Biossido di titanio, sentenza choc della Corte Ue: “Non è cancerogeno”

Resta il divieto di usare il biossido di titanio come additivo alimentare ma il pronunciamento dei giudici del Lussemburgo è una vittoria per la lobby dell’industria. Foodwatch “Per la prima volta si mette in discussione l’autorevolezza delle autorità di controllo”

La Corte di giustizia conferma l’annullamento della classificazione del
biossido di titanio in polvere se inalato come sostanza cancerogena. Una sentenza che però non cancella il divieto di usare il biossido di titanio come additivo alimentare, perché considerato non sicuro e a rischio genotossicità.

Il pronunciamento della Corte del Lussemburgo arriva dopo che il Tribunale europeo, nel 2022, aveva accolto il ricorso dell’industria che chiedeva di non classificare più la sostanza in nanoparticelle nelle formulazioni in polvere come cancerogena. Contro quella decisione Francia e Commissione Ue erano ricorse alla Corte che però ha respinto la pretesa.

Contro la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea del Lussemburgo si è schierata la Ong Foodwatch: “La sentenza potrebbe costituire un pericoloso precedente per future battaglie legali sulle classificazioni di sicurezza delle sostanze chimiche, rafforzando potenzialmente le contestazioni dell’industria alle decisioni delle autorità di regolamentazione a seguito di valutazioni complesse. Nel caso del biossido di titanio, i gruppi industriali si sono rifiutati per anni di fornire all’Echa (Agenzia europea per le sostanze chimiche, ndr) informazioni adeguate sulle nanoforme della sostanza, il che ha ostacolato gravemente le loro valutazioni. È prevedibile che questa situazione si ripeta in futuro, soprattutto per le nanosostanze”.

Biossido di titanio: le date principali

Ripercorriamo le date salienti degli ultimi anni legate al biossido di titanio.

Il biossido di titanio è utilizzato, tra l’altro, sotto forma di pigmento bianco, in vari prodotti, tra cui vernici, medicinali, prodotti alimentari e giocattoli.

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Nel 2016, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro (Anses, Francia) ha presentato all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) una proposta di classificazione del biossido di titanio come cancerogeno per inalazione. 

Nel 2017, il Comitato per la valutazione dei rischi (Rac) dell’Echa ha adottato un parere in cui dichiarava giustificata la classificazione di tale sostanza.

Sulla base di tale parere, nel 2019, la Commissione europea ha adottato un regolamento che procedeva alla classificazione e all’etichettatura del biossido di titanio. Più specificamente, secondo la Commissione, tale sostanza era sospettata di essere cancerogena per l’uomo, per inalazione, in polvere contenente l’1% o più di particelle di diametro pari o inferiore a 10 μm. Diversi produttori, importatori, utilizzatori a valle e fornitori di biossido di titanio hanno contestato tale classificazione ed etichettatura dinanzi al Tribunale dell’Unione europea.

L’additivo, noto come E171, è stato vietato in tutta l’Ue nel 2022 a seguito di una valutazione del rischio condotta dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che ha concluso che la sua sicurezza non poteva essere garantita, anche a causa dell’impossibilità di escludere il rischio di genotossicità.

Con sentenza del 23 novembre 2022, il Tribunale europeo ha annullato la classificazione e l’etichettatura contestate. Ha constatato, in particolare, che la Commissione aveva commesso un errore manifesto nella valutazione dell’accettabilità e dell’affidabilità di uno studio scientifico su cui si basava la classificazione.

La Francia e la Commissione europea hanno presentato ricorso alla Corte di giustizia contro tale sentenza del Tribunale.  Con la sentenza del 1° agosto 2025, la Corte di giustizia respinge tali ricorsi e conferma quindi la sentenza del Tribunale e l’annullamento della classificazione contestata del biossido di titanio come cancerogeno.

Le lobby battono le autorità di regolamentazione

Secondo la Corte di giustizia, si legge in una nota, sebbene il Tribunale abbia ecceduto i limiti del suo sindacato giurisdizionale, l’annullamento della classificazione e dell’etichettatura contestate è comunque giustificato.Il Tribunale – prosegue la nota – ha giustamente ritenuto che il Rac non avesse preso in considerazione tutti i fattori rilevanti ai fini della valutazione dello studio scientifico in questione”.

Di tenore completamente diverso è la posizione di Foodwatch: “La sentenza della Corte sulla cancerogenicità del biossido di titanio ci ricorda chiaramente che la battaglia tra gli interessi dell’industria e la tutela della salute pubblica è tutt’altro che risolta nella regolamentazione chimica europea.