Dopo innumerevoli rinvii sembra che sia arrivato il momento della sugar tax sulla bibite zuccherate anche in Italia. A spingere il governo Meloni a stabilirne l’entrate in vigore il prossimo 1° luglio il bisogno di fare cassa. A meno che le proteste di categoria non spingano all’ennesimo dietro front
Dopo innumerevoli rinvii sembra che sia arrivato il momento della sugar tax sulla bibite zuccherate anche in Italia. A spingere il governo Meloni a stabilirne l’entrate in vigore il prossimo 1° luglio il bisogno di fare cassa. A meno che le proteste di categoria non spingano all’ennesimo dietro front.
La decisione è arrivata con un emendamento della maggioranza al decreto Superbonus, con il solo “favore” ai produttori consistente nel dimezzamento della tassa: si scende da 10 a 5 centesimi al litro e da 25 a 13 centesimi al chilogrammo rispetto quanto previsto dalla norma inserita nella finanziaria del 2019, sempre rinviata. Nel 2026, poi, la tassa dovrebbe raddoppiare.
I produttori alzano gli scudi
Com’era prevedibile, la decisione ha innescato la polemica. Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, ha dichiarato: “Chiediamo con fiducia al Governo di continuare a lavorare per individuare soluzioni utili al rinvio di misure puramente ideologiche dannose per il Paese perché aumentano l’inflazione, penalizzano i cittadini e affossano le imprese nel picco di produzione in vista della stagione estiva”, “perché aumentare del 14% la fiscalità su litro di prodotto a imprese e cittadini, in un momento in cui i tassi di interesse sui mutui sono ancora alti e l’economia e la crescita sono incerte – dichiara Pierini -. Vanno evitati gli effetti della tassa su tutti gli anelli della Filiera, stimati da Nomisma in una contrazione delle vendite (-16%), degli investimenti (-46 mln), degli acquisti di materia prima (-400 mln), oltre ai rischi occupazionali conseguenti (-5 mila posti di lavoro)”.
Così come i distributori
In un nota congiunta, Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob, Federazione Italiana dei Distributori Horeca aderente a Confindustria e Dino Di Marino, Direttore Generale di Italgrob, sostengono che “La mancata proroga della Sugar Tax, rischia di essere un macigno per l’industria di distribuzione per il canale HoReCa (alberghi, ristoranti e bar, ndr)”, “Auspichiamo che nelle prossime ore il Governo possa trovare una rapida riformulazione al testo bollinato dalla Ragioneria disinnescando l’applicazione di una tassa ingiusta e chiarendo il mismatching evidente fra quanto contenuto nella relazione tecnica, che rinvia al 2026 l’introduzione della Sugar Tax e quanto bollinato dalla Ragioneria dello Stato che ne certifica invece il via libera dal 1 luglio 2024”. Anche il presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, esprime perplessità: “La Sugar Tax non comporta grandi introiti nelle casse dello Stato, si impone una nuova tassa che rischia di mettere in difficoltà tante imprese con le aziende agroalimentari che stanno già riducendo l’uso di zucchero”.
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Anche la Uil contrario
La tempesta perfetta per bloccare tutto?
Critiche che arrivano da più posizioni ma che sembrano convergere verso un’unica pressione affinché ancora una volta la norma venga rinviata, così come già è avvenuto con la plastic tax (in vigore, nella versione edulcorata, dal 2026).