Alberghi, Wi-fi, riconoscimento biometrico: come tutelare la privacy in vacanza

PRIVACY VACANZA

I consigli del Cec, il Centro europeo consumatori-Italia, su come tutelare i propri dati sensibili quando si è in una struttura ricettiva, si accede a una rete pubblica o si viene sottoposti al faceboarding in aeroporto

In vacanza non dimentichiamo di mandare in vacanza la nostra privacy. Quali sono gli obblighi per gli albergatori rispetto ai nostri documenti di identità e quali accortezze usare quando ci si collega a un Wi-fi pubblico? E ancora: il riconoscimento biometrico negli aeroporti quali regole deve rispettare per non infrangere la nostra riservatezza. Il Cec, il Centro europeo consumatori Italia, ha stilato un piccolo vademecum per spiegare cosa prevede la legge e quali accortezze tenere per tutelare in vacanza la nostra privacy.

Obblighi delle strutture ricettive sui dati dei loro ospiti

Quando si soggiorna in una struttura ricettiva, come un hotel o un B&B, è prassi comune che vengano richiesti i documenti di identità degli ospiti. Questo obbligo è previsto dalla legge in molti Paesi per motivi di sicurezza e per il rispetto delle normative vigenti sulla registrazione degli ospiti.

In Italia la legge prevede che i gestori di esercizi alberghieri e di tutte le altre strutture ricettive, entro le 24 ore successive all’arrivo, devono comunicare alle questure territorialmente competenti, per il tramite del Servizio Alloggiati, le generalità delle persone alloggiate (fonte: https://alloggiatiweb.poliziadistato.it/PortaleAlloggiati/). Ciò significa che per i gestori delle strutture ricettive è sicuramente obbligatorio registrare i riferimenti dei documenti di identità degli ospiti (dunque hanno diritto a prenderne visione) e trasmetterli alla questura locale. Tuttavia, non è obbligatorio fare una copia del documento. Le strutture devono solo raccogliere le informazioni necessarie per la registrazione.

Le strutture ricettive devono anche garantire che i dati personali forniti dagli ospiti siano trattati in modo sicuro e in conformità con le leggi sulla protezione dei dati, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) per quel che riguarda l’Europa.

Faceboarding: il riconoscimento facciale negli aeroporti

L’uso del riconoscimento facciale negli aeroporti è una pratica che sta iniziando a diffondersi. Questa tecnologia viene utilizzata per accelerare le procedure di imbarco, sostituendo l’obbligo di mostrare la carta d’imbarco per chi decide di utilizzare il servizio, e migliorare la sicurezza. Tuttavia, ci sono alcune problematiche legate alla privacy che i viaggiatori devono considerare se decidono di aderire. Alcune compagnie aeree hanno iniziato a sperimentare questo servizio ed il primo aeroporto italiano a fornirlo è lo scalo di Milano Linate. Anche in altri aeroporti europei è partita la sperimentazione ed il sistema è già abbastanza diffuso negli aeroporti statunitensi ed in Asia.

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Dato che anche i dati biometrici del volto sono da considerare dati personali, pure molto sensibili, è importante tuttavia che venga comunque garantita la possibilità per i viaggiatori dell’imbarco con titolo di viaggio tradizionale e che i consumatori interessati ricevano una chiara informativa su chi sia il titolare dei dati personali raccolti, quale sia la modalità di conservazione ed utilizzo dei dati e che siano conservati con la necessaria sicurezza. In Europa un tanto deve essere garantito con l’applicazione del GDPR, ma non è detto che ciò sia valido in caso di scalo in aeroporti extra UE. Si invitano pertanto i consumatori a scegliere consapevolmente e con la dovuta prudenza.

Utilizzo di Wi-fi pubblici

Durante i viaggi, è comune connettersi a reti Wi-Fi pubbliche per accedere a internet. Tuttavia, queste reti possono rappresentare talvolta un rischio per la privacy. Le reti Wi-Fi pubbliche sono spesso meno sicure rispetto a quelle private. Gli hacker potrebbero sfruttare queste reti per intercettare dati personali come credenziali di accesso e informazioni finanziarie. È consigliabile quindi evitare di accedere a siti sensibili o effettuare transazioni finanziarie quando si è connessi a una rete Wi-Fi pubblica, oltre che evitare di fornire informazioni personali o di accedere a account importanti quando si è su una rete non sicura.

Uso dei social media in viaggio

Condividere foto e aggiornamenti sui social media durante una vacanza è una pratica comune, ma è importante farlo in modo consapevole. Meglio controllare le impostazioni di privacy dei propri account social per limitare chi può vedere i post e le informazioni condivise. È consigliabile inoltre disattivare la geolocalizzazione nelle foto e nei post per evitare di condividere la propria posizione in tempo reale con sconosciuti. Infine è sempre valido il suggerimento di evitare di condividere dettagli personali e informazioni sensibili sui social media. Facendo sapere a tutti che si è in vacanza, si potrebbe infatti attirare l’attenzione di malintenzionati che ne approfittano sapendo che la vostra casa è vuota. È consigliabile postare foto e aggiornamenti dopo il ritorno, piuttosto che durante la vacanza.

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