Un lettore acquista dei cuori di merluzzo definiti freschi ma al momento di servirli in tavola li trova tanto salati da risultare immangiabili. Il supermercato non doveva avvisare il consumatore, ci chiede?
Caro Salvagente,
qualche giorno fa ho comperato al reparto ittico di una nota catena di supermercati dei filetti di cuore di merluzzo freschi e devo dire che al banco si presentavano realmente belli.
Il giorno dopo, visto che avevo ospiti a pranzo, li ho preparati gratinati, dopo averli ovviamente lavati sotto l’acqua corrente e aver aggiunto pochissimo sale.
Una volta servito il pesce, abbiamo avuto tutti una brutta sorpresa: era tanto salato da risultare immangiabile.
Ho chiamato il direttore del supermercato che mi confermato che era successo anche ad altre due persone.
Domanda: cosa usano per la conservazione di questi filetti che spacciano per freschi ma forse non lo sono?
Non sarebbe giusto che si avvisasse il cliente che il prodotto spacciato per fresco, prima dell’uso deve stare in ammollo per un periodo di tempo per eliminare questi sali di conservazione?
Alessandro Bonora
Caro Alessandro,
la siringatura del merluzzo è una pratica molto comune e consiste nell’iniettare nelle carni una soluzione acquosa contenente sale (cloruro di sodio) ed eventualmente additivi concessi dal Reg. CE 1333 del 2008 (acido ascorbico e ascorbati) con funzione di antiossidanti.
Questa operazione può comportare 2 conseguenze: un’aumento di salinità e un aumento di peso del prodotto crudo (quindi una riduzione del peso del prodotto cotto).
Per legge trattandosi di ingredienti/additivi aggiunti su prodotto sfuso è obbligatorio riportarli nel cartello o libro ingredienti del reparto pescheria. Dunque ha ragione lei quando si domanda se non sarebbe logico dichiarare i trattamenti.
Stesso discorso vale per il metabisolfito aggiunto nei gamberi, che tra le altre cose libera anidride solforoso che è un importante allergene che va evidenziato come da Reg. CE 1169 del 2011