Integratori alimentari: così sui social gli influencer esaltano benefici inesistenti

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Foodwatch Germania ha analizzato 674 storie su Istagram di 95 creatori digitali: nel 30% erano contenuti messaggi ingannevoli e forvianti relativi alla salute. Il Ctcu di Bolzano: “Sui social le promesse illegittime sono la regola”

L’organizzazione tedesca per la tutela dei consumatori Foodwatch ha monitorato per 20 giorni le storie di Instagram di 95 influencer di lingua tedesca che collaborano con produttori di integratori alimentari. In totale sono state analizzate 674 storie in cui venivano promossi integratori o i loro produttori. In 358 storie in cui si parlava concretamente di determinati prodotti, Foodwatch ha indagato sull’impiego di indicazioni riguardanti la salute, riscontrandole in circa un terzo delle storie. In tutti questi casi l’organizzazione ha giudicato come illegittima almeno una delle affermazioni contenute, classificando pertanto come ingannevoli tutti i messaggi promozionali esaminati contenenti promesse relative alla salute.

“Nella Ue l’utilizzo di indicazioni riguardanti la salute nella pubblicità di prodotti alimentari è regolamentato in modo dettagliato”, spiega Silke Raffeiner, nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano. “Secondo il cosiddetto Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute le affermazioni su effetti salutari dei prodotti (i cosiddetti Health Claims, claims salutistici) devono basarsi esclusivamente su effetti scientificamente provati, mentre è vietato l’utilizzo, nelle indicazioni dei prodotti alimentari, di dichiarazioni relative a patologie, ovvero alla cura, al lenimento e alla prevenzione di malattie”.

Ciononostante, scrive in una nota l’associazione, gli influencer in questione presentavano gli integratori alimentari come “rimedi miracolosi” contro stanchezza, problemi della pelle o delle articolazioni o per bruciare i grassi. Inoltre, le loro affermazioni (illegittime) non si riferivano ai singoli ingredienti, ma al prodotto nel suo complesso oppure riguardavano sostanze, come il collagene, per le quali non sono ancora stati ammessi i claims salutistici; non mancavano inoltre dichiarazioni vaghe come “sonno migliore”.

In questo modo, i produttori di integratori alimentari, in collaborazione con gli influencer, inducono i consumatori a credere che i prodotti pubblicizzati siano indispensabili per la salute. Gli influencer si presentano inoltre come persone di fiducia, quindi i messaggi pubblicitari vengono percepiti come raccomandazioni personali autentiche e non come mera pubblicità. In questo contesto risulta anche problematico il fatto che circa un quinto delle storie osservate non fosse contrassegnato come messaggio promozionale, contrariamente a quanto prescritto. Spesso ai follower vengono inoltre offerti sconti allettanti tramite codici speciali.

Molti consumatori pensano che gli integratori alimentari e i loro effetti vengano testati prima che i prodotti vengano immessi sul mercato. Tuttavia, a differenza dei farmaci, tale verifica non è necessaria per gli integratori alimentari, motivo per cui la grande maggioranza di essi viene immessa sul mercato senza essere stata sottoposta a esame. Finché non esistono delle indicazioni riguardo alle quantità massime consentite per vitamine e minerali, proseguono dal Ctcu, non si può escludere un possibile sovradosaggio o peggio ancora come ha testimoniato il Salvagente su alcuni integratori contro il colesterolo la loro non assimilabilità nel corpo. Inoltre, vengono ripetutamente ritirati preparati dal mercato a causa della presenza di ingredienti nocivi.

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Foodwatch critica il fatto che sui social media possano essere fatte delle promesse decisamente altisonanti senza che le autorità competenti (in Germania) intervengano. I consumatori e le consumatrici dovrebbero quindi essere più tutelati contro l’inganno, possibili rischi ed effetti collaterali. Sempre secondo Foodwatch bisognerebbe garantire che gli influencer che pubblicizzano integratori alimentari non facciano dichiarazioni pubblicitarie illegittime relative alla salute. Foodwatch chiede altresì una procedura di autorizzazione da parte delle autorità competenti per quanto riguarda gli integratori alimentari e la definizione di quantità massime di vitamine e minerali presenti negli stessi.