
Il detersivo in polvere è più efficace sulle macchie difficili e preserva meglio il bucato bianco. Quello liquido è più indicato per i colori scuri, ma non elimina lo sporco; quello in capsule è una via di mezzo, ma il suo successo è dovuto soprattutto alla praticità. Ecco chi vince e chi perde secondo il test di Que Choisir
Eliminare le macchie più ostinate, preservare il bianco o la brillantezza dei colori: sono le promesse che fanno tutti i marchi di detersivi per lavatrice. Ma quanto sono reali? Il test effettuato da Que Choisir su 21 detersivi liquidi, in polvere e in capsule dimostra che anche i prodotti che rispondono meglio a queste sfide presentano dei punti deboli. Nonostante il boom di vendite dei detersivi liquidi, ad esempio, questi prodotti non sono in grado di eliminare le macchie di grasso, ma preservano meglio i colori. Dall’altro lato i detersivi in polvere e in capsula ottengono risultati migliori sullo sporco grasso ed enzimatico (cioccolato e sangue), ma sbiadiscono più facilmente i colori.
Vediamo nel dettaglio i risultati del confronto effettuato su 21 detersivi venduti nei supermercati in tre formati (4 in polvere, 10 liquidi e 7 in capsula) sia di grandi marchi (Dash, Ariel, Le Chat), sia a marchio dei distributori tradizionali (Carrefour, Apta di Intermarché, Uni Vert di E.Leclerc) e dei discount (Formil di Lidl, Tandil di Aldi, Sentimat di Action). Il test ha preso in considerazione l’efficacia di lavaggio, la capacità di preservare il bianco e i colori, e, da un punto di vista salutare, la presenza di 56 profumi allergizzanti e di 4 conservanti altamente allergizzanti (MIT, MCIT, OIT e BIT).
Efficacia disomogenea sulle macchie
La prova lavaggio è stata effettuata a 30° su tessuti con strisce di diversi tipi di macchie: grasse (olio minerale, trucco, grasso di manzo), enzimatiche (cioccolato, patata, sangue) e ossidabili (erba, tè, salsa di pomodoro). Sulle macchie grasse, ottengono le migliori prestazioni i prodotti in capsula: 3 detersivi su 7 ottengono il punteggio massimo (Auchan Expert fraîcheur 5 en 1, Formil 5 en 1 Universelle e Ariel 3 in 1 Pods Original), ma va citato Uni Vert Peaux Sensibles (E. Leclerc) che costituisce un’eccezione negativa, agendo appena più dell’acqua pura.
Ad ottenere i risultati più deludenti sulle macchie grasse, sono i detersivi liquidi: 6 marchi su 10 ottengono una pessima valutazione; solo Dash 2 en 1 Envolée d’air si comporta in modo dignitoso.
Sulle macchie ossidabili, invece, le polveri mostrano ottime prestazioni. Tandil Fraîcheur (Aldi) si dimostra particolarmente efficace, e Xéor Savon de Marseille e Skip Active Clean svolgono bene il loro compito. La maggior parte dei liquidi e delle capsule finisce con un risultato mediocre, ad eccezione di Sentimat Marseille, i cui risultati sono scarsi.
Infine, sulle macchie enzimatiche, in ogni categoria si trovano detersivi capaci di eliminarle, ma anche prodotti che performano male, soprattutto tra i liquidi: Apta Ecolabel (Intermarché) e Sentimat Marseille si distinguono negativamente.
In sintesi, capsule e polveri risultano i più efficaci sui vari tipi di macchie. Tra le capsule, 4 prodotti su 7 ottengono ottimi risultati, mentre tra le polveri 3 su 4 ottengono voti eccellenti.
I liquidi preservano meglio i colori
La maggior parte delle capsule (6 su 7) e delle polveri (3 su 4) riescono a contrastare l’ingrigimento del bianco dopo ripetuti lavaggi e ottengono un buon punteggio su questo aspetto. Anche in questo caso Uni Vert Peaux Sensibles si distingue negativamente.
Per quanto riguarda i liquidi, il quadro si capovolge: su 10 referenze selezionate, solo 2 ottengono una buona valutazione, mentre le altre sono mediocri o addirittura scarse, come Maison Verte Fraîcheur d’été, Formil Nature Aloe Vera e Tandil Savon de Marseille Sensitive.
Rispetto alla tenuta dei colori i detersivi liquidi si comportano meglio. L’Arbre Vert Savon Végétal ottiene il miglior punteggio, e altri 5 marchi si difendono bene. Le 7 capsule, invece, mostrano prestazioni peggiori, e i 4 detersivi in polvere sono deludenti. Sul trasferimento dei colori tutti i detersivi ottengono risultati medi.
Ricapitolando i detersivi in polvere schiacciano la concorrenza in termini di efficacia di lavaggio. La loro superiorità è molto evidente rispetto ai detersivi liquidi e persino rispetto alle capsule. Nei test di laboratorio, i tessuti impregnati di un mix di fango ed erba — una macchia particolarmente ostinata — di sangue, di succo di frutta, di pomodoro, di senape, di caffè o di tè sono usciti dalla lavatrice più puliti dopo essere stati lavati con una polvere. Inoltre, preservano il bianco evitando che ingrigisca, grazie alla presenza di agenti sbiancanti che invece sono assenti nei detersivi liquidi. Di contro, la presenza di questi agenti sbiancanti non è adatta ai capi colorati. Salvo rare eccezioni, i detersivi in polvere tendono infatti a sbiadire i colori con il passare dei lavaggi.
I detersivi liquidi non rimuovono le macchie, ma preservano i colori vivaci e scuri, come il nero profondo o il rosso acceso. Non sono adatti ai bianchi e, in caso di macchie su capi colorati, è necessario un pre-trattamento con sapone o un smacchiatore prima del lavaggio.
I detersivi in capsule, invece, che occupano sempre più spazio sugli scaffali dei supermercati, devono per lo più il loro successo al formato pratico che ai buoni risultati. Non rimuovono le macchie altrettanto bene dei detersivi in polvere, ma se la cavano meglio dei detersivi liquidi. Preservano generalmente meno bene i colori rispetto ai detersivi liquidi e per questo non sono il compromesso giusto. Infine, presentano dei rischi per i bambini piccoli che ne sono attirati dalla forma e dai colori.
Etichette incomplete e troppi allergeni
L’etichettatura degli ingredienti riportata sul retro delle confezioni di detersivi è molto incompleta: si limita a nomi generici e a intervalli di concentrazione. Fatta eccezione per i conservanti e i profumi allergizzanti che devono essere indicati, non fornisce alcuna informazione dettagliata sul contenuto del prodotto. Tuttavia, poiché i produttori sono obbligati a pubblicare online le schede di composizione dettagliate dei detersivi, Que Choisir le ha recuperate, penalizzando quelle che contengono molecole da evitare, come i CMR, ovvero composti cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione, o anche interferenti endocrini. Ad esempio, il butylphenyl methylpropional, un profumo tossico per la riproduzione e sospettato di essere un interferente endocrino, o di metaborato di sodio anidro, uno stabilizzante sospettato di essere tossico per la riproduzione, e così via.
I produttori di detersivi amano aggiungere profumi, sfruttandoli per promuovere le fragranze nei loro prodotti. Purtroppo, fanno uso di sostanze allergizzanti. La presenza di 26 profumi classificati come allergeni dalla normativa europea deve essere indicata quando la loro concentrazione supera i 100 mg/kg. Obbligo che però non garantisce una protezione per le persone sensibilizzate, poiché la soglia di reazione allergica varia da un allergene all’altro. Esistono detersivi senza profumo, anche se sono pochi. Que Choisir li raccomanda per le pelli sensibili e per chi desidera evitare il contatto con sostanze allergizzanti, anche perché i profumi non apportano alcun beneficio al potere pulente del detersivo.
Un altro rischio per le pelli sensibili proviene dai conservanti comunemente utilizzati, noti per essere altamente allergizzanti: la MIT (metilisotiazolinone) e la combinazione MIT/CMIT (metilcloroisotiazolinone). Queste sostanze hanno un elevato potenziale allergizzante e provocano numerosi casi di eczema da contatto. I detersivi in polvere e in capsule non contengono conservanti, mentre sono molto presenti nei detersivi liquidi che, però, possono contenere la BIT (benzisotiazolinone), appartenente alla stessa famiglia.
Ambiente, ingredienti a volte tossici
Il test ha assegnato anche un punteggio “ambiente”, basato principalmente sulla presenza di ingredienti nocivi per gli ambienti acquatici. Ad ottenere il punteggio peggiore sono 3 prodotti: le capsule Le Chat Discs e X-tra Trio Caps, e il liquido Skip Extra, che contengono, tra l’altro, profumi e conservanti altamente tossici per gli organismi marini, con effetti a lungo termine. Tre detersivi ricevono un punteggio mediocre: Ariel 3 in 1 Pods Original, Sentimat Marseille e Dash 2 in 1.
Attenzione alle capsule con i bambini
I detersivi in capsula sono stati valutati anche sotto il profilo della sicurezza visto che con i loro colori vivaci attirano i più piccoli, che talvolta arrivano perfino a morderle, come dimostrano i dati dei centri antiveleni che nel 2024 hanno registrato in Francia 1.301 casi di intossicazione dovuti a questo fenomeno. Dal 2015, i produttori sono obbligati ad adottare misure preventive come una scatola opaca, la chiusura rinforzata, pittogrammi di avvertimento, aggiunta di una sostanza amaricante che spinga il bambino a sputarla immediatamente. Sei delle sette referenze testate rispettano queste norme. Tuttavia, alcune capsule di Uni Vert Peaux Sensibles si sono rotte troppo facilmente durante il test di resistenza alla compressione.
La soluzione? Alternare due detersivi per conciliare sicurezza e pulizia
In breve, i detersivi liquidi preservano bene i colori, ma fanno più fatica a eliminare le macchie più resistenti e a mantenere il bianco. Le capsule e le polveri mostrano i risultati opposti – con le capsule che comunque scoloriscono un po’ meno i tessuti. Sono dunque capsule e polveri a offrire il miglior compromesso in termini di efficacia, pur senza essere perfetti.
La maggior parte dei prodotti contiene profumi allergizzanti, che non apportano alcun beneficio all’efficacia del lavaggio. Un altro problema di queste categorie riguarda la sicurezza, in particolare per i bambini. Ogni prova ha riscontrato mancanze in almeno un prodotto. Per i genitori che vogliono evitare qualsiasi rischio, la soluzione migliore è alternare due tipi di prodotti: detersivo in polvere per il bucato bianco e molto sporco, e detersivo liquido per i tessuti colorati e poco macchiati.