La Commissione europea boccia le restrizioni volute dall’Ungheria che aveva presentato una norma simile a quella italiana. L’associazione Luca Coscioni: “Ci saranno ripercussioni anche sulla legge Lollobrigida che impone stessi divieti e che già è stata fermata da Bruxelles perché non ha rispettato le procedure”
Non si può vietare la carne coltivata; è ingiustificato un divieto preventivo visto che ancora le autorità europee, Efsa in testa, non si sono espresse. La Commissione Ue ha espresso un parere circostanziato che di fatto boccia la proposta dell’Ungheria di vietare produzione e vendita della carne ottenuta da cellule staminali animali molto simile a quella italiana proposta dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Secondo l’Associazione Luca Coscioni “l’Ungheria è il secondo paese Ue, dopo l’Italia, ad aver prodotto un divieto di questo tipo. Anche la normativa italiana fortemente voluta dal ministro della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, analoga a quella ungherese, è da ritenersi “bocciata” dalla Commissione nella sostanza, dopo che la Commissione l’aveva già fatto nella forma, per inosservanza dell’iter della procedura Tris. In ragione del parere emesso sulla legge ungherese, anche la legge italiana va considerata in violazione delle norme europee. Si tratta del secondo affondo alla legge Lollobrigida, dopo che di recente la Corte di Giustizia dell’Unione europea aveva dichiarato illegittima la normativa francese, analoga a quella italiana, che proibiva l’uso di denominazioni riferite alla carne (polpette, hamburger, ecc.) per alimenti a base vegetale”.
Nello specifico, spiega in una nota l’associazione che aveva presentato un parere contro la legge ungherese, non è ancora stata concessa alcuna autorizzazione per prodotti di carne coltivata in laboratorio; pertanto, questi prodotti non possono essere messi sul mercato nell’Unione. Un divieto è quindi superfluo, poiché attualmente il divieto di commercializzarlo deriva dalla legislazione dell’Unione e si applica a tutto il territorio dell’Unione. Quindi “un divieto è ingiustificato, poiché potrebbe precludere la procedura di autorizzazione armonizzata per gli alimenti innovativi a livello dell’UE, che include una valutazione scientifica da parte dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare” che ancora ricordiamo non si è espressa sulla carne coltivata.