Presentato il rapporto Stop pesticidi nel piatto di Legambiente sui dati dei controlli ufficiali: colpisce che un quarto dei campioni analizzati presenti più di un pesticida. Preoccupa l’effetto cocktail
La fotografia scattata dal dossier “Stop pesticidi nel piatto” di Legambiente, presentato oggi a Roma, disegna un panorama complesso e preoccupante sull’uso di pesticidi negli alimenti in Italia. Su 5.233 campioni analizzati, il 41,3% presenta residui di fitofarmaci, con il 26,3% classificato come multiresiduo.
Un dato che solleva timori per i possibili effetti additivi e sinergici sulla salute umana, quello che abbiamo sempre chiamato effetto cocktail. Tra i prodotti più colpiti spiccano frutta e verdura, con la frutta che registra un allarmante 74,1% di campioni contaminati.
L’ombra dei fitofarmaci sugli alimenti
Il dossier evidenzia come la protezione delle colture sia ancora strettamente legata all’uso di sostanze chimiche di sintesi, tra cui insetticidi e fungicidi come Acetamiprid, Boscalid e Imazalil. Quest’ultimo, classificato come probabile cancerogeno dall’EPA, è stato rintracciato in concentrazioni preoccupanti, soprattutto negli agrumi. L’uso massiccio di anticrittogamici nel 2023, dettato da condizioni climatiche sfavorevoli, ha aggravato il problema, con casi emblematici come quello di un campione di peperoncini contenente ben 18 residui diversi.
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Sostenibilità in crescita
Nonostante il quadro critico, emergono alcuni segnali di progresso. L’olio extravergine di oliva si conferma eccellenza italiana, con un’altissima percentuale di campioni privi di residui. Anche il vino mostra un miglioramento, con il 53,1% di campioni privi di contaminanti, rispetto al 48,8% dell’anno precedente. Tali risultati dimostrano l’efficacia delle filiere sostenibili e di pratiche produttive più rispettose dell’ambiente.
Pesticidi illegali: una minaccia crescente
Un altro dato allarmante riguarda il traffico di pesticidi illegali, quasi raddoppiati nel 2023. Le operazioni di Europol hanno intercettato 2.040 tonnellate di prodotti vietati, con la Cina come principale origine e un ruolo crescente della Turchia. Questo fenomeno, evidenziato dall’operazione “Silver Axe”, rappresenta una minaccia per la sicurezza alimentare e la legalità del settore agricolo.
Le proposte di Legambiente
Tra le richieste principali di Legambiente figurano l’approvazione di un nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci, l’introduzione di norme contro il multiresiduo e il rafforzamento dell’agricoltura biologica. Quest’ultima rappresenta un modello virtuoso, con solo il 7% dei campioni biologici contenenti residui, probabilmente dovuti a contaminazioni accidentali.
“Il quadro che emerge è preoccupante, ma anche un’opportunità per ripensare il nostro modello agricolo”, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. “È fondamentale promuovere la transizione ecologica attraverso strumenti equi per le piccole e medie imprese, ecoschemi per la tutela degli impollinatori e incentivi per il biologico”.
Secondo Angelo Gentili, responsabile Agricoltura di Legambiente, l’agricoltura biologica può essere la risposta alla crisi. L’Italia, leader europeo con 2,5 milioni di ettari coltivati a biologico, deve puntare su incentivi come mense bio e bonus per le famiglie vulnerabili. Cruciale anche l’approvazione di una legge contro le agromafie per proteggere la sicurezza delle filiere.