“Ricco di fibre”, “fonte di magnesio”, “aiuta a ridurre la stanchezza”… Quante volte avete letto assicurazioni del genere sulle confezioni degli alimenti? E se fossero totalmente false o almeno non giustificate da quanto misurabile nei prodotti? È quanto denuncia Que Choisir in Francia e su questo si muove la Repressioni frodi transalpina.
Il tema lo aveva sollevato una approfondita inchiesta di Que Choisir, mensile dei consumatori francesi, che aveva fatto luce su un fenomeno preoccupante: le promesse nutrizionali ingannevoli. Prodotti che si vantano di contenere determinati nutrienti, come fibre, calcio o vitamina C, spesso non rispettano gli standard minimi richiesti per giustificare tali promesse.
La stretta francese
A quanto anticipa proprio Que Choisir, la Direzione Generale della Concorrenza, del Consumo e della Repressione delle Frodi (DGCCRF) in Francia ha avviato una stretta per garantire la trasparenza e l’accuratezza delle informazioni sui prodotti alimentari. Mettendo al centro anche le false affermazioni nutrizionali, che si sono diffuse in modo pervasivo negli ultimi anni.
“Mondelez ammette almeno implicitamente di essere stato recentemente richiamato all’ordine dalla DGCCRF, e il gruppo Altho (che produce tra l’altro le patatine Bret’s) menzionava lo scorso novembre diverse aziende nello stesso caso” spiega il giornale transalpino.
Un primo passo, segno che qualcosa si sta muovendo, almeno in Francia. Spiegano i colleghi di Que Choisir: “Tra i marchi chiamati in causa tre anni fa che ancora commercializzano questi prodotti, la maggior parte ha reagito: Bjorg e BN hanno infatti ritirato le problematiche affermazioni dai loro biscotti; Mondelez (Prince de LU) e Leclerc (barrette di cereali Marque Repère) assicurano di aver previsto di aggiornare al più presto le loro etichette. Solo la società Twinings & Co, proprietaria di Ovomaltine, non si è ancora impegnata a rimuovere l’affermazione ‘fonte di 3 minerali’ dalle sue barrette di cioccolato”.
Un problema europeo
Il problema, come è ovvio, non è confinato solo in Francia. In Germania, ad esempio, un recente caso ha portato alla condanna del gruppo Dr. Oetker per false affermazioni nutrizionali. Un muesli al cioccolato, presentato come “fonte di magnesio” e promettente di “contribuire a ridurre la stanchezza”, è stato trovato a contenere una quantità di magnesio insufficiente per giustificare tali affermazioni.
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Non aiuta di certo la mancanza di una normativa chiara a livello europeo: nonostante un regolamento del 2006 avesse previsto l’adozione di criteri di equilibrio nutrizionale entro il 2009, questi non sono mai stati definiti a causa dell’opposizione di alcuni Stati membri e di settori industriali influenti.