Gli integratori “danno i numeri” sulla melatonina

MELATONINA

Li prendiamo (e spesso li facciamo prendere ai bambini) per aiutare il sonno. E li scegliamo in base al contenuto dichiarato. Ma una ricerca spagnola ha scoperto che il contenuto effettivo di melatonina negli integratori può variare dal 5 al 67%

Tempi duri per gli amanti degli integratori (e per le aziende che li producono, spesso le stesse big dei farmaci). Dopo la bocciatura dell’Efsa sulla monacolina nelle pillole anticolesterolo, ora a essere messa in dubbio è la seconda categoria più venduta in questo mercato. Quella degli integratori alla melatonina, utilizzati da grandi e piccoli per dormire meglio.

Secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Nutraceuticals, condotto dal professor Marino Bañón Arnao e dal suo gruppo di ricerca dell’Università di Murcia, ci sarebbero significative discrepanze tra la quantità di melatonina dichiarata sulle etichette e quella realmente presente nelle pillole. Su 13 integratori analizzati, ben 11 hanno mostrato differenze significative: in nove casi, la discrepanza superava il 10%, e addirittura il 30% dei prodotti aveva un deficit molto elevato, fuori norma, con scarti che variavano dal 5% fino al 67%.

Melatonina e sonno

La melatonina è un’indoleamina, una classe di neurotrasmettitori e ormoni che svolgono ruoli cruciali nel regolamento dell’umore e del sonno.

Negli esseri umani, la secrezione di melatonina avviene nella ghiandola pineale nel cervello ed è regolata da un ritmo circadiano che raggiunge il picco durante la notte. Gli integratori di melatonina sono quindi ampiamente utilizzati per favorire il sonno e il rilassamento.

Quanta melatonina a scadenza?

Non è solo un problema di etichettatura ingannevole: gli studiosi hanno rilevato anche una forte degradazione della melatonina sintetica nel corso del tempo. A distanza di tre anni dalla produzione, infatti, sette integratori testati hanno evidenziato una perdita di principio attivo compresa tra il 24,2% e il 47,1%. Questi dati potrebbero quindi imporre una revisione delle date di scadenza attualmente indicate sulle confezioni.

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Meglio la fitomelatonina della sintetica

La ricerca mette sotto accusa soprattutto la melatonina sintetica, che domina il mercato e che, secondo il professor Bañón Arnao, oltre alla scarsa stabilità chimica potrebbe contenere sottoprodotti indesiderati derivanti dalla sua produzione industriale. Al contrario, la fitomelatonina—ottenuta da piante ed erbe—avrebbe non solo una stabilità maggiore ma anche effetti benefici aggiuntivi, grazie alla presenza di sostanze naturali come antiossidanti fenolici, carotenoidi e tocoferoli.

La ricerca potrebbe stimolare una maggiore attenzione verso alternative realmente naturali. Lo stesso professor Bañón Arnao annuncia lo sviluppo di nuovi integratori a base di fitomelatonina, ottenuta direttamente dalle piante, privi di sottoprodotti chimici e più affidabili in termini di dosaggio e conservazione.

“Da oltre 20 anni cerchiamo piante con alti contenuti di fitomelatonina per realizzare integratori realmente naturali ed efficaci”, ha dichiarato il professore. Una sfida che potrebbe portare anche a nuove applicazioni, non solo per il benessere umano ma anche in campo veterinario e cosmetico.