Tempesta sulle polizze FWU: i 100mila italiani devono continuare a pagare i premi?

FWU

Le condizioni finanziarie del gruppo FWU si fanno via via più gravi man mano che passano i giorni e i 100mila italiani che hanno investito nelle polizze vita rischiano molto. E si chiedono se continuare a pagare i premi mensili anche di fronte allo stato di insolvenza

 

Con il passare dei giorni e la rapida successione delle notizie non dimunisce l’ansia dei circa 100mila italiani che hanno investito nelle polizze della FWU Life Insurance Lux S.A. e Fwu Life Insurance Austria. Solo ieri, come ha raccontato il Salvagente, è arrivata in Italia la notizia  che il 2 agosto 2024 il Tribunale lussemburghese ha accettato la richiesta di sospensione dei pagamenti presentata dalla compagnia assicurativa FWU LIFE INSURANCE LUX S.A. e ha nominato un commissario (commissaire de surveillance) per monitorare la gestione delle attività e passività della compagnia. Blocco di almeno 6 mesi, dunque, di qualunque richiesta di riavere indietro i propri soldi che non può di certo sollevare i risparmiatori.

Il rischio solvibilità della FWU

La storia di questo crack annunciato è oramai nota: come anticipato da questo giornale, già alcuni mesi fa, l’Autorità lussemburghese di vigilanza sulle assicurazioni (CAA) aveva  evidenziato delle carenze in merito alla complessa e specifica struttura dei costi della polizza vita denominata “Police High Solution” della compagnia tedesca Fwu Life Insurance che opera in Italia attraverso le controllate Fwu Life Insurance Lux e Fwu Life Insurance Austria.

In questi giorni si apprende una seconda notizia poco rassicurante: nello stesso giorno in cui il Tribunale di Monaco ha aperto il procedimento di insolvenza contro FWU AG, la CAA ha constatato che la FWU Life Insurance Lux S.A. non soddisfa più il requisito patrimoniale di solvibilità (“SCR”) e nemmeno il requisito patrimoniale minimo (“MCR”). Per tale motivo l’Autorità lussemburghese ha deciso di procedere al blocco degli attivi a copertura delle riserve tecniche presso le banche depositarie. Per gli assicurati ciò significa che, allo stato, la compagnia non può far fronte ai propri impegni contrattuali verso la clientela.

Congelare i premi? C’è chi dice sì

Nel frattempo molti utenti si stanno chiedendo se non sia il caso, di fronte a tanti dubbi sulla possibilità che la FWU sia in grado di onorare i suoi debiti, di bloccare i premi che continuano a pagare per queste polizze che definire a rischio oramai sembra un eufemismo.

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Alcune associazioni dei consumatori hanno messo a disposizione dei fac-simile per “congelare” i premi in scadenza ed attendere quanto emergerà a seguito del piano stesso. Lo ha fatto, per esempio, il Ctcu di Bolzano che fa affidamento sull’articolo 1461 del Codice Civile. L’articolo recita testualmente: “Ciascun contraente può sospendere l’esecuzione della prestazione da lui dovuta, se le condizioni patrimoniali dell’altro sono divenute tali da porre in evidente pericolo il conseguimento della controprestazione, salvo che sia prestata idonea garanzia”.

Mercato libero e vigilanza con confini

Per alcuni esperti consultati dal Salvagente, tuttavia, senza una decisione ufficiale delle autorità di vigilanza, si dovrebbero analizzare contratto per contratto per un atto che potrebbe rivelarsi anche ricco di insidie.

E qui viene il bello perché la CAA, l’Autorità lussemburghese ancora non ha emesso alcuna misura di questo tipo. Rivolgersi ai broker che, anche in Italia, hanno venduto quelle polizze, poi, può non essere una buona idea: in gran parte questi prodotti sono stati piazzati da Solyda che però è parte di FWU e dunque non proprio disinteressata.

Verrebbe da chiedersi come mai non intervenga l’Ivass, l’Autorità italiana di vigilanza per le assicurazioni.

E qui la questione si fa interessante. Se il mercato di questi prodotti finanziari è libero e non conosce confini, quelle della vigilanza invece i confini ce li ha, eccome. A essere deputata tanto al controllo prudenziale come alle misure in casi di emergenza, in questo caso è la CAA, e l’ente italiano non ha poteri, né può emettere alcuna misura, come invece aveva fatto nel caso di Eurovita. Semmai può solo vigilare sulla distribuzione, ossia su come si è svolta la vendita di queste polizze, ma non certo adottare misure che pure sembrerebbero urgenti perché migliaia di risparmiatori italiani non siano costretti a continuare a versare premi a una compagnia in pericolo come la FWU.