Fluoro, effetti negativi sul sistema nervoso: Efsa vuole abbassare dose giornaliera

Il comitato scientifico dell”Autorità europea per la sicurezza alimentare, dopo aver valutato i rischi legati all’ingestione di fluoro, propone un livello sicuro di assunzione pari a 3,3 mg al giorno sopra i 9 anni, e livelli tra 1 e 2 mg al giorno per i lattanti e bambini fino a 8 anni

Da sempre considerato un alleato contro le carie dei denti, soprattutto nei bambini, il fluoro è ufficialmente sul banco degli imputati per i possibili effetti negativi sul sistema nervoso. Il 2024 si chiude con l’avvio di una consultazione pubblica da parte dell’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, sulla bozza di valutazione dei potenziali rischi legati all’ingestione di fluoro proveniente dall’acqua potabile, dall’alimentazione, dal sale da cucina fluorurato e dai prodotti per la cura dentale fluorurati ingeriti (esclusi i prodotti per la cura orale ad uso topico).
In consultazione fino al 9 febbraio, la bozza propone un livello sicuro di assunzione pari a 3,3 mg al giorno per le donne in gravidanza, applicabile a tutte le fasce d’età dai 9 anni in su. Questo valore è stato determinato in base ai potenziali effetti sul sistema nervoso centrale in via di sviluppo del feto che, secondo gli esperti dell’Efsa, iniziano a manifestarsi con livelli di fluoro nell’acqua potabile pari o superiori a 1,5 milligrammi per litro, limite legale nell’Unione Europea. Le concentrazioni di fluoro riscontrate nell’acqua potabile nei paesi europei sono generalmente inferiori a 0,3 mg/L.
Per lattanti e bambini piccoli si propongono livelli molto inferiori: 1 mg/giorno per i lattanti fino a 12 mesi, 1,6 mg/giorno per i bambini da 1 a 3 anni e 2 mg/giorno per i bambini da 4 a 8 anni. Questi livelli massimi sono collegati al rischio di fluorosi dentale e proteggono da tutti gli altri potenziali effetti avversi per queste fasce d’età.
Il comitato scientifico dell’Efsa ha valutato i rischi per la salute umana, escludendo i benefici del fluoro per la salute dentale, esaminando circa 20.000 articoli scientifici pubblicati tra il 2005 e il 2024 ed effettuando una revisione dei 152 studi più rilevanti sull’uomo e di 81 studi sugli animali. Entro il 2025 l’Efsa dovrebbe stabilire la nuova soglia di sicurezza.

Relazione tra fluoro e bassi livelli di QI

Già diversi studi, in precedenza, hanno messo in evidenza l’effetto nocivo dell’esposizione al fluoro e il neuro-sviluppo nei bambini. Nello specifico, una ricerca pubblicata a marzo 2023 sulla rivista scientifica Environmental Research, realizzata in collaborazione con l’università di Reggio Emilia, ha evidenziato una relazione tra fluoro (dentifrici, acqua) e basso quoziente intellettivo nei bambini.
“Nel complesso, la maggior parte degli studi ha suggerito un effetto negativo dell’esposizione al fluoro sul QI dei bambini, a partire da bassi livelli di esposizione. Il fluoruro di oligoelemento è stato utilizzato dal 1930 per la prevenzione e la gestione della carie dentale, che è considerata un problema di salute globale, in particolare nelle popolazioni pediatriche”. L’analisi dose-risposta ha mostrato una riduzione sostanzialmente lineare del QI all’aumentare del fluoro nell’acqua sopra 1 mg/L.

Come se non bastasse, qualche mese fa è stato pubblicato un rapporto del governo statunitense che ha concluso che il fluoro presente nell’acqua potabile in una quantità doppia rispetto al limite raccomandato è collegato a un quoziente intellettivo più basso nei bambini. Per la prima volta un’agenzia federale Usa ha stabilito, “con moderata sicurezza”, che esiste un legame tra livelli particolarmente elevati di esposizione al fluoro e un QI più basso nei bambini. Il rapporto conclude che l’acqua potabile contenente più di 1,5 milligrammi di fluoro per litro (limite di sicurezza stabilito dall’Oms) è costantemente associata a un quoziente intellettivo più basso nei bambini (da 2 a 5 punti più basso). Già dal 2015, i funzionari sanitari federali hanno raccomandato un livello di fluorizzazione di 0,7 milligrammi per litro d’acqua.

La situazione in Italia

In Italia non esistono normative riguardanti la fluorazione artificiale delle acque. L’unico riferimento è il decreto legislativo del 2001, che recepisce la direttiva comunitaria, e stabilisce in 1.5 mg/L la concentrazione massima di fluoro nelle acque potabili. La letteratura medica considera la fluorazione delle acque un intervento di sanità pubblica molto benefico nelle zone in cui le acque potabili sono povere di fluoruri. Il beneficio non si limita alla prevenzione della carie, ma protegge anche da infezioni, perdite di denti e patologie orali particolarmente dolorose. Sebbene siano noti anche danni conseguenti a fluorosi (alterazioni nello smalto e, negli adulti soggetti ad eccessi di introduzione prolungati, osteosclerosi, danni alla colonna vertebrale, ginocchio valgo), si tende a riconoscere che i benefici sono superiori rispetto ai rischi.

I pediatri consigliano compresse e sciroppi a base di fluoro

Come si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità l’orientamento di alcuni pediatri è di suggerire di somministrare ai bambini quotidianamente compresse (Fluor verde, Zymafluor) o sciroppi (Duraphat) con i seguenti dosaggi:

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  • 0 – 6 mesi: nulla;
  • 6 mesi – 3 anni: 0.25 mg/giorno;
  • 3 – 6 anni: 0.50 mg/giorno;
  • da 6 anni: 1 mg/giorno.