L’epidemia segnalata dall’Ecdc su semi distribuiti da un unico fornitore italiano. A essere contaminati germogli e semi germogliati di erba medica. Le accortezze per chi vuole consumare senza rischi questi “scrigni di benessere”
Le autorità sanitarie europee stanno affrontando un’epidemia di salmonellosi che ha colpito nove paesi tra gennaio 2023 e gennaio 2025. Secondo i dati raccolti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), sono stati segnalati 509 casi, con la Norvegia come paese più colpito (257 infezioni), seguita da Svezia, Finlandia e Germania.
L’epidemia, ancora in corso, è legata al consumo di semi di erba medica germogliati. Le indagini hanno confermato che la contaminazione proviene da sementi distribuite da un unico fornitore in Italia, il quale si riforniva da tre coltivatori situati nella stessa regione. Tuttavia, gli esperti sottolineano che sono necessarie ulteriori analisi per individuare con precisione il punto della catena di approvvigionamento in cui si è verificata la contaminazione e per valutare la possibilità di una contaminazione incrociata.
Diversi ceppi di salmonella identificati
Gli studi epidemiologici, che includono il sequenziamento dell’intero genoma del batterio, hanno rivelato la presenza di diversi ceppi di Salmonella, alcuni dei quali sono raramente osservati in Europa. La condivisione delle informazioni tra i vari paesi dell’UE ha permesso di collegare le indagini a un’unica fonte di contaminazione.
La salmonellosi rappresenta un rischio significativo per la salute, in particolare per neonati, anziani, persone fragili e individui con un sistema immunitario compromesso. L’Ecdc raccomanda alle categorie più vulnerabili di evitare il consumo di semi germogliati crudi, suggerendo di cuocerli accuratamente prima di ingerirli.
Il successo dei semi germogliati
Osservandoli dal punto di vista nutrizionale i germogli sono protagonisti di un interesse sempre più diffuso per il fatto che si tratta un vero concentrato di salute e di benessere. Il tutto è collegato al seme scelto, alla loro qualità e così possono trasformarsi da contorni, come sono stati sempre considerati i germogli di soia, a veri e propri integratori alimentari già creati dalla natura.
“L’uso di questi semi germogliati è ideale all’inizio della primavera – spiegava sul Salvagente il professor Alberto Ritieni – ovvero al risveglio degli enzimi che si erano rallentanti durante l’inverno, o a valle di un periodo di stress, dove le vitamine e i microlementi presenti in quantità concentrate aiutano a superare un periodo in cui ci si sente particolarmente stanchi. Biologicamente questi “integratori naturali” si spiegano perché il seme, quando germoglia per poi crescere e diventare la pianta giovane, deve utilizzare molta energia e avendo a disposizione tutti i micronutrienti che occorrono ha bisogno dei supporti vitaminici e delle molecole di supporto per crescere”.
Tante vitamine (e non solo)
Aggiungeva il compianto professore di chimica degli alimenti della Federico II di Napoli: “Nel seme gli amidi di riserva si trasformano in zuccheri e le sue proteine, ne contengono finanche il 35% in peso, forniscono aminoacidi semplici e questo per noi è un grande vantaggio, perché ce ne facilita la digestione. A questi importanti fattori nutrizionali si aggiungono ad esempio interessanti quantità di vitamine come la vitamina B12 e la vitamina C che consentono una efficace disintossicazione epatica e aiutano il nostro metabolismo a ripartire al meglio. Se i semi germogliati ci forniscono una serie di importanti sostanze salutistiche ecco spiegato perché vanno consumati preferibilmente crudi, aggiunti alle insalate o nei panini o per fare da contorno ad una pietanza. In questo modo evitiamo di perdere con la cottura parte delle vitamine e dei micronutrienti utili per stare meglio. Senza contare che la loro capacità saziante ci aiuta a rispettare un piano alimentare ipocalorico”.
Evidentemente, proprio per il consumo a crudo che debbono avere è fondamentale l’invito dell’Efsa ai produttori a rafforzare le misure di sicurezza alimentare per prevenire ulteriori contaminazioni e garantire la sicurezza dei consumatori.