Uno studio di un’équipe dell’Università La Sorbonne di Parigi, ha seguito 92mila adulti e ha quantificato il rischio cancro per coloro che consumavano di più alcuni emulsionanti. I ricercatori hanno anche individuato tra i più rischiosi la carragenina, i mono e digliceridi e alcune pectine
Un recente studio condotto da un team di ricercatori dell’Università La Sorbonne, a Parigi, ha sollevato interrogativi sull’uso diffuso di emulsionanti alimentari e il loro possibile contributo al rischio di cancro. Pubblicato sulla rinomata rivista scientifica PLOS Medicine, questo studio ha esaminato i dati di una vasta coorte di adulti francesi per comprendere meglio il legame tra l’assunzione di emulsionanti alimentari e il rischio di sviluppare il cancro.
92mila casi studiati
La metodologia dello studio è stata rigorosa e approfondita. Il team di ricerca ha analizzato i dati di oltre 92.000 adulti della coorte francese NutriNet-Santé, escludendo coloro che avevano precedenti casi di cancro all’iscrizione. Durante un periodo di follow-up medio di 6,7 anni, sono stati diagnosticati 2.604 casi di cancro, tra cui tumori al seno, alla prostata e al colon-retto.
Gli individui della coorte hanno fornito ripetute registrazioni dietetiche di 24 ore, che sono state utilizzate per stimare l’assunzione di emulsionanti alimentari. Questi dati sono stati poi collegati a database dettagliati sulla composizione alimentare, consentendo al team di ricerca di valutare le associazioni tra l’assunzione di emulsionanti e il rischio di cancro.
Gli emulsionanti a rischio
I risultati dello studio hanno rivelato un legame diretto tra l’assunzione di alcuni emulsionanti alimentari e un aumento del rischio di cancro. In particolare, emulsionanti come carragenina, mono e digliceridi degli acidi grassi e alcuni tipi di pectine sono stati associati a un rischio significativamente più elevato di sviluppare il cancro al seno, alla prostata e in generale.
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Gli autori dello studio fanno notare anche alcuni limiti della loro ricerca. Ad esempio, non è stato possibile validare l’assunzione di emulsionanti alimentari mediante biomarcatori specifici, poiché mancano dati di questo genere. Inoltre, la coorte NutriNet-Santé potrebbe non essere rappresentativa della popolazione generale, poiché gli individui partecipanti potrebbero essere più attenti alla salute e avere comportamenti alimentari diversi dalla media.