Pizza surgelata, boom di vendite nel 2024: ma cosa ci mangiamo?

PIZZA PIZZE SURGELATE

Nel 2024 le pizze e le basi surgelate sono cresciute del 60%, arrivando a toccare quota 42 milioni di euro, superando le pizze fresche. Ma cosa troviamo nella versione surgelata della margherita? Il nostro test su 14 marchi venduti nei principali supermercati 

La pizza surgelata supera quella fresca, che si trova nel banco frigo dei supermercati e ha una scadenza breve (di qualche giorno). È quanto emerge dai dati diffusi in occasione del 32° campionato mondiale della pizza che si è tenuto a Parma dall’8 al 10 aprile. La versione surgelata della nostra amata pizza nel 2024 ha superato i 160 milioni di euro di vendite (+4,1% rispetto al 2023). Boom di pizze e basi a lunga conservazione che sono cresciute del 60% sia a livello di volume che di valore, arrivando a toccare quota 42 milioni di euro, superando le pizze fresche che e si vendono soprattutto nei discount.
Hanno giocato un ruolo fondamentale l’aumento della pressione promozionale, con una riduzione del 5% del prezzo medio a confezione e la rimodulazione dei formati. Intramontabile il formato tondo, apprezzato per la sua praticità, ma hanno successo anche le versioni XL, più gourmet e adatte a famiglie più numerose.

Cosa troviamo nella pizza surgelata? Il nostro test su 14 margherite

Ma cosa ci mangiamo veramente quando compriamo una pizza surgelata? Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda con la nostra inchiesta, pubblicata sul numero del Salvagente di marzo, che ha analizzato gli ingredienti di 14 margherite surgelate, vendute nei principali supermercati.
La sfida della versione surgelata della margherita è quella di restare quanto più fedele alla ricetta originale, fatta di pomodoro, mozzarella, basilico e olio extravergine d’oliva per il condimento, e di farina grano tenero, lievito di birra, acqua e sale per l’impasto. Purtroppo, come possiamo immaginare, la pizza surgelata si discosta spesso non solo per il gusto, ma anche per gli ingredienti da una margherita consumata direttamente in pizzeria, per avvicinarsi molto di più a uno dei tanti prodotti industriali ultraprocessati.
Per sfatare ogni dubbio, abbiamo passato sotto la lente d’ingrandimento 14 margherite surgelate, andando alla ricerca di ingredienti che rimandano a processi di lavorazione e trasformazione tipici delle formulazioni industriali (precotti, disidratati, estrusi).
Il risultato è un prodotto che troppe volte somiglia alla pizza margherita solo nell’immagine sulla confezione, mentre sotto il profilo nutrizionale contiene una serie di oli vegetali estranei alla ricetta tradizionale e che non sono l’ideale per la nostra salute.

Troppi oli vegetali, grande assente l’extravergine d’oliva 

A questo proposito, la prima cosa che emerge dalla nostra analisi è che ben 11 pizze su 14 contengono olio di semi di girasole e in altre due si trova addirittura l’olio di colza. Praticamente solo in un prodotto (Esselunga Top) viene usato esclusivamente l’olio extravergine d’oliva. Ingrediente che abbiamo rilevato soltanto in altre tre pizze, mentre in 9 pizze c’è il semplice olio d’oliva. Nella Buitoni La Alta addirittura è assente anche questo e peggio ancora fa la margherita Tre Mulini che riesce a mettere assieme una miscela di grassi vegetali da brivido: olio di cocco, soia, girasole, colza e margarina.

Chi guida la classifica

La valutazione finale, che abbiamo attribuito alle nostre pizze surgelate, spazia dall’ottimo,  allo scarso. In mezzo diverse valutazioni intermedie che prendono in considerazione la quantità di mozzarella e pomodoro utilizzata.

sponsor

Per quanto riguarda la mozzarella, solo le prime 6 classificate superano il 22% di prodotto; caso a sé per la margherita Le stagioni d’Italia che viene penalizzata per la presenza di acido citrico nella mozzarella, usata per acidificare la cagliata e accelerare i tempi di produzione. Il pomodoro, invece, raggiunge il 20% solo in 4 pizze; tutti gli altri prodotti hanno ricevuto una penalità per la scarsa quantità di pomodoro. Altri due elementi da rilevare sono la presenza di zucchero in 9 pizze su 14 e l’assenza di basilico che in 5 casi viene sostituito dall’origano. Infine, sebbene il prezzo non sia rientrato nella valutazione, possiamo affermare che, escludendo le versioni più costose come L’antica pizzeria da Michele e Le stagioni d’Italia che superano gli 11 euro al chilo, le altre pizze surgelate vanno dai 5 agli 8 euro al chilo, praticamente un terzo del costo di una margherita da asporto, calcolando che in media una pizza surgelata pesa 300-320 grammi.

 

Le pizze premium e i consigli del nutrizionista

Abbiamo approfondito gli apporti nutrizionali delle pizze surgelate con il professore Enzo Spisni, che dirige il Dipartimento di Nutrizione all’Università di Bologna. “Il processo a cui vengono sottoposte le pizze surgelate prevede una precottura di un paio di minuti ad alta temperatura, a cui segue una fase di raffreddamento e surgelamento – ci ha spiegato Spisni – In alcuni tipi di pizze surgelate, di solito indicate come premium, viene precotta soltanto la base e la farcitura viene aggiunta dopo per non subire la doppia cottura. Si tratta di un processo più complesso e infatti queste pizze costano di più. Ma non tutte le pizze surgelate sono necessariamente un cibo ultraprocessato; lo diventano quando vengono aggiunti ingredienti chimici, che in una normale cucina casalinga non ci sono. Ad esempio tutte le pizze surgelate con carne sono ultraprocessate perché la carne utilizzata contiene sempre conservanti e additivi per bloccare i processi di putrefazione. Quindi meglio la margherita surgelata, a cui magari noi possiamo aggiungere altri ingredienti dopo la cottura”.
Alla luce di questo quadro, quanto è consigliabile dal punto di vista nutrizionale mangiare una pizza surgelata e con che cosa sarebbe meglio sostituirla? “Spesso faccio fare ai miei studenti un esperimento – ci racconta il professore – Se inseriscono la pizza in un software nutrizionale non trovano più il modo di bilanciare la giornata poiché la pizza porta un grande un carico di carboidrati ed è sempre un pasto sbilanciato. Se sono in perfetta forma fisica me la posso permettere una volta a settimana, altrimenti magari ne mangio metà, abbinandoci un contorno di verdure“.