Anti-pezzotto: al via oggi la piattaforma che blocca i siti pirata. Multe per gli utenti

ANTI-PEZZOTTO MULTE

Il nuovo strumento della Lega di Serie A Piracy Shield blocca entro 30 minuti dalla segnalazione gli IP illegali e alle autorità di risalire agli utenti che usano il servizio. La legge prevede per chi usufruisce multe fino a 5mila euro

Debutta oggi, 1° febbraio, Piracy Shield la piattaforma anti-pirateria della Lega di Serie A: entro 30 minuti dalla segnalazione lo strumento sarà in grado di oscurare gli Ip, gli indirizzi internet, dai quali i siti illegali trasmettono via streaming le partite di calcio e altri eventi sportivi a pagamento. Il tutto senza dover sostenere un contraddittorio legale con il titolare della trasmissione.

Lo strumento inoltre permetterà alle autorità di risalire agli utenti che usano il servizio e gli operatori sono autorizzati ad inserire i dati dei siti illegali sul sistema e bloccarli in automatico.

Come funzionerà in concreto la piattaforma? I detentori dei diritti sportivi, come Dazn e Sky, caricano sulla piattaforma gli indirizzi IP o i Fully qualified domain name (Fqdn), e Privacy Shield genera un ticket che viene poi inviato agli operatori di telecomunicazioni (come i provider di internet): dopo 30 minuti il sito “pezzotto” viene bloccato.

Ha spiegato Luigi De Siervo amminsitratore delegato della Lega di Serie A: “L’infinita battaglia tra guardie e ladri è arrivata a uno snodo cruciale, perché finalmente si riuscirà a interrompere concretamente il flusso di segnali. È importante evidenziare che il blocco, da eseguirsi entro 30 minuti dalla segnalazione, sarà applicato a tutti i soggetti che forniscono accesso alla rete, dunque non solo a tutti gli Isp tradizionali“. La piattaforma sarà gestita dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), supportato anche dall’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale.

Ricordiamo che per la legge anti-pezzotto prevede per chi trasmette illegalmente un evento sportivo non avendone i diritti una multa, può arrivare fino a 15.000 euro, e rischia anche una condanna penale, da 6 mesi a 3 anni di carcere. Le sanzioni dei consumatori possono arrivare fino a 5.000 euro se l’utente guarda “quantità notevoli di opere o materiali protetti”.

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