I cracker Tuc bocciati in laboratorio: troppa acrilammide

CRACKER TUC GRAN PAVESI

Sono uno spezzafame ma a volte nascondono qualche rischio in più di quelli, come sali e grassi, che saremmo portati a mettere in conto. Compresa la presenza di pesticidi e acrilammide. Un test svizzero ha analizzato i cracker Tuc e i Gran Pavesi

Croccanti, gustosi e sazianti: i cracker ai cereali sono una soluzione pratica per lo spuntino fuori pasto. Ma a volte nascondono qualche rischio in più di quelli, come sali e grassi, che saremmo portati a mettere in conto.

Lo dimostra un’analisi di laboratorio che in Svizzera è stata appena condotta dalla rivista dei consumatori K-Tipp su dodici cracker ai cereali, tra cui anche prodotti venduti in Italia, come i cracker Gran Pavesi e Tuc.

Nel test, i cracker sono stati valutati su parametri quali contenuto di fibre, grassi ma i risultati più rilevanti, a nostro giudizio, sono stati quelli sulla presenza di pesticidi e acrilammide, sostanza potenzialmente cancerogena che si forma durante la cottura ad alte temperature.

Veniamo dunque subito al cuore dell’inchiesta svizzera che ha evidenziato nei due prodotti “italiani” residui di pesticidi, due per Gran Pavesi e uno per Tuc, nessuno oltre i limiti di legge.

I cracker Gran Pavesi contenevano Pirimifos-metile, un insetticida che può danneggiare gli organi sul lungo periodo. I cracker Tuc erano contaminati con Deltametrina e Piperonilbutossido, un potenziatore dell’efficacia di pesticidi. La Deltametrina potrebbe interferire con il sistema ormonale, mentre il Piperonilbutossido ha mostrato effetti nocivi su fegato e reni negli animali

sponsor

Meno uniforme è l’analisi sul contenuto di acrilammide: Gran Pavesi mostra un contenuto molto basso (30 µg/kg, microgrammi per chilo), ottenendo una valutazione ottima (voto 6), mentre Tuc presenta un livello elevato (270 µg/kg), ricevendo solo un voto 4.

Nonostante il limite ufficiale per i crackers sia di 400 microgrammi per chilo (ma sarebbe meglio definire quello europeo un “consiglio” visto che non sono previste sanzioni per chi lo superi) per i consumatori svizzeri la presenza di 270 µg/kg è bastata a bocciare i famosissimi Tuc. Anche perché, spiegano efficacemente da K-Tipp, il resto dei cracker testati, anche quelli integrali che hanno maggiore possibilità di sviluppare acrilammide, si è sempre mantenuto sotto i 100 µg/kg.