I rischi bisfenolo per chi ha i tubi dell’acqua in resina epossidica

bisfenolo

Le autorità tedesche hanno analizzato l’acqua del rubinetto degli impianti idraulici casalinghi rivestiti da resine, una pratica che è stata utilizzata nelle ristrutturazioni all’inizio del 2000. E hanno trovato che se erogata calda conteneva livelli rischiosi di bisfenolo A

 

Il bisfenolo A è una sostanza chimica che viene spesso utilizzata come componente di adesivi o resine sintetiche (chiamate resine epossidiche). Ha un effetto simile agli ormoni ed è anche sospettato di provocare il cancro. Dal 2000 le resine epossidiche erano ampiamente utilizzate per rivestire l’interno di vecchi tubi dell’acqua potabile, quelli in acciaio zincato che col tempi si corrodevano. Ora però si è scoperto che questi rivestimenti diventano fragili nel tempo e il bisfenolo A può migrare nell’acqua potabile.

È quello che hanno dimostrato le ricerche condotte dal 2022, dalle autorità sanitarie tedesche del Baden-Württemberg che hanno prelevato campioni di acqua potabile da edifici residenziali e li hanno esaminati per la presenza di BpA presso il CVUA Stuttgart. La selezione degli edifici è stata orientata al rischio, con particolare attenzione agli edifici con noti lavori di ristrutturazione in resina epossidica. I campioni sono stati solitamente prelevati all’interno dell’edificio nei punti centrali di preparazione dell’acqua calda (ad es. circolazione, serbatoio dell’acqua calda) e nei punti di prelievo negli appartamenti (in pratica i rubinetti in cucina o in bagno).

“Abbiamo trovato BpA nell’acqua calda in quasi tutti gli oggetti ristrutturati, in concentrazioni fino a un massimo di 211 µg/L. È preoccupante che la ‘concentrazione massima al rubinetto’ di 2,5 µg/L utilizzata come valore di valutazione, che rappresenta anche il nuovo valore limite per il BpA nell’ordinanza sull’acqua potabile, sia stata superata dall’87% dell’acqua calda analizzata” hanno spiegato gli esperti. Chiarendo che le concentrazioni sono così elevate da essere rilevanti anche dal punto di vista tossicologico.

Per fortuna in tutti i campioni di acqua fredda esaminati, le concentrazioni erano inferiori al limite di rilevabilità del metodo analitico utilizzato (< 0,2 µg/L).

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Le autorità tedesche hanno comunque consigliato alla popolazione, in particolare a coloro che sanno di vivere in un edificio che abbia adottato per gli impianti idraulici il rivestimento in resina epossidica di non bere acqua calda e di non usarla per preparare bevande calde (es. tè, caffè) o pappe (soprattutto alimenti per bambini). L’assorbimento di BPA durante la doccia e il lavaggio, invece, hanno tranquillizzato, è trascurabile.