Burger Veg, perché da Parigi potrebbe arrivare una brutta sorpresa per Prandini e Coldiretti

BURGER VEG

Dalla Francia una notizia che potrebbe turbare i sonni anche al di qua delle Alpi, soprattutto a chi, come Coldiretti, Filiera Italia, Carni sostenibili e ministero della Sovranità alimentare, ha fatto una battaglia ideologica contro burger e polpette vegane.

Il Consiglio di Stato di Parigi ha sospeso un decreto dello scorso 26 febbraio, applicabile dal 1° maggio, che intendeva vietare ai produttori di alimenti vegetali simili alla carne l’uso dei termini “bacon”, “scaloppa”, “bistecca” o “salsicce” nella presentazione dei loro prodotti, anche se accompagnati dalla precisazione “vegetale”.

Dubbi sulla legalità del testo

Richiesto in via d’urgenza dagli industriali del settore vegetale, il Consiglio di Stato ha sospeso questa misura con una decisione resa il 10 aprile. Esso ritiene che sussista “un dubbio serio sulla legalità di questo divieto”, richiesto da tempo dagli attori del settore animale. Inoltre, il Consiglio ritiene che “un divieto a partire dal 1° maggio arrecherebbe un grave e immediato danno alle imprese che commercializzano questi prodotti”.

Un decreto del 2022 che vietava l’uso dei termini di macelleria o pescheria per qualificare ricette vegetali era già stato sospeso in via d’urgenza dal Consiglio di Stato. Quest’ultimo aveva quindi interrogato la Corte di Giustizia dell’Unione europea (CJUE) per sapere se uno Stato membro avesse il diritto “di adottare misure nazionali che regolamentano o vietano questo tipo di denominazioni”.

Poiché la CJUE non ha ancora espresso la sua posizione, il Consiglio di Stato spiega di non avere avuto altra scelta che sospendere il decreto di febbraio adottato per ripristinare la misura. La decisione che prenderà sul merito dipenderà dalla risposta della giurisdizione europea.

Il testo messo in sospeso  concedeva un anno agli industriali delle preparazioni vegetali per smaltire le loro scorte e non si applicava ai prodotti importati.

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Confusione nel consumatore

Tutte queste legislazioni “punitive” nei confronti dei prodotti vegetali si basano sul presupposto che i termini bistecca, hamburger, polpetta siano identificati inequivocabilmente dai consumatori come carne. E quindi se usati da alimenti vegetali confondano l’acquirente.

“Serve una norma nazionale per fare definitivamente chiarezza su veggie burger e altri prodotti che sfruttano impropriamente nomi come mortadella, salsiccia o hamburger – aveva tuonato nel 2020 il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – e questo per evitare l’inganno ai danni del 93% dei consumatori che in Italia non seguono un regime alimentare vegetariano o vegano”.

Ma veramente, ci chiediamo noi, si considera tanto stupido il consumatore che si dovesse trovare di fronte a una confezione che dichiara ‘hamburger vegetale'”? O piuttosto si tratta di mettere i bastoni tra le ruote a un mercato che sta crescendo? E che dovrebbe pur interessare un’associazione come Coldiretti che – se le informazioni in nostro possesso fossero esatte – è anche un sindacato degli agricoltori e non solo degli allevatori?