“L’annunciata marcia indietro dell’Ue sulla regolamentazione dei pesticidi e gli eventi a livello nazionale ed internazionale di questi giorni sono preoccupanti” a dirlo è l’Istituto Ramazzini di Bologna, che ha dedicato recentemente uno studio sui rischi connessi al glifosato.
“L’annunciata marcia indietro dell’Ue sulla regolamentazione dei pesticidi e gli eventi a livello nazionale ed internazionale di questi giorni sono preoccupanti” a dirlo è l’Istituto Ramazzini di Bologna, che ha dedicato recentemente uno studio sui rischi connessi al glifosato e che è uno dei centri di ricerca più autorevoli su queste tematiche.
1 miliardo di lavoratori esposti a sostanze pericolose
Il rischio, per il Ramazzini, è che s’insinui l’idea che le esposizioni a sostanze pericolose siano un necessario fattore per la crescita e per il lavoro. “La salute come prezzo da pagare per la prosperità. Ma i dati dicono esattamente l’opposto. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ci dice che a livello globale ci sono oltre 1 miliardo di lavoratori esposti a sostanze pericolose e che i pesticidi sono nella top 10 delle priorità a livello globale fra le esposizioni pericolose a livello occupazionali. E gli agricoltori più esposti a sostanze pericolose sono proprio quelli delle aree più povere e con le condizioni di lavoro più precarie” spiega l’Istituto Ramazzini.
Mandrioli: “Ignorare rischi può portare a conseguenze tragiche”
Daniele Mandrioli, direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini conferma: “Il tema centrale per la salute pubblica non è se una sostanza sia di origine naturale o di sintesi, ma bensì se una sostanza sia pericolosa. Non tutti i pesticidi, ma solo alcuni sono stati evidenziati come pericolosi. Però ignorare i pericoli, siano essi dovuti a sostanze di sintesi come i pesticidi o naturali come l’amianto, può portare a tragiche conseguenze di salute pubblica. Al contrario, strategie di prevenzione che riducano l’esposizione a sostanze pericolose si sono costantemente dimostrate di straordinaria efficacia”.
Lo studio Sprint sui pesticidi
L’Istituto Ramazzini, insieme ad altri 28 partner europei, si è occupato di analizzare l’impatto di queste sostanze sull’agricoltura e sulla salute umana attraverso lo studio scientifico Sprint, progetto finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea, e proprio di recente sono stati pubblicati i primi risultati. Il team Sprint ha analizzato oltre 200 residui di pesticidi in più di 600 campioni ambientali provenienti da aziende agricole biologiche e convenzionali. Le matrici campionate comprendevano suolo, acqua, sedimenti, colture, aria e polvere delle case degli agricoltori.
Il glifosato è il più rilevato
Lo studio rivela che l’86% dei campioni esaminati contiene residui di pesticidi e il 76% miscele di pesticidi. Il numero totale di pesticidi diversi rilevati nelle varie matrici variava da 76 nell’aria, 78 nelle colture, 99 nei sedimenti, 100 nel suolo e 197 nella polvere degli ambienti interni.
La maggior parte di questi pesticidi fa parte dell’elenco approvato dall’UE, ma residui di sostanze più o meno recentemente vietate rappresentano una parte significativa delle miscele di pesticidi identificate. I residui di glifosato sono quelli che sono stati rilevati più di frequente, con concentrazioni elevate in tutti i campioni ambientali studiati. I campioni associati alle aziende agricole biologiche hanno mostrato livelli sostanzialmente più bassi di residui di pesticidi, sia in termini di quantità complessiva che di concentrazioni individuali, rispetto alle loro controparti dell’agricoltura convenzionale.
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I residui rilevati in casa
I risultati relativi alla polvere in ambienti domestici sono particolarmente sorprendenti, in quanto potrebbero avere implicazioni sulla salute degli individui che vivono nelle aree rurali. L’analisi completa, che ha valutato la presenza di 198 residui di pesticidi, ha evidenziato che, indipendentemente dalle pratiche agricole della famiglia, in tutti i 128 campioni di polvere erano presenti miscele di residui di pesticidi. Residui di pesticidi sono stati individuate in tutti i campioni di polvere in Europa e Argentina, così come in tutti i campioni erano presenti cocktail: il numero di pesticidi presenti in ogni casa è risultato variare da 25 a 121, con un valore mediano di 75. Sebbene lo studio non abbia valutato il livello specifico di esposizione degli abitanti, è preoccupante che pesticidi già vietati rappresentano circa il 29% delle sostanze identificate. La prossima fase del progetto Sprint si occuperà di valutare i rischi per gli ecosistemi e per la salute umana posti da alcune specifiche miscele di pesticidi.
“Il glifosato causa leucemia a dosi considerate sicure”. Lo studio del Ramazzini