Gli investitori, coordinati da ShareAction, chiedono a Nestlé di fissare un obiettivo a livello internazionale per aumentare la percentuale delle vendite da prodotti più sani. Oggi il 75% dei ricavi, secondo una ricerca Unicef-Oxford, derivano da snack troppo salati, zuccherati e grassi
Un gruppo di azionisti di Nestlé, rappresentati dalla Ong ShareAction che promuove l’investimento responsabile, chiedono alla multinazionale di aumentare la quota di ricavi che derivano dalla vendita di prodotti sani. Il prossimo 18 aprile, come riporta il Financial Times, la risoluzione, sarà votata all’Annual general meeting di Nestlé il 18 aprile.
Secondo un recente studio condotto da un team di esperti dell’Università britannica di Oxford, del George Institute for Global Health di Pechino, dell’Unicef e dell’Università del North Carolina, il 75% dei ricavi della Nestlé derivano dalla vendita di snack troppo salati, zuccherati e grassi.
“Poiché Nestlé non è riuscita a definire come sposterà l’equilibrio delle sue vendite verso opzioni alimentari più sane, agli investitori preoccupati non è rimasta altra scelta se non quella di presentare una risoluzione all’assemblea generale della società ad aprile”, ha affermato Catherine Howarth, amministratore delegato di ShareAction. L’anno scorso Nestlé ha annunciato nuovi obiettivi salutari, impegnandosi ad aumentare del 50% le vendite di prodotti “più nutrienti” entro il 2030. Evidentemente però l’impegno non è ritenuto stringente da parte degli azionisti di ShareAction.
Da parte sua la multinazionale di Kit Kat e Quality Street ha replicato attraverso sostenendo che, come riporta FT, “nella relazione annuale per il 2023 che il 38% delle vendite nette, esclusi prodotti come alimenti per animali domestici, alimenti per bambini, vitamine e alimenti medici, sono stati valutati superiori a 3,5 secondo il sistema HSR, il che significa che sono considerati “sani”. Questo è aumentato rispetto al 37% nel 2022″.
Nestlé non è nuova a queste polemiche. Nel giugno 2021 fece il giro del mondo l’outing da parte di un dirigente della multinazionale che dichiarò che la “maggior parte dei prodotti sono non salutari”.
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