Acqua potabile, dopo le critiche l’Oms rivede linea su Pfas cancerogeni

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L’Oms abbandona le linee guida deboli sui Pfas nell’acqua potabile dopo accuse di conflitto d’interessi e le critiche della comunità scientifica per una posizione ritenuta insufficiente a garantire la sicurezza per la salute umana

 

L’Oms abbandona le linee guida deboli sui Pfas nell’acqua potabile dopo accuse di conflitto d’interessi e le critiche della comunità scientifica per una posizione ritenuta insufficiente a garantire la sicurezza per la salute umana. Come scrive il quotidiano inglese The Guardian, che riporta la notizia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità si appresta a eliminare le controverse linee guida proposte per due Pfas tossici, l’acido perfluoroottanoico (Pfoa) e il perfluorottano sulfonato (Pfos). La decisione segue accuse di conflitto d’interesse durante lo sviluppo delle linee guida da parte di ricercatori legati all’industria, con l’obiettivo di indebolire i nuovi limiti stringenti sui Pfas negli Stati Uniti e di abbassare gli standard nei paesi in via di sviluppo.

Le critiche sulle soglie

Molti scienziati indipendenti hanno criticato le linee guida proposte dall’Oms considerandole deboli, insufficienti a proteggere la salute umana, e superiori ai limiti fissati da regolatori in Usa ed Eu. Sebbene le linee guida fossero ancora in fase di bozza, l’Oms sta ora rivedendo completamente la letteratura scientifica e ha sciolto il gruppo di scienziati che le aveva sviluppate, costituendo un nuovo comitato con meno scienziati legati all’industria e più funzionari regolatori.

Le discrepanze con Usa e Ue

L’Epa, negli Usa, ha concluso che nessun livello di esposizione a Pfoa e Pfos nell’acqua potabile è sicuro, stabilendo un limite legale di quattro parti per trilione (ppt). L’Oms aveva proposto nel 2022 linee guida con un limite di 100 ppt per questi composti. Sebbene non vincolanti, tali linee guida sono considerate cruciali poiché molti paesi le usano per definire i propri limiti legali e possono essere citate dall’industria nelle sfide legali contro i limiti degli Stati Uniti.

Le accuse di conflitto d’interesse

“Gli scienziati critici sostengono che l’Oms abbia ignorato ricerche di alta qualità per seminare dubbi sulla scienza sui Pfas. Al contrario, regolatori di Epa ed Eu hanno condotto una revisione esaustiva della letteratura per stabilire i loro limiti. L’Oms, tuttavia, ha ignorato tutti gli studi sugli esseri umani e ha ritenuto “troppo imperfetti” la maggior parte degli studi sugli animali” scrive il Guardian. Il documento dell’Oms cita il lavoro di Michael Dourson, noto per la sua storia di studi favorevoli all’industria, almeno 17 volte. Dourson ha difeso la posizione dell’Oms, sottolineando l’incertezza negli studi. Tuttavia, secondo Linda Birnbaum, ex capo del programma Epa sui tossici, il mettere in discussione la scienza fa parte di una strategia più ampia dell’industria. Altri coinvolti nel processo hanno lavorato come consulenti per aziende come il gigante chimico Chemours e le aziende idriche nazionali, che si oppongono a limiti severi sui Pfas.

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