Rivolta nel North Carolina: “i batteri degli allevamenti suini ci arrivano dentro casa”

I residenti di una contea del North Carolina hanno misurato l’inquinamento ambientale delle loro case, trovando ovunque batteri fecali suini provenienti dai vicini allevamenti intensivi. Si preparano azioni legali per ottenere risarcimenti dall’industria 

Un odore così terribile da provocare immediatamente conati di vomito e, soprattutto, un elevato rischio di soffrire di asma, malattie polmonari e disturbi dell’umore. È questo il quadro descritto dagli abitanti di una contea americana, situata nel North Carolina, che si stanno ribellando agli allevamenti intensivi di maiali situati a pochi chilometri dalle loro case. I residenti della contea di Duplin hanno lavorato con i ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora, per testare una tecnica in grado di identificare e misurare la quantità di letame suino presente nella polvere depositata dentro e fuori dalle loro case. E cosa hanno trovato?

Uno strumento per tracciare l’inquinamento

Il progetto sta perfezionando una tecnologia che identifica un segmento del Dna batterico presente esclusivamente nell’intestino dei maiali, chiamato Pig-2-Bac, che permette di individuare batteri fecali suini nella polvere raccolta dentro e intorno alle abitazioni, dimostrando così che l’inquinamento proviene direttamente dagli allevamenti industriali. Durante la ricerca, i cui risultati sono descritti in uno studio inviato alla rivista Science of the Total Environmen, gli scienziati hanno analizzato oltre 1.400 campioni raccolti da 300 famiglie residenti nella contea che hanno prelevato polvere da condizionatori, tetti, portici, prese d’aria, frigoriferi e telecomandi, sigillando i tamponi in provette con un solvente liquido simile a quello usato nei test domestici per il Covid. Le analisi effettuate dal laboratorio della Johns Hopkins University hanno rivelato che il Dna suino era diffuso sia all’interno che all’esterno delle abitazioni delle persone che vivono vicino agli allevamenti industriali. Gli scienziati hanno anche scoperto che le case situate vicino a un maggior numero di allevamenti industriali e di dimensioni più grandi erano più contaminate da rifiuti fecali, dimostrando ulteriormente il legame tra l’inquinamento domestico e le attività suinicole.
“Questa ricerca fornisce prove coerenti con le testimonianze dei residenti, secondo cui le pratiche di produzione industriale suina inondano le loro case di rifiuti fecali“, hanno scritto gli autori dello studio che stanno lavorando per perfezionare ulteriormente lo strumento, integrando i dati di Pig-2-Bac con le misurazioni minuto per minuto di altri inquinanti atmosferici, come ammoniaca e solfuro di idrogeno, raccolte da sensori posizionati nelle proprietà dei residenti.

Prove scientifiche per cause legali

Secondo gli scienziati, le particelle di letame suino contengono agenti patogeni pericolosi, tra cui batteri resistenti agli antibiotici, virus zoonotici e parassiti. Le ricerche mostrano che le comunità vicine agli allevamenti industriali – spesso composte in maggioranza da persone a basso reddito e di colore – hanno un rischio più elevato di asma, malattie polmonari e disturbi dell’umore come ansia e depressione. Nonostante ciò, la legislatura dello stato ha più volte protetto l’industria suinicola da regolamenti e azioni legali per disturbo ambientale, afferma Blakely Hildebrand, avvocato senior del Southern Environmental Law Center. Il senatore Brent Jackson, che rappresenta la contea di Duplin e altre con un’elevata produzione suina, non ha risposto alle richieste di commento.

Alexis Andiman, avvocato senior presso lo studio legale ambientale Earthjustice, sottolinea che le comunità esposte all’inquinamento degli allevamenti industriali necessitano di dati come quelli forniti da Pig-2-Bac per proteggere la propria salute. La raccolta di dati locali sull’inquinamento atmosferico sarà sempre più importante, poiché l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (Epa) sta finalizzando nuove norme federali sulla qualità dell’aria. Per 20 anni, l’Epa ha lavorato a modelli per stimare le emissioni degli allevamenti industriali, ma nel frattempo ha concesso a queste aziende un’esenzione dalle normative ambientali. Grazie a strumenti come Pig-2-Bac, le comunità potrebbero finalmente avere prove concrete per intentare cause contro gli allevamenti che violano la legge.

Una comunità in lotta contro l’inquinamento

Infatti, lo strumento è già stato utilizzato con successo nel 2018 in una causa storica tra gli abitanti di Duplin e Smithfield, il più grande produttore di carne di maiale al mondo. Gli abitanti della contea hanno vinto la causa dimostrando che i loro quartieri erano ricoperti da rifiuti suini provenienti dagli allevamenti Smithfield. Inizialmente, il tribunale aveva concesso un risarcimento di 50 milioni di dollari, poi ridotto a 2,5 milioni a causa di una modifica alla legge statale.

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Tuttavia, mentre le comunità cercano di far valere i loro diritti, diversi stati stanno rafforzando le leggi “right-to-farm”, che proteggono l’industria agricola dalle cause legali. Dal 2018, la Carolina del Nord e l’Iowa hanno reso quasi impossibile per i residenti citare in giudizio gli allevamenti industriali per disturbo ambientale. Nonostante queste difficoltà, la comunità di Duplin continuerà a raccogliere dati e a lottare per il cambiamento.