Un lettore finisce di pagare le 48 rate del modem con Tim ma non si vede scalare l’extracosto dalla bolletta successiva. Un errore dell’operatore, ci spiega Valentina Masciari di Konsumer Italia
Caro Salvagente,
praticamente 48 mesi fa ho stipulato con TIM il contratto per il Servizio Unica Mobile + Fisso che prevedeva anche la connessione a internet tramite Super Fibra Wi-Fi con Modem da pagare a rate di 5 euro per 48 mesi.
Con la fattura del mese di settembre 2024 ho pagato l’ultima rata di 5 euro per il Modem, per cui da ottobre avrei dovuto pagare un importo in fattura inferiore di 5 euro, 43,80 invece di 48,80.
La Tim, però, ha pensato bene di lasciare l’importo totale invariato, eliminando il bonus in fattura di 5 euro che mi è stato riconosciuto in sede contrattuale per aver aderito alla domiciliazione bancaria della fattura. A mio parere non avrebbe dovuto fare perché secondo l’Articolo “Metodo di pagamento fattura” del Documento “Conferma ricezione ordine n°D32C9FO24O del 09/09/2020, tale importo avrebbe dovuto essermi riconosciuto fino a quando mantenevo attiva la domiciliazione, cosa che ad oggi lo è.
Ho provato a contattarli telefonicamente, ma le risposte sono state assurde.
Vorrei, se fosse possibile, conoscere le vostre valutazioni in merito ed eventualmente darmi consigli sulla soluzione.
Antonio Tambone
Caro Antonio, diamo subito spazio a Valentina Masiari, responsabile utenze di Konsumer Italia, che risponde per noi.
È evidente che c’è un errore nella fatturazione, da parte di TIM.
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D’altra parte è la stessa TIM che pubblicizza questo bonus di 5 euro al mese, se si sceglie l’addebito in conto corrente per la propria fattura, specificando che verrà mantenuto fino a revoca della domiciliazione in questione.
Avendo il sig. Tambone contattato il servizio clienti di TIM per sollevare tale anomalia, questo avrebbe dovuto aprire una segnalazione attribuendo il relativo numero di ticket, così da tracciare l’iter della pratica.
Da quanto capisco, non è stato fatto così.
Comunque, in questi casi conviene sempre contestare per iscritto le fatture che riportano un addebito non dovuto, chiedendone la normalizzazione e il rimborso di quanto pagato in eccesso.
Se il gestore continuasse a non rispondere, si può avviare sempre un tentativo di conciliazione