Sugar Tax: promesse vuote dai produttori e la Germania chiede la tassa

SUGAR TAX

In Europa, l’atteggiamento nei confronti della sugar tax, la tassa sulle bevande e gli alimenti a elevato contenuto di zucchero, continua a dividere, tra chi, come la Germania, spinge per l’adozione di misure severe e chi, come l’Italia, opta per il rinvio.

La Germania sembra pronta a seguire l’esempio di altri paesi europei nell’introduzione di una tassa sui soft drink zuccherati. Secondo un articolo pubblicato da ÖKO-TEST, la maggioranza dei Bundesländer tedeschi supporta la proposta di una tassa sullo zucchero, una misura che ha già dimostrato la sua efficacia in oltre 50 paesi, tra cui il Regno Unito. La Weltgesundheitsorganisation (WHO) ha ripetutamente raccomandato l’adozione di queste tasse per ridurre il consumo di zuccheri, prevenire malattie e generare entrate per il sistema sanitario.

I principali paesi che hanno varato la sugar tax

Numerosi paesi in tutto il mondo hanno implementato tasse sulle bevande zuccherate (sugar tax) come misura per migliorare la salute pubblica e ridurre il consumo di zuccheri. Ecco un elenco di alcuni dei principali paesi che hanno adottato questa tassa:

  1. Messico: Ha introdotto una tassa di 1 peso per litro sulle bevande zuccherate nel 2014, ottenendo una significativa riduzione delle vendite e risparmi sui costi sanitari.
  2. Regno Unito: Ha implementato una tassa a due livelli basata sul contenuto di zucchero delle bevande, spingendo molte aziende a ridurre il contenuto di zucchero nei loro prodotti.
  3. Francia: Una delle prime nazioni europee ad introdurre una tassa sulle bevande zuccherate nel 2012, successivamente modificata per includere più prodotti.
  4. Ungheria: Ha una tassa su una varietà di prodotti con alto contenuto di zucchero, sale e caffeina.
  5. Norvegia: Implementa tasse sia su bevande zuccherate che su cibi dolci.
  6. Portogallo: Ha introdotto una tassa sulle bevande zuccherate nel 2017.
  7. Irlanda: La tassa sulle bevande zuccherate è entrata in vigore nel 2018.
  8. Sudafrica: Ha una tassa sulle bevande zuccherate che è stata introdotta nel 2018.
  9. Cile: Oltre alle tasse, ha implementato etichette di avviso su alimenti e bevande con alto contenuto di zucchero.
  10. Filippine: Ha introdotto una tassa sulle bevande zuccherate come parte di una più ampia riforma fiscale sanitaria.

Oltre a questi, altre nazioni come Belgio, Finlandia, Lettonia, Monaco, e numerosi paesi nei Caraibi e nel Medio Oriente hanno adottato misure simili. Secondo l’OMS, più di 85 paesi hanno qualche forma di tassa sulle bevande zuccherate​ (foodnavigator.com)​​ (World Health Organization (WHO))​.

La Germania: tassare le bevande e divieti per gli energy drink

Durante la recente conferenza dei ministri della protezione dei consumatori a Regensburg, nove dei sedici Bundesländer tedeschi hanno chiesto al governo di esaminare l’introduzione di una tassa su bevande particolarmente zuccherate. “Nonostante gli impegni volontari e le promesse dell’industria in Germania, il contenuto medio di zucchero nelle bevande non è diminuito quanto necessario per una dieta salutare”, hanno dichiarato i rappresentanti di vari Länder, tra cui Brandenburg, Bremen e Hamburg. Inoltre, la conferenza ha suggerito altre misure di protezione dei consumatori, come l’introduzione di un limite di età per gli energy drink e regolamenti più severi per il marketing degli influencer.

Italia: rinvio al 2025 (in favore delle lobby)

In Italia, invece, il percorso verso l’introduzione di una tassa sullo zucchero è stato più tortuoso. Il 15 maggio scorso, il Parlamento italiano ha deciso di posticipare l’entrata in vigore della sugar tax al 1° luglio 2025. Questa decisione è stata sostenuta dalla maggioranza parlamentare con il supporto di Italia Viva, nonostante il bisogno urgente di nuove entrate fiscali per lo Stato. L’emendamento, firmato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha ottenuto l’approvazione della commissione Finanze al Senato, con l’astensione di Forza Italia, e ora attende il voto finale in Aula.

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Questa decisione è stata accolta con favore da produttori, distributori e sindacati, preoccupati per la possibile perdita di posti di lavoro, una conseguenza che non si è materializzata in altri paesi che hanno introdotto simili tasse. Tuttavia, resta il timore che le entrate mancate dalla sugar tax possano essere compensate con tagli in settori già duramente colpiti come sanità e istruzione.