I laboratori pubblici tedeschi hanno testato alla scadenza molti autoabbronzanti, trovando che nei cosmetici man mano che passa il tempo aumenta la presenza di formaldeide, una sostanza cancerogena. Il consiglio per chi li usa è acquistare quelli con data di scadenza più lontana nel tempo
Il desiderio di una pelle abbronzata spinge molte persone a cercare alternative alla tintarella estiva. E tra queste c’è l’uso di autoabbronzanti, prodotti che utilizzano il principio attivo chiamato diidrossiacetone (DHA) per facilitare l’abbronzatura reagendo con le proteine cheratiniche della pelle e assicurando un colore alla parte più esterna della pelle. L’abbronzatura causata da questi cosmetici svanisce gradualmente con il normale rinnovamento dello strato esterno della pelle. Le formulazioni prive d’acqua causano solo una leggera abbronzatura, mentre un elevato contenuto di umidità aumenta notevolmente l’intensità del colore della pelle. Circa tre ore dopo l’applicazione, l’abbronzatura diventa visibile. Circa sei ore dopo l’applicazione, l’abbronzatura raggiunge generalmente la sua massima intensità. Variando gli ingredienti nella formulazione, è possibile ottenere diverse sfumature di colore.
Ma quanto sono sicuri gli autoabbronzanti?
Una recente indagine del CVUA Karlsruhe – uno degli uffici federali di indagini chimiche e veterinarie tedeschi – ha rivelato che alcuni prodotti, specialmente se concentrati, possono generare livelli significativi di formaldeide durante la conservazione, sollevando interrogativi sulla loro sicurezza .
Sebbene il DHA sia regolamentato dal 2022, la formaldeide, pur non essendo utilizzata come principio attivo, può formarsi durante la conservazione. La formaldeide è classificata come una sostanza cancerogena di categoria 1B, aggiungendo un elemento di preoccupazione alla sicurezza dei prodotti cosmetici.
Tra il 2020 e il 2023, il CVUA Karlsruhe ha analizzato 136 prodotti autoabbronzanti. Nei risultati più recenti, emersi nel 2023, 7 prodotti presentavano concentrazioni di formaldeide superiori ai limiti indicati. Nonostante l’83% dei campioni analizzati rientrasse nei limiti, la presenza di formaldeide, anche se tecnicamente inevitabile, ha sollevato interrogativi negli esperti tedeschi sulla sicurezza dei prodotti.
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La conservazione degli autoabbronzanti e il rischio formaldeide
La formaldeide non viene utilizzata come principio attivo negli autobronzanti, ma può formarsi durante la conservazione del prodotto attraverso il rilascio dal DHA. Questa eventualità deve essere presa in considerazione nella valutazione della sicurezza di ciascun cosmetico e dovrebbe influenzare la data di scadenza decisa dai produttori.
Circa la metà dei prodotti autoabbronzanti esaminati indicava una data di scadenza, mentre l’altra metà indicava una durata di utilizzo.
Per studiare la formazione di formaldeide nei prodotti contenenti DHA una parte dei prodotti con una durata di utilizzo di 6 mesi è stata conservata fino a qualche giorno prima della scadenza, mentre un’altra parte dei prodotti è stata conservata per 1 anno. Tutti i prodotti presentavano già un contenuto misurabile di formaldeide all’inizio della conservazione. Trattandosi di una sostanza vietata, i produttori possono giustificarne contenuti bassi come quelli rilevati dai laboratori tedeschi come tecnicamente inevitabili.
Il problema, come hanno dimostrato i test del CVUA è che in tutti i prodotti la formaldeide è aumentata durante la conservazione.
Per questo i chimici di Karlsruhe spiegano come sia cruciale seguire attentamente le istruzioni di conservazione, evitare l’esposizione diretta al sole e utilizzare i prodotti entro la data di scadenza o il periodo indicato dopo l’apertura. E magari scegliere sugli scaffali i cosmetici con scadenza più lontana possibile.