
Un test del mensile svizzero Saldo trova batteri pericolosi e antibiotico-resistenti in diversi hamburger confezionati, tra cui quelli di Aldi della linea BBQ. Solo 4 su 14 sono risultati davvero sicuri.
di [Redazione Il Salvagente]
Cotti ma ancora un po’ rosa all’interno, come nei migliori ristoranti americani? Meglio evitare, se l’hamburger arriva dal banco frigo del supermercato. È l’avvertimento lanciato da Saldo, il mensile svizzero dei consumatori, dopo un test su 14 hamburger di manzo confezionati acquistati nei grandi distributori.
Già dal titolo del servizio del mensile svizzero, i toni sembrano non lasciare spazio a equivoci: “Questi burger possono fa ammalare“, titola Saldo. E non a caso.
Il risultato, infatti, è inquietante: 8 prodotti su 14 contenevano batteri patogeni, alcuni resistenti agli antibiotici, e in un caso (Coop Naturafarm, il marchio della distribuzione elvetica che non ha nulla a che fare con quello dei supermercati italiani) perfino residui di Pfas, sostanze chimiche industriali considerate tossiche e persistenti.
I burger di Aldi nel mirino
Il laboratorio tedesco incaricato da Saldo ha trovato tracce di Escherichia coli (EHEC o EPEC) – batteri fecali in grado di causare gravi infezioni intestinali e danni renali – in diversi burger, tra cui il Premium Rindsburger Suisse Garantie di Aldi, il Burger Provence di Bell, il Prix Garantie di Coop, il M-Classic di Migros e i Black Angus Burger di Denner e Migros.
Ancora più preoccupante il caso del Black Angus Burger della linea BBQ di Aldi, contaminato da Staphylococcus aureus meticillino-resistenti (MRSA), batteri che possono causare infezioni cutanee e delle mucose difficili da trattare con i normali antibiotici.
Secondo il rapporto, la carne del pregiato Black Angus proveniva da allevamenti intensivi dove l’uso di antibiotici è ancora diffuso. Nello stesso burger sono state trovate quantità di batteri intestinali nove volte superiori ai limiti igienici ammessi.
Anche i burger bio non sono esenti da problemi
Nemmeno i prodotti “verdi” escono indenni dal test. Negli Hacksteaks Bio di Migros e Coop Naturafarm sono stati trovati livelli eccessivi di Enterobacteriaceae, un segno di carenze igieniche nella produzione o di tempi di conservazione troppo lunghi.
In alcuni casi, scrive Saldo, i burger erano già deteriorati alla data di scadenza indicata.
Solo quattro hamburger sono risultati del tutto privi di contaminazioni, ma due di questi – l’XXL Charolais di Aldi e il Qualité Suisse di Lidl – sono stati bocciati per l’elevato contenuto di grassi: oltre 20 grammi ogni 100, più di due cornetti al burro, sottolinenano gli svizzeri.
I migliori e i peggiori del test
I migliori, secondo Saldo, sono il burger IP-Suisse della Migros e il Beefburger Meat & More di Spar, con solo 13 grammi di grassi e un contenuto proteico elevato.
Il burger Migros ha ottenuto il primato assoluto per le proteine: 19 grammi per 100 di prodotto.
Tra i peggiori, invece, spiccano quelli contaminati da EHEC o MRSA, in particolare i burger BBQ Black Angus di Aldi, che uniscono contaminazione batterica e cattiva qualità igienica.
L’appello alla prudenza
Il mensile svizzero raccomanda di cuocere completamente i burger, fino a raggiungere almeno 70 °C anche al centro: la carne deve essere compatta e uniformemente marrone, senza tracce di liquido rosso.
E in cucina, regole ferree: non manipolare carne cruda vicino a verdure o insalate, e lavare accuratamente mani, coltelli e taglieri dopo ogni contatto.
Aldi e Migros, interpellate da Saldo, hanno dichiarato di voler verificare le cause dell’elevata presenza di batteri nei prodotti bio. Sui risultati relativi a EHEC e MRSA, i produttori ricordano che i rischi si evitano rispettando le istruzioni d’igiene e di cottura indicate sulle confezioni.
Anche nei burger surgelati germi resistenti
Il problema non riguarda solo i prodotti freschi: un test analogo condotto da K-Tipp, altro mensile svizzero dei consumatori, ha trovato batteri antibiotico-resistenti in tutti i 12 burger surgelati analizzati, e E. coli patogeni in tre di essi.
In ogni caso, conclude Saldo, la raccomandazione è una sola: niente hamburger al sangue se arrivano dal banco frigo.









