“Così Philip Morris ha pagato gli scienziati per promuovere la IQOS”

IQOS NICOTINA

Il reportage appena uscito su The Bureau of Investigative Journalism a firma Fin Johnston con la denuncia di Shiro Konuma. L’esperto di sanità pubblica, che ha lavorato in Philip Morris, denuncia le somme pagate agli scienziati per dimostrare i minori danni provocati dalle IQOS.

 

Shiro Konuma non immaginava che la sua carriera avrebbe preso una svolta drammatica quando accettò l’incarico presso Philip Morris International. Da rinomato esperto di sanità pubblica con un passato da medico e diplomatico, Konuma era stato attratto dalla promessa di contribuire a un cambiamento rivoluzionario: la fine del fumo tradizionale. L’azienda aveva lanciato IQOS, un dispositivo che riscalda il tabacco senza bruciarlo, presentandolo come un’alternativa meno dannosa rispetto alle sigarette convenzionali.

In una testimonianza raccolta dal giornalista Fin Johnston per The Bureau of Investigative Journalism, Konuma rivela dettagli inquietanti sulla sua esperienza all’interno dell’azienda. “Mi sembrava un’opportunità unica per migliorare la salute pubblica,” ha dichiarato Konuma, “ma presto mi sono reso conto che c’era qualcosa di profondamente sbagliato.”

Scienza pagata

Durante i suoi primi mesi, Konuma notò una serie di pagamenti a società di consulenza fondate da illustri professori delle principali università giapponesi. Le cifre, spesso superiori a centomila dollari, sollevavano dubbi sulla trasparenza e l’integrità delle operazioni aziendali. Improvvisamente Konuma aveva motivo di dubitare dell’integrità della ricerca condotta sotto la sua supervisione. “Possiamo credere a quello che [Philip Morris] dice sull’… ‘alternativa migliore’?” dice al giornalista del Bureau of Investicative Journalism. “Possiamo crederci?”

Questi fondi, come si è scoperto in seguito, erano destinati a finanziare studi scientifici che dovevano dimostrare la presunta ridotta nocività di IQOS rispetto alle sigarette tradizionali.

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“Era chiaro che l’obiettivo era manipolare i risultati della ricerca,” ha raccontato Konuma. “I professori ricevevano ingenti somme di denaro per produrre studi che favorissero l’immagine di IQOS. Mi sono sentito tradito e profondamente turbato.”

“Stai zitto e fai il tuo lavoro”

La situazione peggiorò ulteriormente quando Konuma cercò di sollevare la questione all’interno dell’azienda. “Mi hanno detto di stare zitto e di fare il mio lavoro,” ha detto. “La pressione era enorme. Mi sentivo intrappolato in un sistema corrotto che metteva i profitti al di sopra della salute pubblica.”

Lo scienziato decide di scrivere un’email dettagliando le sue preoccupazioni  ai dirigenti di grado più alto dell’azienda. Dice che farlo era il suo “dovere” – sia come dipendente senior che come medico.

Quell’email ha dato il via a un viaggio di quattro anni che lo ha visto licenziato da Philip Morris, denunciare l’azienda alle autorità statali in due paesi e, parlando con il Bureau of Investigative Journalism (TBIJ), rendere pubblica la sua storia

La strategia di Philip Morris

Le rivelazioni di Konuma sollevano interrogativi cruciali sul ruolo delle multinazionali del tabacco nella ricerca scientifica e sulle potenziali conseguenze per la salute pubblica a livello globale. Se IQOS fosse effettivamente meno dannoso delle sigarette tradizionali, i benefici potrebbero essere significativi. Tuttavia, la manipolazione della ricerca mina la fiducia nel prodotto e solleva dubbi sulla veridicità delle affermazioni dell’azienda.

Philip Morris ha negato ogni accusa di manipolazione, sostenendo che tutte le loro ricerche sono condotte in conformità con i più alti standard scientifici. Tuttavia, le testimonianze raccolte suggeriscono una realtà diversa, una realtà in cui la scienza è stata corrotta da interessi aziendali.

Philip Morris afferma che IQOS rappresenta una “migliore alternativa” al fumo convenzionale e ha investito pesantemente in campagne di marketing per promuoverlo. Il Giappone è diventato uno dei mercati chiave per IQOS, grazie anche a una regolamentazione meno rigorosa rispetto alle sigarette tradizionali. Ma la verità dietro le affermazioni dell’azienda è tutt’altro che chiara.

Secondo un’analisi indipendente, i dati presentati da Philip Morris non dimostrano in modo coerente una riduzione del rischio di malattie legate al tabacco con l’uso di IQOS. E la stessa azienda ha ammesso, in una presentazione confidenziale alla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, che “non è stato dimostrato che passare al sistema IQOS riduca il rischio di sviluppare malattie legate al tabacco rispetto al fumo di sigarette”.