Malattie genetiche, il rischio aumenta se il papà è più vecchio

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Uno studio congiunto dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù e dell’Università di Oxford ha rivelato che le nuove mutazioni genetiche, responsabili di numerose malattie rare, vengono trasmesse prevalentemente per via paterna. Il rischio di trasmettere queste mutazioni aumenta con l’età

Uno studio congiunto dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dell’Università di Oxford ha rivelato che le nuove mutazioni genetiche, responsabili di numerose malattie rare, vengono trasmesse prevalentemente per via paterna. Il rischio di trasmettere queste mutazioni aumenta con l’età, poiché le cellule che originano gli spermatozoi, chiamate spermatogoni, si replicano continuamente durante tutta la vita. Questo processo di replicazione progressiva incrementa il numero di cellule contenenti mutazioni. Inoltre, le cellule che portano il gene mutato tendono a replicarsi più rapidamente rispetto a quelle sane, aumentando il rischio di trasmettere una malattia rara ai figli.

Lo studio

Il meccanismo molecolare alla base di questo fenomeno è stato descritto in uno studio pubblicato sulla rivista The American Journal of Human Genetics. “Le malattie genetiche”, spiegano i ricercatori, “sono causate da mutazioni che possono colpire uno o più geni. Possono essere ereditate da uno o entrambi i genitori o comparire spontaneamente durante il processo di replicazione del DNA direttamente nelle cellule dell’embrione”. Le mutazioni ereditate possono provenire dal corredo genetico originale dei genitori o insorgere de novo nelle cellule staminali germinali paterne e materne.

La sindrome di Myhre

Nella ricerca sono stati analizzati campioni di 18 pazienti affetti da sindrome di Myhre, una rara malattia genetica causata da mutazioni nel gene SMAD4 che si manifestano de novo negli spermatogoni, oltre ai campioni dei loro genitori e di donatori anonimi di età compresa tra i 24 e i 75 anni. Sono stati inoltre studiati i dati anagrafici di 35 famiglie di pazienti americani con la stessa sindrome. I ricercatori del MRC Weatherall Institute of Molecular Medicine dell’Università di Oxford hanno scoperto che queste mutazioni si replicano più velocemente delle cellule sane, in un processo simile a quello osservato nelle cellule cancerose, e che il rischio aumenta con l’età paterna.

Le conclusioni

“Si tratta di risultati rilevanti per le importanti implicazioni in ambito di consulenza genetica e di calcolo del rischio riproduttivo”, conclude Marco Tartaglia, responsabile dell’Unità di Genetica Molecolare e Genomica Funzionale dell’Ospedale Bambino Gesù. “Questa scoperta suggerisce che, con l’aumentare dell’età paterna, più meccanismi molecolari possono contribuire ad accrescere la probabilità di trasmissione al nascituro di un gene mutato potenzialmente causa di malattia”.