Smalti trasparenti tra buone e cattive notizie (tra cui un solvente dannoso per la fertilità)

Le analisi effettuate dalla rivista tedesca Öko test su 20 smalti trasparenti promuovono 12 prodotti e ne bocciano 5 tra cui Ives Rocher e Maybelline. Nel dettaglio i risultati del test 

Sempre più utilizzato da chi vuole sfoggiare unghia perfette, brillanti e forti, lo smalto trasparente, detto “top coat”, può contenete alcuni ingredienti pericolosi. Come il solvente toluene, considerato dannoso per la fertilità e lo sviluppo del feto, o il plastificante trifenilfosfato, potenzialmente genotossico. È quanto emerge dalle analisi effettuate dalla rivista tedesca Öko test su 20 smalti trasparenti. Sonora bocciatura per lo smalto effetto gel di Ives Rocher, male Maybelline e Artdeco, mentre ottengono un giudizio “ottimo” gli smalti Douglas, Essence e Max Factor.

Smalti trasparenti alla prova di laboratorio: 12 ottengono un giudizio “ottimo”

Tra “base coat” (per la base), “top coat” (per la finitura) e gel, il mercato degli smalti trasparenti è più ricco che mai e spesso le etichette dei prodotti sono poco dettagliate. I 20 prodotti analizzati da Öko test sono quasi pubblicizzati come Top Coat, alcuni anche come Base Coat o come prodotto 2-in-1. Oltre la metà dei prodotti, 12 su 20, ottengono il punteggio massimo, 3 ottengono “buono” mentre 5 prodotti si fanno notare in negativo per ingredienti problematici e mancanza di trasparenza sulla composizione.

Scoperto solvente che può compromettere la fertilità

Il principio dello smalto si basa sulla combinazione di agenti filmogeni come nitrocellulosa o resine sintetiche con solventi come etilacetato o butilacetato: una volta evaporato il solvente, lo strato liquido si indurisce sull’unghia e contribuisce a conferire l’aspetto di resistenza e brillantezza. Quindi, senza solventi lo smalto non funziona, tuttavia alcuni prodotti del test contengono un solvente non dichiarato nell’elenco degli ingredienti, il toluene, che fa parte degli idrocarburi aromatici ed è considerato dannoso per la fertilità e lo sviluppo del feto. A seconda della concentrazione, può danneggiare il sistema nervoso, i reni e potenzialmente il fegato. È probabile che questa sostanza Cmr (cancerogena, mutagena, tossica per la riproduzione) sia presente come contaminante, come ha dichiarato un produttore affermando di essere sorpreso dal contenuto rilevato di toluene: “dopo un’analisi preliminare, può trattarsi solo di una contaminazione accidentale tecnologicamente inevitabile”, ha spiegato.

Il consiglio è quello di applicare lo smalto in un ambiente ben ventilato perché, evaporando, i solventi possono irritare le vie respiratorie.

Il trifenilfosfato tra le altre sostanze indesiderate

Critico anche l’uso del plastificante trifenilfosfato, che non dovrebbe comparire in uno smalto visto che, in una recente dichiarazione, il Comitato scientifico dell’Ue per la sicurezza dei consumatori (Sccs) ha affermato di non poter escludere un potenziale genotossico della sostanza nei prodotti per unghie e la classifica come “non sicuro”. Inoltre, a novembre 2024 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha inserito il plastificante nella lista delle sostanze Svhc particolarmente preoccupanti per il suo comportamento da interferente endocrino.

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Si può fare a meno dei filtri UV problematici?

Sotto accusa anche i filtri UV, contenuti negli smalti. Alcuni di essi sono considerati problematici: in particolare, il benzofenone-1, l’etocrilene e l’octocrilene. Il primo ha mostrato effetti ormonali nei test sugli animali, gli altri due hanno mostrato tali effetti nei test cellulari.
Ma perché uno smalto dovrebbe contenere un filtro UV? Alcuni produttori hanno spiegato che serve a proteggere lo strato di smalto colorato sottostante o la formulazione stessa del prodotto, esposta continuamente alla luce diurna e artificiale nella boccetta trasparente. Tuttavia, tutti gli smalti del test sono in confezioni trasparenti – e la maggior parte non contiene filtri UV problematici.

Smalto trasparente senza lista degli ingredienti

Senza dubbio è una cosa più che fastidiosa quando un’azienda vende il proprio prodotto online e non offre alcuna possibilità di consultare l’elenco degli ingredienti (né sul prodotto stesso, né sulla pagina di vendita).

Eppure il regolamento sui cosmetici stabilisce chiaramente che l’elenco completo degli ingredienti deve comparire sull’imballaggio dei cosmetici o nelle sue immediate vicinanze. E quersto vale anche per l’online, come ha stabilito il Tribunale regionale superiore di Karlsruhe nel 2018, ritenendo che un produttore di cosmetici naturali, che vendeva un prodotto online senza Inci leggibile, stesse violando la legge. Anche perché l’elenco degli ingredienti è, sia per i cosmetici naturali sia per quelli convenzionali, una delle “informazioni essenziali” di cui i consumatori hanno bisogno “per prendere una decisione commerciale informata”.

Le nitrosammine finalmente non sono più un problema

Dopo le critiche ci sono anche le notizie positive e riguardano le nitrosammine cancerogene, che non rappresentano più un problema. Nel precedente test sugli smalti del 2017, tre quarti dei prodotti presentavano problemi legati a queste sostanze, presumibilmente originate dalla nitrocellulosa usata come filmogeno. In questo test, la nitrocellulosa è ancora presente in molte formulazioni. Tuttavia, il laboratorio incaricato ha rilevato una sola nitrosammina in un prodotto – e in una concentrazione così bassa da non comportare alcuna penalizzazione.