
Il nome riso ‘Venere’ non può essere registrato come marchio commerciale. Il Tribunale dell’Ue ha dato ragione a riso Gallo in un ricorso contro la Sardo piemontese sementi, che dal 2022 aveva dato l’esclusiva a riso Scotti
Il nome riso ‘Venere’ non può essere registrato come marchio commerciale. Il Tribunale dell’Ue ha dato ragione a riso Gallo in un ricorso contro la Sardo piemontese sementi (Sapise), che dal 2022 aveva dato l’esclusiva a riso Scotti.
Con la sentenza del 3 settembre 2025, ha infatti respinto il ricorso presentato da Sapise contro l’Euipo, l’Ufficio europeo per la proprietà intellettuale. Questa varietà di riso aromatico nero è stata creata in Italia nel 1997 da Sapise, a partire da un incrocio tra una varietà di riso nero asiatico ed una padana. Si ottiene una pianta in grado di resistere bene ed esser coltivata nei nostri climi. Nel 2021, il gruppo pavese Scotti aveva acquisito la licenza esclusiva per la commercializzazione da Sapise. Lo stesso anno, Riso Gallo ha avviato un procedimento presso l’Euipo sostenendo la nullità del marchio, poiché ‘Venere’ non rappresenta un nome di fantasia ma la denominazione di una varietà vegetale di riso nero, alla quale è stata concessa la protezione comunitaria nel 1999.
I ricorsi
Come scrive Alimentando.info, che riporta la notizia, nel giugno 2024 la Prima commissione di ricorso dell’Euipo si era espressa a favore di Riso Gallo. La risposta al successivo controricorso di Sapise presso il Tribunale dell’Ue ha infine confermato la nullità del marchio.
La soddisfazione di riso Gallo
Riso Gallo, con una nota ufficiale, “accoglie con profonda soddisfazione la pronuncia favorevole del Tribunale dell’Unione Europea” chiarendo come la protezione comunitaria nel 1999 è stata “riconosciuta dal pubblico come indicativo di una varietà specifica di riso nero indipendentemente dalla sua origine commerciale. Per questo suo carattere intrinsecamente descrittivo, tale termine non può quindi costituire un marchio”.









