Frigoriferi troppo caldi: un allarme dal Regno Unito. E non è il primo

FRIGORIFERI

Dopo gli avvisi lanciati in Germania e Francia, ora anche la Food Standards Scotland denuncia temperature eccessive nei frigoriferi domestici (anche nuovi) che mettono in pericolo la sicurezza alimentare. Vediamo come ridurre i rischi

Frigoriferi troppo caldi, alimenti conservati male e rischi sempre più concreti di intossicazioni alimentari. L’ultimo allarme arriva dalla Food Standards Scotland (FSS), l’autorità britannica per la sicurezza alimentare, che ha appena pubblicato i risultati dello studio FROST (Fridge Recording Over Set Time). L’indagine ha coinvolto oltre 350 famiglie tra agosto 2023 e maggio 2024, monitorando la temperatura reale dei frigoriferi per dieci giorni consecutivi, ogni dieci minuti.

I risultati sono tutt’altro che rassicuranti: la temperatura media rilevata è stata di 5,17 °C, appena sopra il limite massimo raccomandato (5 °C), ma con punte che arrivano fino a 19,1 °C in alcuni casi. Una condizione che, secondo gli esperti della FSS, favorisce la proliferazione di batteri e accresce il rischio di malattie alimentari, come salmonellosi o listeriosi.

“Si stima che nel Regno Unito si verifichino 43.000 casi di intossicazione alimentare all’anno – ha dichiarato la dottoressa Louise Crozier della FSS – e il frigorifero è la prima linea di difesa. Ma la maggior parte delle persone non controlla la temperatura, anche se sa quale dovrebbe essere quella corretta.”

L’allarme tedesco: più della metà dei frigoriferi sopra i limiti

Quello britannico non è un caso isolato. A gennaio, il Salvagente aveva raccontato di uno studio condotto in Germania dall’Università di Colonia e pubblicato sul Journal of Consumer Protection and Food Safety, secondo il quale oltre la metà dei frigoriferi domestici tedeschi supera i 7 °C. Anche in quel caso, la causa non era solo tecnica ma comportamentale: pochi consumatori usano un termometro da frigorifero e molti riempiono eccessivamente l’elettrodomestico, ostacolando la circolazione dell’aria fredda.

Il problema, evidenziavano gli autori dello studio, è che gli alimenti deperibili come carne, pesce e latticini devono essere conservati sotto i 5 °C per rallentare lo sviluppo di microbi. Superato quel limite, la durata di conservazione si riduce drasticamente, anche se le etichette riportano date di scadenza apparentemente rassicuranti.

Il caso Francia: l’Anses chiede di rivedere le scadenze

A suonare la stessa campanella d’allarme era stata anche, ad aprile, l’Anses, l’agenzia francese per la sicurezza sanitaria. In uno studio approfondito, l’ente ha chiesto ufficialmente ai produttori di ricalcolare le date di scadenza dei cibi freschi tenendo conto del fatto che la temperatura effettiva nei frigoriferi domestici è spesso superiore a quella ipotizzata nelle simulazioni industriali.

sponsor

In pratica, i test di shelf life vengono condotti assumendo che il frigorifero sia mantenuto a 4 °C, ma nella realtà molte famiglie francesi – e non solo – hanno temperature superiori, anche di 2-3 gradi. Questo rende le date di scadenza troppo ottimistiche e potenzialmente pericolose per la salute pubblica.

La sicurezza inizia dal frigorifero

L’indicazione che arriva da tutte queste ricerche è una sola: il frigorifero non è infallibile, e la responsabilità della sicurezza alimentare inizia a casa. Controllare regolarmente la temperatura con un termometro dedicato, non riempirlo eccessivamente, e riporre correttamente gli alimenti (con la carne cruda nel ripiano più basso, ad esempio) sono accorgimenti semplici ma fondamentali.

In un periodo in cui il risparmio energetico porta molte famiglie ad alzare il termostato del frigorifero, ignorare questi aspetti può trasformarsi in un rischio concreto per la salute.

Ordine e disposizione

Un primo punto nell’ordinare gli alimenti in frigo riguarda proprio la loro disposizione, che dovrebbe puntare a massimizzare gli spazi senza tuttavia riempirli inutilmente. Ogni frigo è in genere pensato per un ordine specifico di disposizione degli alimenti.FRIGORIFERO

  • In alto dovrebbero essere collocati dolci, burro, formaggi e yogurt;
  • Nel ripiano di mezzo, andranno i cibi già cotti, gli affettati e i sughi;
  • In basso vanno le carni, pesce e cibi crudi;
  • I cassetti sono pensati per accogliere frutta e verdura;
  • Gli sportelli, analogamente, danno posto a bevande e salse, che in genere non necessitano di temperature troppo basse.

Un discorso a parte andrebbe fatto per i cibi già cotti, la cui collocazione dovrebbe essere comunque quella del ripiano di mezzo. Chiaramente gli alimenti dovranno prima raffreddare, dato che un’alta temperatura induce il condensatore ad impiegare più energia per garantire il freddo necessario, con il rischio che gli altri alimenti si rovinino. Ogni avanzo dovrebbe poi essere inserito in un apposito contenitore, badando bene di non conservarlo per un periodo superiore ai 3-5 giorni. Qualora si pensasse di non riuscire a consumare gli avanzi prima, sarebbe più corretto metterli in freezer per allungare il loro tempo di conservazione.