L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato l’esito della revisione paritetica della valutazione del rischio del glifosato, e come ampiamente previsto, non ha individuato aree di preoccupazione critica. Ma a ben leggere il documento, le preoccupazioni ci sono, eccome
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato l’esito della revisione paritetica della valutazione del rischio del glifosato, e come era prevedibile, non ha individuato aree di preoccupazione critica. Ma a ben leggere il documento integrale, le preoccupazioni ci sono, eccome.
Il parere
Ma partiamo dal testo di Efsa, che solo a fine luglio pubblicherà integralmente le proprie conclusioni con a tutti i documenti di riferimento relativi alla revisione paritetica e alla valutazione del rischio sul proprio sito web. Intanto, però, scrive che “non ha individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente”.
Lo strano parametro per definire critica la preoccupazione per una sostanza
Attenzione, però, qui siamo di fronte a un tecnicismo normativo. Come la stessa Efsa ammette: “Una preoccupazione è definita critica quando riguarda tutti gli usi proposti della sostanza attiva oggetto di valutazione (ad esempio, impiego in pre-semina o post-raccolto, ecc.), impedendone così l’approvazione o il rinnovo”. Dunque basta che uno degli usi proposti non sia considerato critico, per non poter usare la definizione tout court per il glifosato.
Mandrioli (Ramazzini): La stessa Efsa parla di rischi alti a lungo termine”
“Ma quello che viene fuori dal documento dell’Efsa non equivale a dire che riguardo al glifosato non c’è nulla di cui preoccuparsi – spiega Daniele Mandrioli il direttore del Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini, che sta conducendo sul glifosato uno studio i cui risultati arriveranno entro la fine del 2023, “A partire da quanto scrive testualmente l’Efsa quando dice che ‘per quanto riguarda l’ecotossicologia, il pacchetto di dati ha consentito un approccio conservativo alla valutazione del rischio, che ha identificato un rischio elevato a lungo termine per i mammiferi in 12 dei 23 usi proposti del glifosato'”.
I sospesi su neurotossicità e microbioma
Oltre a questo, sottolinea Mandrioli, “ci sono i riferimenti alla neurotossicità e agli effetti sul microbiota”. Per quanto riguarda il primo: “Non vi è alcuna indicazione che il glifosato come principio attivo abbia un potenziale neurotossico. Tuttavia, i dati della letteratura pubblica sulle formulazioni a base di glifosato e uno studio con un sale di glifosato (non approvato nell’Ue) mostrano effetti di neurotossicità sullo sviluppo. Nelle conclusioni si raccomanda al richiedente di fornire chiarimenti su tale questione”.
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E ancora, sul microbioma: “Sono stati presi in considerazione studi che riportano effetti sul microbioma. Attualmente, non esistono linee guida concordate a livello internazionale per la valutazione del rischio del microbioma nell’area dei pesticidi. Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare metodologie dedicate per integrare meglio il microbioma nella valutazione del rischio chimico”.
Le lacune nei dati
La stessa Efsa, nel documento, ammette la presenza di “alcune lacune nei dati”.
Ecco di seguito quali:
Problemi che non è stato possibile finalizzare
- La valutazione di una delle impurità nel glifosato non poteva essere finalizzato senza ulteriori informazioni sulla sua clastogenicità potenziale [es. potenziale per causare rotture del DNA]. La presenza delle impurità può essere influenzato dal processo di fabbricazione.
- Non è stato possibile completare la valutazione del rischio alimentare del consumatore
a causa di dati incompleti sulla quantità di residui di glifosato nelle colture a rotazione come carote, lattuga e grano. Tuttavia, ciò non dovrebbe portare a un superamento dei limiti tossicologici livelli di sicurezza e quindi non è stata identificata alcuna criticità. - La valutazione dei rischi per le piante acquatiche non potrebbe essere finalizzato a causa della mancanza di dati sulla loro esposizione a glifosato tramite deriva spray.
Problemi in sospeso
Le questioni in sospeso degne di nota sono:
- Le informazioni sulla tossicità a breve e a lungo termine di uno dei componenti presenti nella formulazione valutata per usi rappresentativi non erano disponibili e sono necessarie per concludere la valutazione del rischio del prodotto formulato per uso rappresentativo. Per questa formulazione non vi erano indicazioni di tossicità acuta e genotossicità.
- Gli esperti hanno riconosciuto che i rischi per la biodiversità associati agli usi rappresentativi del glifosato sono complessi e dipendono da molteplici fattori. Hanno inoltre rilevato una mancanza di metodologie armonizzate e hanno concordato obiettivi di protezione specifici. Nel complesso, le informazioni disponibili non consentono di trarre conclusioni definitive su questo aspetto della valutazione del rischio ei gestori del rischio possono prendere in considerazione misure di mitigazione.
Dunque, una serie di vuoti e valutazioni in sospeso, che rendono tutt’altro che “non critica” la valutazione per il rinnovo possibile dell’autorizzazione all’uso del glifosato in Europa.
La valutazione dell’Echa
Nel 2022 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha effettuato una valutazione dei pericoli posti dal glifosato, in seguito alla quale ha concluso che non soddisfa i criteri scientifici per essere classificato come sostanza cancerogena, mutagena o reprotossica. Ai fini della valutazione del rischio relativo al glifosato a livello di UE, l’Efsa ha utilizzato la classificazione di pericolo dell’Echa. incluse, appunto, le lacune nei dati individuate, tra cui: “la valutazione di una delle impurità presenti nel glifosato, la valutazione del rischio alimentare per i consumatori e la valutazione dei rischi per le piante acquatiche”.
Il glifosato in Ue
Il glifosato è una sostanza chimica utilizzata in diversi erbicidi, il cui impiego in Europa è sottoposto a una severa regolamentazione. Attualmente il periodo di approvazione dell’uso del glifosato nell’UE termina il 15 dicembre 2023. La valutazione del rischio da parte degli Stati membri e la successiva revisione paritetica dell’Efsa sono state eseguite nell’ambito del processo legislativo previsto per il rinnovo dell’approvazione dell’uso del glifosato in Europa.
Prossime fasi e pubblicazione
Le conclusioni dell’EFSA sulla revisione paritetica della valutazione del rischio relativa al glifosato sono state trasmesse alla Commissione europea e agli Stati membri per orientare la decisione che sono chiamati ad adottare in merito all’opportunità di mantenere il glifosato nell’elenco dell’Ue delle sostanze attive approvate nei prodotti fitosanitari.
Prima della pubblicazione, l’Efsa è tenuta per legge a garantire che tutti i contenuti siano conformi alle norme in materia di protezione dei dati personali e di riservatezza. La pubblicazione delle conclusioni è prevista per la fine di luglio 2023 e quella dei documenti di riferimento, che ammontano a diverse migliaia di pagine, è prevista tra la fine di agosto e la metà di ottobre 2023.