Insalata di mare o cocktail di 40 additivi?

INSALATA DI MARE

Che si tratti di un antipasto o della base per un piatto unico, l’insalata di mare è molto venduta in questo periodo. Ma, accanto a prodotti che contano su pesce e poco altro, ne abbiamo trovati alcuni con più di 40 ingredienti

Con il grande caldo che caratterizza queste ultime estati si cerca di usare sempre meno i fornelli e scegliere a pranzo e cena soluzioni fresche come le insalatone: piatti più o meno completi dal punto di vista nutrizionale con fonti proteiche animali o vegetali derivanti da affettati, conserve di pesce, formaggi, uova sode…
Tipiche dell’estate sono proprio le insalate di mare che si trovano già belle e pronte al supermercato nelle vaschette; già condite con olio, arricchite talvolta di vegetali, da mettere quindi solo nel piatto per essere consumate. Girando tra gli scaffali del supermercato, quelle che si potrebbe pensare siano semplici conserve di pesce in realtà contengono una miriade di ingredienti e additivi difficili da immaginare.
Vediamo qualche referenza.

Pesce verdura e poco altro

Partiamo dall’Antipasto di Mare Conad, una porzione da 220 g che contiene il 73% di

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molluschi e crostacei (totani, seppie, polpi, cozze, mazzancolle tropicali), olio di semi e

aceto. In misura ridotta inserisce il fruttosio, tanto poco da riportare il valore zero nella tabella nutrizionale alla voce “zuccheri” e come conservante il sorbato di potassio. Niente di particolarmente sgradito come anche per la stessa Insalata di Mare Conad dove la componente ittica scende al 53,8% per dare spazio a un 28% di vegetali (peperoni, carote, cetrioli, cipolline).
Minore il quantitativo di molluschi e crostacei nelle relative preparazioni di Coop: 55% nell’antipasto di mare Medusa e 50%, con 20% di vegetali, nell’insalata di mare.

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Ma c’è chi arriva a 40 ingredienti

Passando tra gli scaffali di Eurospin invece troviamo un prodotto, la cui lista ingredienti salta subito all’occhio: l’Insalata Imperiale. Analizziamola un pezzo alla volta perché è davvero complessa.
La componente ittica è costituita da prevalentemente da surimi che analizzeremo successivamente nello specifico e in misura minore da mazzancolla tropicale. Nella lista di additivi presenti in questa apparentemente semplice insalata di mare, costituita da pezzi di pesce separati, senza vegetali, sughetti e cremine troviamo una lista nutrita. Stabilizzanti: sorbitolo (E420), difosfati (E450), trifosfati (E451), polifosfati (E452). Addensanti: carragenina (E407). Esaltatori di sapidità: glutammato monosodico (E621), guanilato disodico (E627), inosinato disodico (E631). Conservanti: acido lattico (E270), sorbato di potassio (E202), metabisolfito di sodio (E223).
Oltre a queste molecole troviamo una lunga lista di carboidrati e zuccheri come amido di frumento, zucchero, amido di tapioca modificato, amido di mais e poi altri ingredienti di natura proteica come proteine della soia e albume d’uovo, materia grassa proveniente da olio di colza e infine aromi e coloranti.
Intorno ai 45 ingredienti per un prodotto che dalla confezione non sembra per nulla un ultraprocessato, ma appare come semplici tocchetti di crostacei.
Un’insalata di mare, che tutti si aspetterebbero come un secondo piatto, quindi come una fonte principalmente di proteine, che fornisce invece la bellezza di 54 g di carboidrati per 100 g di prodotto a fronte di un misero 5% di proteine; tanto da assomigliare più a un primo piatto.

Sapete cos’è il surimi?

Questo assetto nutrizionale dipende esclusivamente dalla presenza dei surimi, cilindretti bianchi con la crosta arancione o addirittura pezzi simili a gamberi dalla superficie striata bianca e arancione. I surimi con gamberi e crostacei in genere non hanno però nulla a che fare.
Si tratta di polpa di merluzzo, o meglio di scarto di merluzzo (la rifinitura delle carcasse) impastata con amido di frumento per ottenere la forma desiderata di cilindretto o di gambero o anche polpe come quelle delle famose chele di granchio che troviamo nel banco surgelati o nelle friggitorie. Grazie agli stabilizzanti è possibile da un lato mantenere la forma durante le fasi di conservazione, dall’altro, grazie ai polifosfati, che ormai l’industria da anni cerca di togliere di mezzo in quanto nocivi per la salute, trattenere acqua all’interno della matrice per conferire morbidezza e consistenza.
Per farli sembrare e sapere di crostacei si utilizzano i coloranti, in questo caso estratto di paprika (E160c) ma anche talvolta cocciniglia, mescolati con curcuma per la classica tonalità arancione e poi aromi ed estratti; nello specifico estratto di gambero e granchio. Non mancano infine i temuti esaltatori di sapidità, onnipresenti laddove ci sia la necessità di enfatizzare sapori che si perdono durante le stressanti operazioni industriali e si voglia ricondurre al gusto “umami” che anche nel settore ittico si sposa bene.
Stiano attenti gli allergici, perché in questi prodotti dalla lunga lista di ingredienti gli allergeni sono davvero tanti altri oltre a quelli che ci si aspetta, ossia pesce e crostacei. C’è uovo, soia, frumento, e anidride solforosa, talvolta anche tracce di latte, sedano e senape.
Fino a qualche anno fa trovavamo anche il biossido di titanio, E171 che nell’estate del 2022 è stato bandito, consentendo alle aziende di vendere le scorte già prodotte. Buttare un occhio sulla lista ingredienti al fine di cercarlo non fa male, perché anche di recente è stato trovato e opportunamente segnalato al Nas.