La carta da forno è tossica? Cosa dice la scienza

CARTA DA FORNO

Una lettrice ci scrive per chiarire i dubbi di tossicità dell’uso di carta da forno nelle preparazioni alimentari. Posso fidarmi? chiede. Non sempre, almeno secondo quanto è emerso da una ricerca dell’Università di Roma sulla cessione di Pfas e altre sostanze

 

“Potete chiarirmi una volta per tutte se la carta forno è cancerogena?” Così scrive Maurizia, una lettrice che ha affidato i suoi dubbi al gruppo Amici del Salvagente. Un dubbio che viene a molti e che merita proprio per questo un chiarimento, per quel che è possibile e sulla base delle poche conoscenze attuali.

Tra queste una ricerca  svolta dalla dottoressa Giulia Simonetti e altri del dipartimento di chimica dell’Università di Roma in collaborazione con l’Inail pubblicata giusto un anno fa sulla rivista Foods ha evidenziato la presenza di sostanze chimiche potenzialmente nocive in alcuni tipi di carta da forno, sollevando preoccupazioni sulla loro sicurezza per la salute umana.

Sostanze tossiche e migrazione negli alimenti

Lo studio ha analizzato diversi campioni di carta da forno, rilevando la presenza di due classi di contaminanti emergenti: gli organofosfati esteri (OPEs), utilizzati come plastificanti e ritardanti di fiamma, e le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), note anche come forever chemicals per la loro persistenza nell’ambiente.

Secondo i ricercatori, queste sostanze potrebbero migrare negli alimenti durante la cottura, specialmente a temperature elevate. I test sono stati condotti simulando il contatto della carta da forno con cibi grassi e acidi, utilizzando etanolo al 95% e acido acetico al 3%. I risultati hanno mostrato che la migrazione di OPE era significativamente alta, superando il limite precauzionale di 0,01 mg/kg imposto dalla normativa europea per i materiali plastici a contatto con alimenti. Anche i PFAS sono stati trovati in concentrazioni rilevanti, soprattutto nei campioni etichettati come “siliconati”.

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Quali rischi per la salute?

Le sostanze rilevate nella carta da forno hanno effetti noti sulla salute umana. Gli OPE, come il tributossietil fosfato (TBEP) e il triclorofenil fosfato (TCPP), sono potenzialmente tossici, con effetti dannosi sulla riproduzione e sul sistema endocrino. Alcuni studi indicano che il tributil fosfato (TBP) potrebbe avere effetti cancerogeni.

I PFAS, invece, sono stati associati a problemi epatici, disfunzioni tiroidee e disturbi riproduttivi. In particolare, il perfluorobutanoico (PFBA) e il perfluoroesanoico (PFHxA), rilevati in diversi campioni di carta da forno, sono composti che possono accumularsi nell’organismo e nell’ambiente.

Temperature elevate e tempo di esposizione: fattori critici

Uno degli aspetti più preoccupanti dello studio è che la migrazione di queste sostanze aumenta all’aumentare della temperatura e del tempo di esposizione. Nei test effettuati a 100°C per un’ora, la quantità di contaminanti trasferiti agli alimenti era più elevata, in particolare per i PFAS in ambiente acido. Questo significa che l’uso prolungato della carta da forno ad alte temperature, come avviene nella cottura al forno o nella friggitrice ad aria, potrebbe favorire il rilascio di sostanze tossiche.

Come ridurre i rischi?

I ricercatori suggeriscono alcune precauzioni per limitare l’esposizione a questi contaminanti:

  • Evitare l’uso prolungato della carta da forno a temperature elevate (oltre 200°C), soprattutto con cibi grassi o acidi.
  • Preferire alternative sicure, come tappetini in silicone alimentare certificato o semplicemente ungere le teglie con oli naturali.
  • Scegliere prodotti privi di PFAS, controllando le etichette e privilegiando materiali certificati come sicuri per il contatto alimentare.
  • Evitare il riutilizzo della carta da forno, poiché il calore e l’usura possono aumentare il rilascio di sostanze chimiche.