“I dati sui rischi del talco, se confermati, porteranno al divieto nei cosmetici”

Nell’inchiesta di copertina del Salvagente facciamo il punto sui pericoli del talco, pubblicando una lista di 100 cosmetici che lo contengono. Il dottor Leonello Attias ci ha spiegato le conclusioni del Comitato che ne ha valutato i rischi

 

La riclassificazione del talco come prodotto probabilmente cancerogeno getta una nuova ombra sulla pericolosità che non è più legata esclusivamente a una eventuale contaminazione con amianto.

Dopo la scoperta di 100 cosmetici che contengono questo ingrediente, potenzialmente

L’inchiesta completa sui pericoli del talco e la lista dei 100 cosmetici che lo contengono la trovate sul Salvagente di settembre, in edicola o in versine digitale (o cartacea inviata gratuitamente a casa) QUI

dannoso, abbiamo cercato di comprendere meglio le ragioni che hanno spinto a chiedere una svolta tanto rigida, intervistando Leonello Attias direttore del Centro nazionale sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione del consumatore dell’Istituto superiore di sanità.
Dottor Attias, facciamo un passo indietro, a settembre 2024, quando l’Agenzia chimica europea ha raccomandato di classificare il talco come 1B, ovvero presunto cancerogeno per l’uomo. Se la proposta venisse accettata, il regolamento comunitario sui cosmetici potrebbe vietarne l’uso nei cosmetici entro il 2027. Qual è la posizione dell’Istituto superiore di Sanità? Vi aspettate che venga approvata o prevarranno gli interessi dei produttori?
Ricercatori dell’Istituto superiore di sanità, che partecipano in qualità di esperti (un membro titolare e vari advisor in relazione alle differenti competenze tossicologiche) alle attività del Comitato Rac (Comitato per la valutazione dei rischi) dell’Echa per gli aspetti relativi alla salute umana hanno partecipato alla elaborazione della proposta di classificazione del talco. Si precisa che, allorché il parere del Rac è pubblicato sul sito web di Echa il lavoro del Comitato Pac è concluso e il parere viene inviato alla Commissione europea cui spetta la decisione definitiva in merito. In generale la Commissione approva il parere del Rac sul piano scientifico tuttavia potrebbe chiedere al Comitato di riconsiderare il proprio parere qualora siano rese disponibili nuove informazioni che non erano a disposizione del Rac al momento della sua valutazione.
La Iarc classifica anche il talco senza amianto come probabilmente cancerogeno per l’uomo, sulla base di prove limitate di cancro (ovarico) negli esseri umani, prove sufficienti negli animali e forti evidenze in laboratorio sulle sue proprietà cancerogene. Perché alla luce di queste evidenze è ancora utilizzato in tanti prodotti della cosmesi?
Per quanto attiene ai cosmetici, attualmente il talco (silicato di magnesio idrato) è disciplinato dal Regolamento (CE) 1223/2009 sui prodotti cosmetici, ed è considerato alla voce 59 dell’Allegato III del Regolamento medesimo. Questo Allegato elenca le sostanze che possono essere utilizzate nei prodotti cosmetici solo alle condizioni d’uso specificate. La voce 59 stabilisce che i prodotti in polvere destinati a bambini di età inferiore ai 3 anni contenenti talco devono riportare l’avvertenza “Tenere la polvere lontana dal naso e dalla bocca del bambino”. Per applicare uniformemente nel mercato interno dell’Unione europea il divieto di uso delle sostanze Cmr (Cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione), le sostanze identificate e classificate come tali dal Regolamento 1272/2008 vengono incluse dalla Commissione nell’elenco delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici. Pertanto, qualora fosse confermata la classificazione del talco come cancerogeno 1B, salvo richieste di utilizzo in via eccezionale, la sostanza sarebbe vietata nei prodotti cosmetici. Ma questo può avvenire solo dopo l’approvazione da parte della Commissione sulla base del parere del Comitato Rac.
I processi di purificazione del talco, utilizzati dalle aziende produttrici, sono sufficienti a garantire la sicurezza dei consumatori?
I processi di purificazione, così come l’analisi delle alternative al talco, esulano dall’ambito della valutazione del pericolo e del rischio chimico della sostanza. Tali informazioni sono disponibili presso le associazioni di settore e possono essere richieste direttamente o attraverso l’autorità nazionale competente (ministero della Salute) o attraverso il ministero delle Imprese e del made in Italy.
Qual è il messaggio che possiamo mandare a chi utilizza quotidianamente questi prodotti? A cosa dovrebbe fare attenzione nella scelta e nell’uso dei cosmetici appartenenti a queste categorie?
La regolamentazione europea in materia di sostanze chimiche garantisce l’uso sicuro sulla base delle evidenze scientifiche disponibili al momento della valutazione e prevede un aggiornamento dello stato dell’arte sulla base dei progressi scientifici.
La Commissione Ue e gli Stati membri danno elevata priorità alle criticità emergenti per la salute dei consumatori prendendo in considerazione l’operato di agenzie di rilievo internazionale come la Iarc. Si ricorda che, nel caso di specie, la Iarc ha pubblicato la sintesi della sua valutazione sul talco a luglio del 2024 mentre a livello europeo, il processo di armonizzazione della classificazione del talco è iniziato a novembre del 2021, il fascicolo è stato presentato a Echa da parte dei Paesi Bassi a gennaio 2023 e il Rac ha emesso la sua proposta di classificazione il 20 settembre del 2024 senza poter prendere in considerazione nei dettagli la valutazione della Iarc del 2024 perché pubblicata durante o successivamente alla elaborazione del parere.
Il messaggio da mandare a chi utilizza quotidianamente questi prodotti è che gli Stati membri e la Commissione cooperano per la tutela della salute come si evince dagli atti formali pubblicati e dalle decisioni adottate (si consideri che allo stato l’Allegato II del Regolamento cosmetici, che viene aggiornato regolarmente, e include oltre 1.700 voci).

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