia era composta da donne. Otto persone su dieci a cui venivano mostrati annunci per psicologi erano donne, mentre sette su dieci dei destinatari di annunci per piloti erano uomini.

Sentenza storica

Global Witness, insieme alle associazioni francesi La Fondation des Femmes e Femmes Ingénieurs, ha commentato: “Questa sembra essere la prima volta che un’autorità europea stabilisce che l’algoritmo di una piattaforma social discrimina in base al genere, rappresentando un importante passo avanti nel rendere queste piattaforme responsabili rispetto alle leggi vigenti”.

La risposta di Meta

Meta ha respinto la decisione. “Non siamo d’accordo con questo provvedimento e stiamo valutando le nostre opzioni”, ha commentato un portavoce. Nel 2022, ricorda il Guardian, Meta aveva accettato di modificare gli algoritmi di Facebook dopo che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva accusato il sistema di inserzioni immobiliari della piattaforma di discriminare gli utenti in base a caratteristiche come razza, religione e sesso.

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